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La degustazione

Martin Foradori Hofstätter se ne inventa un’altra: e presenta le bollicine senza alcol

28 Giugno 2021
Steinbock_Alcohol_Free_Sparkling Steinbock_Alcohol_Free_Sparkling

di Marco Sciarrini

Quando ci è arrivato l’invito da Martin Foradori, titolare della Cantina Altoatesina Hofstätter, la domanda è sorta spontanea: cosa avrà tirato fuori dal cilindro?

Conoscendolo come eclettico e poliedrico viticoltore, non potevamo non pensare a qualche sua vulcanica idea, e l’attesa non è stata vana. Nella cena romana presso il ristorante Osteria La Gensola, nel popolare quartiere Trastevere, Foradori ha presentato alcuni vini della nuova acquisizione del Maso Michei in Trentino, ed anche un nuovo prodotto: Steinbock Alcohol Free Sparkling, il prodotto che in questo momento ha fatto molto parlare di sè creando grande polemica nell’intera filiera. I vini Hofstätter sono conosciuti in tutto il mondo per i suoi Pinot Nero e Gewürztraminer. L’Azienda è guidata da Martin Foradori Hofstätter, figlio di Paolo Foradori riconosciuto come il padre del Pinot Nero altoatesino, a cui è toccato il compito di traghettare l’azienda verso una nuova era, intraprendendo nuove iniziative imprenditoriali in Mosella ed in Trentino con il progetto Maso Michei, ed anche grande sostenitore del tema della zonazione in Alto Adige, ed è stata la prima azienda della regione ad introdurre, nel 1987, il termine “Vigna” per alcuni dei suoi vini. Nel 2017 si è concretizzato l’acquisto del Maso Michei, in onore delle origini trentine dei suoi avi, ad un’altezza di 823 metri al confine con il Veneto e il Parco Naturale dei Lessini, in una posizione unica alla fine della Valle dei Ronchi, sopra alla pittoresca cittadina di Ala. Un esempio di viticoltura eroica d’alta montagna versanti che passano da 790 a 850 metri. L’acquisizione in Mosella è un omaggio alle passioni di famiglia, primo italiano a investire e produrre Riesling lungo il fiume Saar in Germania, nel marzo del 2014 ha colto l’opportunità di rilanciare la storica azienda vinicola “Weingut Dr. Fischer”, conosciuta per i suoi Riesling, tenuta, che oggi porta il nome di Dr. Fischer – Hofstätter Mosel.

(Steinbock Alcohol Free Sparkling)

Steinbock invece nasce da un’idea del figlio che frequenta l’Università di Francoforte, e sapendo che all’estero già stava prendendo piede “ho pensato che era meglio agire anziché reagire – dice Foradori – Che un produttore vecchia scuola, e testardo come me, si mettesse a produrre una gamma di questo tipo è significativo. Chi mi conosce sa che non sono uno che insegue le mode ma non mi manca lo sguardo per guardare al mondo in cui viviamo e al futuro: oggi un insieme di persone che non possono o non vogliono bere alcolici sono alla ricerca di prodotti di alta qualità che permettano loro di poter condividere il piacere dei sentori che emergono dal calice e di non sentirsi esclusi durante un evento, un brindisi, un momento conviviale. Dare a queste persone un prodotto all’altezza è il motivo per cui mi sono imposto questa nuova sfida”. Un progetto accolto con favore dagli addetti ai lavori e dal mondo della mixology che vede in questa bollicina senza grado alcolico anche l’ingrediente ideale per cocktail senza o con un contenuto inferiore di alcol.

“Per questa prima annata abbiamo prodotto 20 mila bottiglie e non ho dubbi che le venderemo tutte entro dicembre – spiega Foradori – La nostra azienda vende oltre l’80% dei suoi vini in Italia: i nostri clienti di alto posizionamento hanno risposto subito con interesse, proprio per dare un prodotto di qualità a chi lo richiede. Non parlo solo degli astemi, va bene per brindare se devi guidare, abbassa l’alcol anche dello spritz e nei cocktail in generale. Ha poche calorie, quindi funziona per gli sportivi. È una buona bollicina fruttata e fresca. Lo stesso accade per le piattaforme online, abbiamo fatto una prova con un sito di vendite e in due ore abbiamo venduto 120 bottiglie. Stanno arrivando gli ordini dei ristoranti, su 120 bottiglie normali, ne acquistano in media 12 di Steinbock Alcohol Free Sparkling. Il prezzo consigliato al pubblico è di 10,90 euro. L’idea è di raddoppiare la produzione già dal 2022, allargando il mercato al resto d’Europa, a partire dalla Germania, agli Stati Uniti, dove esiste già una consolidata tradizione di consumo, e naturalmente ai Paesi Arabi e all’Asia”.

(Il macchinario che serve ad ottenere le bollicine senza alcol)

Parole che ai puristi del vino fanno venire il prurito, ma che da un punto di vista commerciale potrebbe prendere piede anche in Italia, visto che all’estero fa già trend.
Prodotta da uve Riesling, dealcolate della cantina tedesca Dr Fischer, l’azienda della Mosella acquistata dal produttore altoatesino, situata in Germania al confine con il Lussemburgo, nasce da un’apposita tecnica per mantenere intatti i delicati aromi della materia prima. Prodotto da un’apparecchiatura al cui interno si trova un alambicco, dove viene ridotta la pressione atmosferica come in sottovuoto, e con ciò abbassato anche il punto di ebollizione dell’alcol da circa 78° C a circa 25-30° C, e compensato da mosto d’uva, mosto concentrato rettificato. Alla fine del processo, si ottiene una bevanda con un contenuto alcolico inferiore a 0,25 Vol %, e in cui i sentori e le caratteristiche del frutto rimangono praticamente inalterate. Il segmento di mercato destinatario è molto trasversale e parte da chi è astemio, chi deve rispettare una dieta, e da non sottovalutare l’apertura dei mercati arabi. Chi lo critica, critica anche la mancanza di una normativa ad hoc per i vini dealcolati, molti della filiera non accettano che venga definito un vino senza alcol, anche se per la birra è possibile. Nel frattempo sui mercati i prodotti “alcol free” stanno conquistando significative fette di consumatori. La questione che ha scatenato il putiferio mediatico ha necessità di essere valutata con mente lucida e visione allargata, in ogni prodotto enogastronomico si ricerca la qualità, per il vino, per l’olio, per la pasta, e perché no anche per un Alcohol Free Sparkling? Perché non preferirlo ad un analcolico qualsiasi che, per meglio che vada, contiene coloranti e antiossidanti? L’argomento è talmente caldo che anche all’ultimo Concorso Mondiale di Bruxelles svolto in Lussemburgo è stato organizzato un convegno al riguardo. La degustazione ha visto servire i vini:

Steinbock Alcohol Free Sparkling
Steinbock Alcohol Free Sparkling è una bollicina innovativa ottenuta da vino dealcolizzato. A fare la differenza, inoltre, è che a lanciarlo sia un produttore di questo calibro, alla guida di una maison raffinata. Un produttore che conosce bene il Riesling varietà alla base di questa novità e le potenzialità di quest’uva che sa esprimersi nobilmente anche in versione “Alcohol Free”. Nasce da un’attenta selezione in vigna e poi in cantina.

Riesling trocken Dr. Fischer – Hofstätter Mosel 2020
Colore giallo paglierino, acidità fresca acidità che si coglie anche al naso accompagnata alle classiche note del terroir della Mosella di pietra focaia e sentori di agrumi. Al palato elegante acidità con un sorso affascinante che riconferma ciascun sentore olfattivo che conduce ad un finale interminabile.

Vigna Kolbenhof Gewürztraminer 2019
Imbottigliato un mese fa, nasce dalla selezione di una vigna della tenuta Kolbenhof di Tramin posta ad est della Valle dell’Adige. Kolbenhof è da sempre il maso più noto del paese che gli ha dato il nome “Traminer”. I pregi dei suoi vigneti erano riconosciuti già dai Padri Gesuiti di Innsbruck, che dal 1722 fino allo scioglimento dell’ordine nel 1773 vinificavano lì il loro vino. Colore giallo intenso con riflessi verdognoli, al naso note fruttate di pesche ed albicocche, si e sentori esotici di lychees, mango e frutto della passione, al palato i suoi sapori fruttati non invadenti lo rendono raffinato in equilibrio con una bella acidità che impedisce al vino di essere troppo corposo.

Michei di Michei Pinot Nero 2018
L’annata 2018 segna la nascita del Michei di Michei Pinot Nero e nasce a Maso Michei, 13 sono gli ettari della tenuta in Trentino, ed è la sintesi perfetta della viticoltura eroica d’alta montagna alla fine della Valle dei Ronchi, sopra la cittadina di Ala. Ha la verticalità delle vette delle “Piccole Dolomiti” che racchiudono ad anfiteatro i suoi filari e la freschezza di un luogo ameno dove il vino nasce dalla fatica, tra ripidi declivi di terreni magri e ghiaiosi. Il 75% dell’uva viene separata dai raspi, mentre 25% viene versata intatta nelle botti. La fermentazione dura circa 10 giorni con il mosto sempre a diretto contatto con le bucce. Dopo due attenti travasi, questo vino matura per un anno in piccole botti di rovere, dopo l’assemblaggio affina altri sei mesi in botti di rovere grande e poi un anno in bottiglia. Di colore rubino, con riflessi granati, al naso note di frutti di bosco, fragoline e ribes rosso e delicati sentori di sottobosco, al palato intenso con grande corrispondenza gusto olfattiva dove le note fruttate accompagnano un finale persistente.

Pinot Nero Riserva Mazon 2018
Terreno posto sull’altopiano di Mazon, di fronte a Tramin–Termeno, sul versante est della vallata. Questi filari guardano ad ovest verso il sole serale e al vento “Ora” che soffia fino a tarda serata. Le uve del Pinot Nero Riserva Mazon vengono separate dai raspi al 75% e per il 25% si versano intatte nelle botti. La fermentazione dura circa 10 giorni con il mosto sempre in diretto contatto con le bucce. Dopo due attenti travasi, questo vino matura per un anno in piccole botti di rovere, dopo l’assemblaggio sei mesi in botti di rovere grande e poi un anno in bottiglia. Colore rubino con spicchi granati, al naso delicate note di sottobosco, di piccoli frutti e di marasche dolci. Al palato, armonico, di grande fresca finezza tannica, bella e lunga la persistenza.

Barthenau Vigna S. Urbano Pinot Nero 2017
Questo Pinot Nero rappresenta l’espressione dei migliori terroir del famoso altopiano di Mazon, espressione di un Cru prestigioso collocato nel cuore dell’area vocata. della tenuta Barthenau dove una parte delle viti hanno oltre 55 anni di età. Fu Ludwig Barth von Barthenau, l’allora proprietario della tenuta Barthenau, a piantare il Pinot Nero sull’altopiano di Mazon all’inizio del diciannovesimo secolo. Il 75% dell’uva viene diraspata, un altro 25% rimane intatto per la fermentazione in botte. Un giorno di macerazione a freddo, segue la fermentazione per circa 10 giorni con le bucce in continuo contatto con il mosto. La maturazione in legno comprende due distinte fasi: la prima per circa 12 mesi in piccole botti di rovere francese e la seconda consiste in un assemblaggio delle diverse barrique in un’unica grande botte di rovere per altri 8 mesi all’incirca. Dopo l´imbottigliamento il vino affina ulteriormente in bottiglia per otto mesi nelle cantine della tenuta Barthenau. Colore rosso rubino, al naso note fruttate di amarene e lamponi con sensazioni speziate, al palato e equilibrio tra un’acidità elegante e tannini ben integrati ed un’eccezionale concentrazione aromatica.

Ludwig Barth Von Barthenau Vigna Roccolo Pinot Nero 2017
Il Ludwig Barth Von Barthenau Vigna Roccolo Pinot Nero firmato Hofstätter è espressione di un cru del altopiano di Mazon, in Alto Adige, frutto di un vigneto coltivato a pergola dal 1942 che dal 2012 viene vinificato separatamente. Vigne che hanno oltre 70 anni di età. Le radici origini della Vigna Roccolo risalgono alla metà dell’Ottocento. Il vigneto era situato vicino ad un “Roccolo”, antico posto per catturare uccelli. Già negli anni Sessanta fu proprio un Pinot Nero della Tenuta a riportare per la prima volta il nome del maso di proprietà e poi a partire dal 1987 riportare anche il vigneto in etichetta. Colore scuro intenso, al naso fini le note fruttate di amarena frutti di bosco, mirtillo rosso, insieme a sensazioni speziatevanigliate, al palato è raffinato con un’acidità equilibrata, tannini vellutati e un finale lungo e persistente. fresco, lungo e vellutato.