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La degustazione

Sfatiamo i miti sul Lambrusco: il nostro tasting con Cantina Casali Viticultori

19 Maggio 2021
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di Marco Sciarrini

E’ sempre difficile sradicare dalla mente dei consumatori un clichè che si è creato nel tempo, quando si parla di vino, ed in particolare quando si parla di Lambrusco, nonostante sia il vino italiano più venduto al mondo.

Ma è bello quando si riescono a togliere questi pregiudizi. Questo è il caso della Cantina Casali Viticultori. La storia del Lambrusco è sempre stata accostata alla storia contadina di questi territori, che più che una bevanda la considerava un alimento. Ed è proprio all’inizio dello scorso secolo inizia la storia di questa Azienda che inizia come produzione di vino per la famiglia per trasformarsi nella sua unica attività, diventando la prima cantina di Scandiano, all’ombra dell’antica Rocca del Boiardo, dove nel 1441 nacque il celebre Matteo Maria Boiardo, poeta autore dell’Orlando Innamorato e che governò questo territorio tra il 1460 e il 1494. Solo intorno agli anni ’80 la sede fu trasferita nell’attuale sito di Pratissolo di Scandiano e dal 2014 entra a far parte del Gruppo Emilia Wine diventando un punto di riferimento della produzione vitivinicola del comprensorio reggiano.

(I vigneti)

“Da tempo stavamo lavorando a questo nuovo vino con l’obiettivo di metterci alla prova nella creazione di un Lambrusco non solo di grande qualità, ma dotato di un’espressività fortemente legata alle peculiarità del nostro territorio – spiega Marco Fasoli, direttore di Emilia Wine – Casali Viticultori rappresenta una realtà che si è sempre contraddistinta nel panorama italiano grazie ad una produzione fortemente identitaria e innovativa, ne è un esempio il Cà Besina, primo Metodo Classico emiliano ottenuto dal vitigno autoctono Spergola in purezza. Il legame con il Lambrusco è altrettanto forte, ecco perché volevamo, anche in questo caso, proseguire lungo un percorso ambizioso, continuando ad alzare l’asticella”. “L’attenta selezione sia in campo che in cantina è il primo requisito che devono avere le uve che concorrono alla creazione del Pra di Bosso Storico – afferma Davide Carnevali, enologo di Casali Viticultori – Le tre uve, vendemmiate separatamente e poi vinificate insieme, riescono a donare tre caratteristiche ben precise al vino che poi troviamo ben armonizzate nel bicchiere: il Salamino una accentuata nota fruttata, il Maestri un timbro acido e tannico ben riconoscibile e di carattere, infine il Malbo Gentile la densità gustativa”.

(Il collegamento)

All’interno della sua produzione, in totale la gestione è di 50 ettari, trovano patria i più importanti vitigni autoctoni del territorio, la Spergola, Malvasia di Candia Aromatica ed anche una nutrita schiera della famiglia dei Lambruschi. La nuova cantina di 3.500 metri quadrati riesce ad avere 30 autoclavi e affina ogni anno circa 10.000 bottiglie di spumante Metodo Classico. Gli ettari di vigna gestiti sono 3.500 e l’azienda esporta in 40 paesi del mondo, non solo in Europa, ma anche di Stati Uniti, Russia e Giappone, per una produzione di circa 2 milioni di bottiglie l’anno. I terreni di questo territorio sono variegati. Sulle prime colline reggiane, infatti, allo sbocco della Valle del Tresinaro, un affluente del fiume Secchia, si trovano terreni argillosi e ben esposti al sole con un microclima ideale che ha nel tempo favorito la coltivazione della vite. Altra caratteristica peculiare sono le rocce ricche di gesso, caratteristiche della zona pedecollinare reggiana. La cosiddetta “vena del gesso” percorre i comuni di Vezzano sul Crostolo, Albinea e Scandiano e offre le condizioni ideali per la viticoltura. Punto fermo dell’azienda è quello della valorizzazione dei vitigni autoctoni che oltre il variegato mondo dei lambruschi, Maestri, Marani, Salamino, Montericco, Grasparossa, Montericco, Ancelotta. C’è anche la custodia e tutela della Spergola, vitigno diffuso solo nella fascia collinare, le cui origini risalgono al XV secolo quando venne citata da Bianca Cappello, Granduchessa di Toscana, da ultimo ma non ultimo il Malbo Gentile, altro vitigno a bacca rossa che sta vivendo una seconda giovinezza, da vitigno di accompagno sta ritagliandosi una sua visibilità anche in purezza. La degustazione ha visto provare tre espressioni di Lambrusco ognuna con le proprie caratteristiche.

(I vini degustati)

Lambruscone Emilia Igp
Lambrusco Grasparossa, Lambrusco Salamino, Lambrusco Marani, Malbo Gentile allevati a Scandiano, su suolo calcareo-argilloso. Diraspa-pigiatura e lunga macerazione delle uve, fermentazione in vasche di acciaio a temperatura controllata e rifermentazione in autoclave. Colore rosso porpora con persistente spuma violacea, al naso intenso e deciso e tutta la fragranza della frutta con sentori di mora, amarena, ciliegia, violetta sensazioni speziate balsamiche che arricchisce il bouquet, al palato secco e polposo di media morbidezza con un buon tannino dato dal Malbo Gentile e l’acidità del Salamino. 200 mila bottiglie prodotte.

Pra Di Bosso Secco Reggiano Dop
Lambrusco Montericco, Lambrusco Marani, Lambrusco Salamino. Prodotto a Scandiano su terreno calcareo-argilloso. Diraspa-pigiatura e successiva macerazione delle uve a freddo, fermentazione in vasche di acciaio a temperatura controllata e rifermentazione in autoclave. Colore rubino intenso con nuance violacee ed abbondante spuma purpurea, al naso sentori floreali marcati, tra cui spicca la violetta e roselline, insieme a note fruttate di more, lamponi, sensazioni finali speziate balsamiche, al palato sorso pieno con tannini non ancora polimerizzati ma gradevoli, bella la beva con il residuo zuccherino che non da stucchevolezza, dotato di un’ottima freschezza e finale fruttato molto persistente. Produzione di 500 mila bottiglie.

Pra Di Bosso Storico Reggiano Dop
Lambrusco Salamino 60%, Lambrusco Maestri 30%, Malbo Gentile 10%. Solo uve provenienti dai migliori vigneti di collina di Scandiano, alla ricerca dell’eleganza, con suolo ricchi di argilla, ma al tempo stesso della cosiddetta “vena di gesso”. Vendemmia separata delle tre uve, diraspa-pigiatura e successiva macerazione delle uve di una decina di giorni, una parte 10-15% viene tenuto dolce bloccando la fermentazione, il resto in vasche di acciaio a temperatura controllata e rifermentazione in autoclave (Metodo Charmat) per 15 giorni a temperatura controllata. Colore rubino intenso con sfumature di blu, al naso complessità fruttata con frutti di bosco more, ribes nero e lamponi, ciliegie, fragola, ma anche melograno, sentori floreali marcati, tra cui spicca la violetta di campo, al palato bella freschezza del frutto, e una tannicità succosa, il sorso è pieno con sensazioni fruttate olfattive e di bella persistenza. 12.000 bottiglie, 6.000 delle quali numerate.