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L'intervista

Novella Pastorelli: “Doc, Docg, Rosato e prossimi obiettivi: vi dico tutto sul consorzio del Primitivo di Manduria”

17 Maggio 2024
Novella Pastorelli Novella Pastorelli

Intervenire sulla modifica del disciplinare del Primitivo di Manduria è necessario, ma qual è la strada migliore da seguire? Il dibattito è aperto, è in gioco il destino di un territorio e di tanti viticoltori. Il Primitivo è uno dei rossi più venduti, la produzione è cresciuta. Apparentemente va tutto bene, ma come è più volte stato segnalato il prezzo delle uve è crollato e si coltiva ovunque. In commercio si trova Primitivo Doc nel Cilento, in Terra d’Otranto, a Falerno del Massico, Gioia del Colle, Gravina e Matera, ma non Manduria l’area più vocata. La Doc è nata nel 1974. Il Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria nasce invece nel 1998 con l’unione iniziale di dieci aziende tra cooperative e private ed ha ottenuto il riconoscimento legislativo nel 2002. Attualmente conta oltre 2mila soci, 74 aziende di trasformazione e 190 aziende che commercializzano la Dop Manduria in tutto il mondo. L’aerale riguarda 18 comuni tra le province di Taranto e Brindisi e la sua produzione è attualmente suddivisa in Primitivo di Manduria Dop, Primitivo di Manduria Dop Riserva e Primitivo di Manduria Docg Dolce Naturale. Sono oltre 5 mila gli ettari vitati. Nel 2020 l’imbottigliato era così ripartito: areale di produzione 6.318.085,38 litri (30%) – fuori areale 14.989.840,5 litri (70%). Abbiamo intervistato la Presidente del Consorzio Novella Pastorelli.

Il dibattito sulle modifiche al Disciplinare di produzione è piuttosto vivace. Nel 2019 si discuteva dell’introduzione di una nuova Docg, l’ultima proposta del CdA prevedeva l’inserimento di zonazione e sottozone, mantenendo stabile la resa a 90 quintali per ettaro e il riconoscimento della Docg Primitivo di Manduria e la cancellazione per inclusione dell’attuale disciplinare Docg Primitivo di Manduria Dolce Naturale. Ad oggi ogni tipo di procedimento è sospeso. Il suo personale parere qual è?
“La procedura di modifica dell’attuale disciplinare di produzione con l’evoluzione dell’attuale Doc Primitivo di Manduria in Docg Primitivo di Manduria è stata avviata già dal vecchio cda nel 2019. L’attuale cda da me presieduto, insediatosi nel 2021 non ha fatto altro che riprendere quell’idea di Docg rielaborandola ed adattandola alle attuali necessità dell’area di produzione. Desidero chiarire che, contrariamente a quanto riportato in modo confuso ai nostri viticoltori, la nostra proposta di Docg non modifica la resa, che rimane fissata a 90 quintali per ettaro. Durante l’ultima assemblea del 23 aprile 2024, la modifica è stata momentaneamente sospesa per dare la possibilità di verificare, al tavolo tecnico, se la stessa possa essere integrata con altre eventuali proposte che ovviamente devono trovare un riscontro normativo a supporto”.

Ci sono novità sulle prossime elezioni?
“Sì certamente. Il cda ha recepito in toto la relazione depositata in sede di Consiglio di amministrazione dal comitato elettorale nella quale si riportano le indicazioni circa le candidature ammesse e circa quelle escluse perché deficitarie dei requisiti indicati nel nostro statuto”.

Un bilancio del suo mandato che sta per concludersi?
“È senza dubbio un bilancio positivo e proficuo. Questo Consiglio di amministrazione ha lavorato con impegno e determinazione adottando diverse iniziative volte a valorizzare e proteggere il nostro vino. Abbiamo inoltre introdotto, a partire dall’1 gennaio 2023, lo strumento di massima tutela che si possa dare ad un vino ovvero la “fascetta di Stato” su tutte le bottiglie di Primitivo di Manduria Doc una misura fortemente voluta dal tutto il Cda a garanzia dell’autenticità e della qualità del nostro prodotto, dalla vigna fino alla bottiglia preservando il patrimonio enologico della nostra regione. Abbiamo implementato corsi di formazione e abbiamo introdotto importanti innovazioni nel settore della vigilanza, formando il personale interno per assumere il ruolo di agenti vigilatori a partire da luglio 2023. Grazie all’impegno di tre dipendenti, abbiamo condotto un programma di vigilanza capillare con 70 campionature effettuate su scala nazionale, internazionale e online. Questo approccio proattivo testimonia il nostro costante impegno nel garantire la qualità e l’autenticità del Primitivo di Manduria, contribuendo a rafforzare la fiducia dei consumatori nella nostra denominazione. Abbiamo valorizzato il Primitivo di Manduria attraverso innumerevoli iniziative volte a far conoscere il nostro vino promuovendolo in moltissimi mercati e raggiungendo consumatori in tutto il mondo con la partecipazione ad eventi nazionali ed internazionali al fine di accrescere l’appeal verso la nostra Doc. Inoltre, abbiamo dato vita a numerose iniziative promozionali, tra cui spicca il progetto Radici Virtuose. In Italia, abbiamo intensificato la nostra presenza alle varie edizioni del Vinitaly e partecipato a eventi di rilievo nelle principali piazze italiane, come Napoli, Roma, Torino, Bologna e Milano, contribuendo così a consolidare ulteriormente la presenza del Primitivo di Manduria sul territorio nazionale. Inoltre, abbiamo promosso e organizzato attività di incoming, coinvolgendo operatori del settore e giornalisti internazionali, al fine di far conoscere da vicino il territorio della Dop Manduria. Queste iniziative hanno contribuito significativamente ad aumentare la consapevolezza e la conoscenza dell’intera zona di produzione, composta da 18 comuni. Le terre del Primitivo di Manduria vantano un’identità enologica unica, basata sull’eccellenza, la diversità e la ricchezza del territorio e della cultura locale. È fondamentale rafforzare questo primato attraverso l’organizzazione e la razionalizzazione dei nostri strumenti avendo sempre un occhio attento sulla sostenibilità. Ci impegniamo attivamente anche nel ruolo della tutela della denominazione. Tra i nostri compiti principali, vi è la presentazione di ricorsi in tutto il mondo per difendere la denominazione contro i contraffattori del marchio. I controlli non sono solo un deterrente contro pratiche illegali o scorrette, ma rappresentano anche un incentivo per le aziende che si impegnano per la qualità e la sicurezza dei propri prodotti. Un sistema di controllo efficace è la migliore garanzia per preservare la qualità delle nostre produzioni e per aumentare il valore aggiunto dei nostri prodotti sui mercati nazionali e internazionali. C’è ancora un progetto che dobbiamo realizzare ovvero la vinificazione del Primitivo di Manduria Doc Rosato al quale tengo moltissimo, un’idea lanciata dalla sottoscritta al Vinitaly dell’anno scorso e personalmente condivisa, già in quella stessa sede con molti grandi e piccoli produttori, oltre che con i componenti del cda, raccogliendo l’entusiasmo degli stessi. Da allora il cda ha lavorato su questa idea, l’ha deliberata in data 14/03/24 ed ora il nostro consulente sta lavorando ad una bozza di sinottico di rosato che sarà poi portata all’attenzione del tavolo tecnico per una valutazione condivisa ed in fine approvata in assemblea. La possibilità di vinificare in rosato a mio avviso, come ho già detto più e più volte amplierebbe l’area di vendita per le nostre cantine verso quei paesi che prediligono vini più leggeri. Mi impegnerò al massimo perché questo progetto che ribadisco è prerogativa da oltre un anno di questo cda – e di nessun’altro-, possa trovare attuazione”.

Il Primitivo di Manduria non ha ancora una brand identity ben definita. Secondo lei, nel processo di creazione del brand si dovrebbe privilegiare l’area di produzione con, ad esempio il nome Manduria primitivo o in alternativa il vitigno, ormai replicabile ovunque, Primitivo di Manduria?
“Nel processo di creazione del brand per il Primitivo di Manduria, ritengo che sia fondamentale privilegiare l’area di produzione, valorizzando l’identità territoriale per distinguerci dagli altri primitivi presenti sul mercato. Questo approccio ci consente di enfatizzare l’autenticità e l’unicità del nostro prodotto, sottolineando il legame stretto tra il vino e il territorio di Manduria. Concentrarsi sul nome Manduria Primitivo, ad esempio, evidenzia il luogo di origine del vino e ne sottolinea la specificità. Questo approccio ci permette di trasmettere un messaggio chiaro e diretto ai consumatori, associando il vino a una regione geografica ben definita e riconosciuta per la qualità delle sue produzioni. Allo stesso tempo, è importante proteggere il nome Primitivo di Manduria come denominazione d’origine controllata, lavorando attivamente per la sua tutela e promozione. Questo ci consente di mantenere l’autenticità e l’integrità del marchio, garantendo che il consumatore possa identificare facilmente e affidarsi alla qualità del prodotto. Ci adoperiamo costantemente per valorizzare l’identità del territorio, rappresentando le varie sfaccettature della Doc Primitivo di Manduria. Attraverso la promozione delle bellezze paesaggistiche, culturali e enogastronomiche dei 18 comuni all’interno della Doc, vogliamo trasmettere un racconto autentico e coinvolgente del nostro territorio e delle sue eccellenze vitivinicole”.

Limitare l’imbottigliamento nell’area di produzione e la resa per ettaro sono misure che potrebbero migliorare la percezione in termini di qualità del Primitivo di Manduria?
“La percezione della qualità del Primitivo di Manduria è strettamente legata alla filosofia di “meno quantità per produrre meglio”. Questo significa che, anziché concentrarsi esclusivamente sulla massimizzazione della produzione e dei rendimenti, ci dobbiamo concentrare sulla qualità e sull’eccellenza del prodotto finale. La riduzione della resa per ettaro è uno strumento indispensabile in annate particolari, come quella appena passata, che consente di gestire al meglio le produzioni e soprattutto di diminuire il liquido in circolazione bilanciando domanda ed offerta. Circa l’imbottigliamento in zona, il territorio non è ancora pronto ad accogliere un imbottigliamento in loco della Doc peraltro, come è noto, la legge attribuisce il diritto di deroga pertanto ritengo sia un falso problema”.