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Pubblicato in Le grandi verticali il 26 Settembre2012

da Roma Fabrizio Carrera

Il vino specchio di un terroir.

Dovrebbe accadere sempre. Qualche volta lo è di più. Qualche volta non lo è affatto. Qualche volta invece lo è tantissimo. Ed è il caso dello Sfursat della cantina Nino Negri, marchio finito da un po’ di anni nella galassia del Gruppo Italiano Vini, anzi uno dei fiori all’occhiello del gigante di Calmasino. L’occasione è di quelle da non perdere: una verticale di ben sedici annate di questo rosso che nasce tra i muretti a secco della Valtellina sfidando clima inospitale e terreni scoscesi. La location è quella del Cavalieri Hilton di Roma in una giornata organizzata con l’Ais di Roma dove è possibile degustare tutti i vini prodotti dalle aziende del gruppo Giv (da Rapitalà a Fontana Candida, tanto per citarne alcuni).


Giampaolo Gravina durante la degustazione

Per i neofiti val bene ricordare che lo Sfursat è un vino prodotto da uve appassite, il vitigno protagonista è il Nebbiolo che dalle parti di Chiuro e dintorni (siamo in provincia di Sondrio) prende il nome di Chiavennasca. Rosso dunque ricco, generoso, di spessore, dove, se prodotto bene, sorprende per eleganza e longevità. 


Da sinistra Casimiro Maule, enologo della cantina Nino Negri e Paolo Lauciani,
Ais Roma durante la verticale di Sfursat Cinque Stelle di Nino Negri

Impossibile non citare in questo caso il deus ex machina dello Sfursat Cinque Stelle Nino Negri, quel Casimiro Maule che è direttore ed enologo dell’azienda, fautore dei successi di questo vino e ormai in Valtellina dal ’71. Maule è di origini trentine ed immaginiamo che quarant’anni fa avrà avuto qualche difficoltà ad ambientarsi in Valtellina, che è sicuramente più introversa e diffidente. Eppure il mix di risorse umane e natura ha funzionato. Ed oggi il risultato di questo vino, illustrato durante la verticale da Paolo Lauciani dell’Ais, è sotto gli occhi e il naso di tutti. Piccola notazione: in enoteca costa tra i 40 e i 50 euro, e forse berlo dopo qualche anno non è male.

Ecco le note della degustazione.

2009 89/100
Partenza in quarta. Rosso rubino, naso un po' chiuso di liquirizia, menta. Un po' salmastro, trama elegante, bella persistenza, ritorno salino piacevole. Molte potenzialità inespresse. Da bere tra qualche anno.

2007 87/100
Rosso rubino luminoso. Naso di piccolissimi frutti di bosco, ciliegia sotto spirito, note di caffè, al palato cuoio, tabacco, una punta balsamica, tannini un po' ruvidi.

2006 88/100
Naso più complesso. Qui giocano e si inseguono note di caffè e di frutta sotto spirito. Elegante e minerale, tannini ben evoluti ma un po' corto.

2005 91/100
Finissimo al naso, piccoli frutti di bosco sotto spirito. Bella sapidità, trama elegante, note tostate, cioccolato nel finale. Sale la piacevolezza. Lungo e fascinoso con coda mentolata.

2004 88/100
Annata difficile, piovosa, vendemmia precipitosa. Naso complesso di rosa canina e cioccolato, speziatura leggera, intrigante. In bocca molto sapido, bella freschezza, trama carnosa.

2003 86/100
Naso cioccolatoso, note di rabarbaro, chinotto, forse l'effetto di un'annata caldissima, la più calda che ricordi Maule. In bocca buona sapiditá che lascia spazio all'alcol.

2002 88/100
Altra annata difficile. Naso un po' chiuso. Poi frutta sotto spirito, punte balsamiche, menta, salvia. Salmastro ma un po' corto.

2001 93/100
Naso finissimo, ampio, fascinoso. In evidenza ciliegia sotto spirito, caffè, note iodate, rosmarino, salvia, fiori appassiti, leggera speziatura. In bocca rotondo, sapido quanto basta, tannini vellutati, finissima mineralità, elegantissimo, ritorni balsamici, lungo, molto lungo. Campione di piacevolezza.

1999 91/100
Rosso granato. Naso di cioccolato fondente, goudron. Molto iodato in bocca, c’è anche liquirizia, rosmarino, bella complessità. Avvolgente e di lunga persistenza.

1998 88/100
Rosso rubino scarico con sfumature sul granato. Caffelatte e piacevoli sentori di liquirizia. Bellissima mineralità, l'appassimento regala discreta eleganza. Persistenza buona.

1997 90/100
Il colore tende al granato. Naso un po' chiuso, muschio e terra bagnata, un po' di liquirizia. Salmastro ma un po' chiuso anche in bocca. Note di rosa e menta. Lungo.

1996 87/100
Ancora caffelatte ma un po' chiuso. Frutta sotto spirito, salvia e timo. Mineralità, note agrumate e un po' balsamiche.

1995 91/100
Naso complesso di fiori secchi, rosmarino, salvia, poi vira verso il balsamico, liquirizia dolce. Grande sapidità, buona acidità, grande equilibrio dopo 17 anni. Intrigante e fascinoso.

1994 84/100
Rosso granato. Nuance aranciate. Naso fine, difficile, tè nero, sapidità e persistenza discreta. Cammino evolutivo in 
discesa.

1990 85/100
Rosso granato. Naso chiuso. Ritorna la frutta sotto spirito, un po' salmastro. E un po' ferroso. Regge il tempo ma senza emozionare.

1989 90/100
Rosso granato senza tentennamenti, 23 anni di esistenza. Avvicino il naso al bicchiere. Note salmastre, evoluzione, al palato tamarindo, capperi, grande sapidità e spericolato equilibrio con l'acidità. Grande persistenza. Perfettamente bevibile. Grande aplomb, nonostante l'età.

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