Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Le grandi verticali

Cottanera, cinque annate de L’Ardenza

30 Gennaio 2012
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Spesso le cose più affascinanti accadono per caso, senza uno schema predeterminato.

Il confine sottilissimo tra caos e creazione è nella sensibilità e nell’intuito dell’osservatore, nella sua capacità di domare l’evento insolito. Ecco la differenza: restare lucidi nel momento della sorpresa e codificare il nuovo, l’unico. 

L’Ardenza sembra uscire da uno di questi schemi come la Venere di Botticelli dalla schiuma di un’onda.

Tra i vini Cult di Cottanera, è prodotto con uva “Mondeuse”, un vitigno originario dell’area alpina nord-ovest conosciuto anche con i nomi “Maldoux” o “Medoux”, più precisamente dell’Alta Savoia francese, un vitigno antico di cui si ha certa traccia a partire dal decimo secolo e forse imparentato col Syrah. In periodo prefillossera è diffuso nelle regioni dello Jurà e di Isére. Persino Jules Guyot, negli ultimi anni del ‘800, suggerisce il grande valore di questa varietà. Vitigno che, tuttavia, non si trova nelle immediatezze dell’Etna e nemmeno vagamente di passaggio a Randazzo. Nemmeno acquisendo l’italianissimo Refosco dal Peduncolo rosso come fratello gemello. Si, c’è anche questa. 

La questione savoiarda, in sintesi, ci stuzzica.


Enzo Cambria

Facciamo due passi indietro per meglio inquadrare il caso unico. Cottanera è un’azienda gioiello sul versante nord del vulcano Etna, 100 ettari accorpati, dei quali 65 vitati, presso Castiglione di Sicilia. La vigna dimora su pietra lavica a 700 metri sul livello del mare. Negli anni ’90 Enzo e Guglielmo Cambria coraggiosamente decidono che non è più il caso di insistere con il noccioleto e che è iniziata l’era del vino. Escludendo un periodo introduttivo al vino con uve a tendone e allevamenti poco interessanti per qualità, come spesso accade in Sicilia il primo è un gesto elegante e/o estetico in omaggio allo spocchioso cugino francese, quindi Viognier, Cabernet, Merlot, Syrah. Salvo poi, quasi di nascosto, piantare una grande quota di Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio e Carricante. Ma questa è un’altra faccenda. Produzione totale: 300.000 bottiglie.




Enzo Cambria e Dimitri Lisciandrello

Torniamo alla variabile folle Mondeuse: dal vivaista francese si attendono qualcosa come 14 mila barbatelle di Syrah per due ettari di terreno da impiantare. Che però non arriveranno mai. L’offerta riparatrice consiste proprio nella varietà Mondeuse, al momento disponibile e, a ben pensare, adattata a un clima forse non dissimile da quello subalpino francese. I terreni a 700 metri sull’Etna su versante nord hanno vari punti in comune. La diffidenza siciliana e la resistenza a non accettare in casa un illustre sconosciuto ci sta tutta. Guglielmo Cambria strappa al vivaista una mezza polizza di assicurazione: “se il vino non dovesse andar bene te lo compri tu”. Nessun tentennamento da parte del vivaista e l’affare fu fatto. 

La storia ha un lieto fine: questa cultivar è stata autorizzata per la prima volta alla coltivazione in Sicilia nel 2006 con Decreto Assessoriale il 19 maggio 2006.


Dettaglio della degustazione

L’Ardenza è un vino unico per terroir, singolare per vitigno e dalla personalità marcata. Dal punto di vista di produzione, dopo la pigiatura, le bucce restano a contatto con il mosto per una ventina di giorni, con combinazione di rimontaggi e dèlestage. Alla fermentazione alcolica segue il passaggio in legno, la fermentazione malolattica e l’affinamento in barriques nuove di rovere francese di Allier a medio-alta tostatura. Il periodo di permanenza in legno è di 12 mesi. 


Seppure non continua, la mini verticale di quattro annate 2001-2009 consegna un discreto spaccato delle potenzialità di affinamento e l’evoluzione delle caratteristiche organolettiche. Con qualche bella sorpresa. Di seguito gli appunti di assaggio.



Nota sulla produzione
: vini prodotti da Cottanera sono: il Barbazzale bianco (un blend di Inzolia e Viogner, semplice, lineare e molto piacevole. Un vino da godere quotidianamente e che sta particolarmente a cuore a chi vi scrive); l’Etna Bianco Doc a base di carricante; il Barbazzale rosso a base di Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio; il Fatagione, un Nerello Mascale e varietà internazionale; il Sole di Sesta, un Syrah ricco e solare, da competizione; L’Ardenza, qui descritto; il Grammonte, un Merlot in purezza; Nume, un Cabernet Sauvignon con una piccola percentuale di Franc (da mettere in competizione cieca con qualche Chateau bordolese; si accettano scommesse); e l’Etnarosso Doc, a base di Nerello Mascalese. Dopo la scomparsa di Guglielmo, Cottanera è guidata dal fratello Enzo e dai figli del suo fondatore, Mariangela, Francesco ed Emanuele.

L’Ardenza 2001
Il colore è rosso granato cupo intenso con ancora vivi riflessi violacei. Naso evoluto, composto, complesso. Reminiscenze di piccoli frutti rossi, ciliegia, fico, eccellente la speziatura. Cuoio e tabacco chiaro. Il legno è appena percepibile quasi fosse un velo trasparente e prezioso. Nonostante i 10 anni di vita è un vino vivo, personale, con un suo rigore.
88 punti

L’Ardenza 2004
 Colore rosso granato cupo con intensi riflessi violacei. Naso pieno, ancora varietale di piccoli frutti rossi, con piacevoli note vegetali e di transizione verso i profumi terziari. Interessanti anche le note di sottobosco, di pellame, radici ed estratto di pomodoro ciliegino concentrato. Dosatura sapiente del legno. In bocca è rotondo ed evidenzia un corpo levigato, dalle note sapide e minerali. Ottima e lunga persistenza aromatica.
89 punti

L’Ardenza 2006
Quest’annata si propone come un sostanziale cambio di stile, una sterzata verso l’imprevedibile. Le due annate che precedono questo 2006 le percepiamo in maniera nettamente diversa, quasi rassicuranti rispetto a questa stessa e alle due che seguiranno. Non sappiamo con precisione se è la giovane età del vino che lo rende più nervoso e imprevedibile, di certo le sensazioni sono su un piano diverso. Il colore è rosso rubino. Il naso insegue refoli ora di frutta rossa, ora animali di pellame, sottobosco, salvia e pietra focaia. In bocca è scattante, fresco, i tannini gradevoli. Lunga persistenza.
88 punti

L’Ardenza 2007
Colore rosso rubino carico con riflessi viola. Il naso è ricco, elegante e persistente. Profumi di mora, mirtillo, gelsi e prugne si susseguono delicate. Fresche, intense le note vegetali e balsamiche che conferiscono energia e piacevolezza all’olfatto. Nocciola e crema alla vaniglia. In bocca è pieno, grasso, reggono tannini fitti e una sapidità da attribuirsi tutta al terroir vulcanico. Il finale è lungo e molto persistente. Carattere giovane.
87 punti

L’Ardenza 2009
Colore rosso rubino cupo con sfumature violacee. Al naso piccoli frutti rossi maturi, confettura di amarene, cioccolato e liquirizia. In seconda linea, salvia, eucalipto, note verdi e minerali. Elegante. In bocca, è fresco, morbido, di vigorosa struttura. I tannini sono vivi ma dolci. Finale lunghissimo, giocato tutto sugli aromi primari. Giovanissimo. Ci vuole del tempo.
87 punti

Francesco Pensovecchio