Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
La degustazione

Il Tempranillo dove non te lo aspetti: “Così lo abbiamo coltivato in Toscana”

04 Gennaio 2021
Vini_verticale Vini_verticale

di Michele Pizzillo

Dopo aver chiacchierato e degustato i vini di Leonardo Beconcini, la prima domanda che ti fai, come racconto ai lettori l’azienda di questo appassionato viticoltore toscano di San Miniato?

Perché nel corso dell’incontro sono emersi degli aspetti e dei prodotti piuttosto rari. Come, per esempio, la presenza di cloni misteriosi e, probabilmente, non solo da queste parti, che con il coinvolgimento dell’Università di Milano e dell’Istituto Sperimentale di Selvicoltura di Arezzo, si scoprirà che si tratta dello spagnolo Tempranillo. E, arrivati qui, come? “Questo, poi, è stato più facile scoprirlo, visto che l’azienda sorge a poche centinaia di metri da una zona archeologica di posta romana ed in prossimità di Ponte ad Elsa, secolare luogo di transito utilizzato anche come una delle direttrici per Roma della Via Francigena”, dice Beconcini. Infatti, la via Francigena, anticamente chiamata Francesca o Romea, era una strada che portava i fedeli alle tre principali mete religiose: Santiago de Compostela, Roma e Gerusalemme. Tant’è vero che il Ponte ad Elsa era nella direttrice che tagliava da Altopascio, sede di un ospedale e centro di accoglienza dei pellegrini. Così, aggiunge Beconcini, dalle ricerche effettuate “si ipotizza che famiglie di pellegrini spagnoli possano aver portato semi di vite Tempranillo e abbiano diffuso questa pianta nelle vicinanze di San Miniato, seminandola appunto, come era usanza dell’epoca”. Stiamo parlando della metà del ‘700, con pellegrini provenienti sicuramente dalla regione iberica della Rioja, dove si trova Santiago di Compostela. Dopo queste certezze, nel giugno del 2009 il Tempranillo nero viene iscritto all’Albo toscano dei vitigni. E, Leonardo ha potuto dare un’origine certa ai vini che cominciò a produrre il nonno e poi il padre Pietro (il nome dell’azienda è Pietro Beconcini Agricola). E, ad alcuni fortunati, addirittura una verticale di dieci annate di Vigna alle Nicchie, espressione massima di un vino da grande invecchiamento. E’ stata l’occasione per presentare un’azienda famigliare che si regge su due gambe (non perché una fa di cognome Bellagamba) e cioè, Leonardo e la moglie Eva Bellagamba, con le uve Tempranillo utilizzate per produrre alcuni cru come Vigna alle Nicchie e Ixe.

La scelta di uscire dal recinto di casa è scaturita dalla voglia di farsi conoscere di più dai consumatori italiani visto che quasi il 90% delle oltre 100.000 bottiglie prodotte dall’azienda Beconcini varca i confini nazionali. Una scelta che poi ha incrociato sulla propria strada l’infido virus e, in parte, è rallentata perché, a quanto pare di capire, si vorrebbe continuare ad avere un rapporto provilegiato con quella clientela professionale che riesce a trasmettere la nostra passione ai consumatori finali. Aggiunge Leonardo “Ci siamo organizzati con l’e-commerce per rispondere alle richieste di clienti storici che trovando chiuso i locali dove consumano i nostri prodotti, hanno bussato direttamente alla fonte. Questo ci ha permesso di non interrompere i contatti con chi ci segue ormai da decenni e, nello stesso tempo, abbiamo cominciato ad acquisire nuovi consumatori italiani”. Per l’export, invece, la contrazione delle vendite è stata contenuta bene. E, aggiunge Beconcini “noi siamo pronti per riprendere il nostro progetto di essere più presenti sul mercato nazionale sia con i vini a base di Tempranillo – abbiamo Ixe che è stato premiato da Gambero Rosso come vino dall’ottimo rapporto qualità-prezzo – e quelli di Sangiovese che, oltretutto, è un pò la mia passione, speriamo di ritornare alla normalità il più presto possibile, e riprendere il discorso interrotto”. E, infatti, nell’incontro milanese, presso il Bistrot di Aimo e Nadia, oltre alla verticale di Vigna alle Nicchie, Eva e Leonardo hanno fatto degustare anche due annate del loro Sangiovese in purezza, Reciso, nonché il Vinsanto del Chianti.

Vigna alle Nicchie Tempranillo Toscana igt
Vigna delle nicchie è un piccolo vigneto secolare di Tempranillo impiantato su un terreno ricco di conchiglie fossili di mare su una base di argilla bianca e arenaria. L’uva viene raccolta ben matura, con il vino che matura per 24 mesi in piccole botti nuove di rovere francese e americano a cui segue l’affinamento in bottiglia per due anni. Per arrivare nel bicchiere con un bel colore rosso profondo e venature violacei. I profumi vanno dalla liquerizia al cuoio, dal cacao al caffè, sostenuti da tannini davvero raffinati. Però il profumo, come pure il gusto, è in continua evoluzione perché il vino può invecchiare per molti anni. Mentre la classe resta sempre la stessa: eleganza, raffinatezza, cremosità, mobidezza.

2005
Di colore rubino pieno, profumo in evoluzione tra fruttato, floreale e leggermente speziato. In bocca ha una buona consistenza, una bella bevibilità, e una lunghezza molto persistente con una trama densa e succosa.

2006
Appena si manifesta, colpisce il colore porpora deciso, il bouquet complesso tra floreale, fruttato, speziato e un sorso deciso, avvolgente, consistente, tannino integrato e finale lungo e ben calibrato.

2007
La pienezza del vino si vede già dal colore porpora. Seguono i profumi vegetali e, a seguire, quelli dei frutti rossi, unitamente a note speziate, soddisfa già al naso, prima di esprimersi con un sorso potente che sottolinea la complessità di questo vino dal lungo finale sapido.

2008
Qualcuno lo ha definito la più spagnola dell’interpretazione di Tempranillo offerta dai Beconcini. Il vino, infatti, offre un sorso avvolgente con sensazioni speziate e note di frutti rossi. In bocca è denso con tannino sodo ma ben contrastato dall’alcol. Finale lungo e quasi dolce e, comunque, molto gradevole.

2009
Ci è sembrato una delle migliori espressioni di questa verticale con i suoi profumi burrosi tra fiori mediterranei e frutta rossa matura. In bocca è potente, avvolgente, tannino morbido e finale lungo e asciutto. E una innata eleganza.

2010
Colore porpora deciso, bouquet complesso tra frutta rossa matura, spezie e fiori di campo. In bocca è un vino potente, con tannini fitti e decisi.

2011
Porpora pieno e deciso. Profumo prevalentemente speziato con un seguito di frutta rossa matura. Bocca soda e succosa, piena, concentrata, elegante, tannini che si avvertono ma ben equilibrati e buona sapidità finale.

2012
Colore rosso rubino con riflessi. Profumo intenso di frutta rossa matura, sentori di confettura di ciliegia e prugna, sostenti da sentori speziati. Al palato è morbido, vellutato, avvolgente, con una buona struttura alcolica e tannini morbidi.

2013
Colore porpora con riflessi violacei. Profumo di fiori e frutta in perfetta fusione e, in più, sentori di liquirizia, caffe, cacao. Al sorso è denso, con una bevibilità decisamente piacevole grazie anche a tannini setosi e dolci un finale lungo e prevalentemente fruttato.

2015
E’ l’ultimo nato ed è come se non avesse ancora espresso tutte le sue potenzialità anche se la pulizia che lascia in bocca e il tannino vigoroso sono sicuramente segni delle possibilità che ha questo vino di reggere il tempo. Sapido, prevalentemente fruttato, arricchito da un sentore speziato che ingentilisce il sorso. Il colore è granato quasi impenetrabile.

Reciso Sangiovese Toscana igt 2016
E’ il primo vino del progetto pensato da Leonardo Beconcini nel 1995, appena entrato in azienda, per soddisfare la sua passione per il Sangiovese. Ed è anche il vino più rappresentativo della filosofia produttiva di Beconcini che mira a dimostrare la grandezza delle uve Sangiovese sui terreni di San Miniato. Reciso viene vinificato e maturato con tecniche molto tradizionali: dalla fermentazione alcolica in vasche di cemento a temperatura controllata e la successiva macerazione a vasca colma per cinque settimane. Tutto matura in botti di rovere di Slavonia da 10 hl e tonneau di rovere Francese da 550 lt; dove resta 18/24 mesi e cui segue l’affinamento in bottiglia per 18 mesi. Di colore rosso rubino tendente al granato, profumi di frutta rossa matura con sfondo speziato, al sorso è fresco, tannini tendenzialmente dolci e gran bella bevibilità.

Aria Vin Santo del Chianti doc Occhio di Pernice 2009
E’ solo di qualche centinaio di bottiglie da 0,375 litri la produzione di questo pregiato vino da meditazione che Beconcini ottiene da uve selezionate in una piccola vigna impiantata più di quarant’anni fa, con 3.500 ceppi per ettaro. La fermentazione avviene in carati di rovere dove segue la maturazione per 7 anni. Ed, ancora, 12 mesi in bottiglia. Il colore è ambrato intenso con riflessi rosso chiaro. Al primo impatto di avverte il profumo di albicocca disidrata, poi miele e frutti di bosco macerati. Succulente per dolcezza e densità, equilibrato da acidità e note di frutta secca.

Pietro Beconcini Agricola
Via Montorzo, 13/A – San Miniato (Pi)
T. 347 2647861
www.pietrobeconcini.com
info@pietrobeconcini.com