Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
La curiosità

Dal nostro Cin Cin al Kampai fino al Salud: come si brinda in Italia e nel mondo

28 Dicembre 2021

di Ambra Cusimano

E’ giunto il momento tanto atteso!

La fine dell’anno e l’inizio di quello nuovo (che si spera essere migliore di quello precedente). La notte di Capodanno si avvicina e insieme a lei il momento di stappare bottiglie e far tintinnare i bicchieri per brindare allegramente con amici e parenti. La tradizione del brindisi però non accompagna solo il Capodanno, bensì eventi di ogni tipo come compleanni, matrimoni e celebrazioni varie. Ma perché brindiamo e soprattutto, come e a cosa si brinda negli altri paesi? Innanzitutto il termine brindisi deriva dallo spagnolo brindis, parola appresa dagli ispanici a contatto con i lanzichenecchi che pronunciavano in tedesco bring dir’s, ovvero “lo porto a te” (il saluto). Nonostante l’etimologia della parola, è ampiamente diffusa la credenza che il tradizionale gesto di brindare risalga a tempi immemori. Nel mondo antico ad esempio, in occasione dei banchetti, era quasi sempre presente una persona addetta al brindisi come il simposiarca ai tempi dei greci o l’arbiter bibendi presso i romani, o ancora il tamada georgiano, figura che ha ispirato il moderno sommelier, cerimoniere che teneva i discorsi durante i “Supra”. Le teorie su questo conviviale gesto sono le più disparte e strambe, come quella legata alla leggenda secondo cui tutto iniziò quando si facevano toccare i bicchieri tra loro in modo che la bevanda si riversasse nell’altra scongiurando qualunque possibilità di avvelenamento. Quale di queste storie sia vera non abbiamo alcuna certezza, ma è certo che il brindisi è entrato a far parte dei gesti quotidiani nella maggior parte dei paesi del mondo. E come ci sono tante storie legate al brindisi, altrettante sono le parole che in ogni nazione si usa pronunciare per accompagnarlo. Dal nostro consueto Cin Cin! o Salute! al Kampai! giapponese; dal Salud! spagnolo al L’chaim ebraico; dallo Skål! norvegese e danese al Cheers! inglese e statunitense. Diverse parole e svariate ragioni e modi per brindare, alcuni davvero curiosi e bizzarri…

In Messico ad esempio è tradizione aggiungere un po’ di “scintillio” durante il brindisi di Capodanno facendo scivolare un anello d’oro sul fondo del bicchiere prima di esclamare Salud! Il fine sarebbe quello di garantire più denaro nell’anno avvenire. Tentar non nuoce comunque… In Cina, dove si pronuncia la parola Gambei prima di brindare, lo si fa per rispetto alla persona con cui si brinda. Gambei letteralmente significa “bicchiere vuoto” ed è infatti tradizione svuotare il proprio bicchiere ad ogni brindisi, ma non solo. Quando i cinesi brindano tra loro, usanza vuole che la persona con uno status inferiore abbia il bicchiere leggermente meno pieno degli altri. In Francia e Germania invece basta rompere il contatto visivo con l’altra persona per aggiudicarsi la terribile sventura di fallimenti sotto le lenzuola per la bellezza di sette lunghi anni. In Repubblica Ceca vige lo stesso principio, anche se più complicato. Infatti il brindisi viene rivolto ad ogni singolo individuo seduto al tavolo, dicendo Na Zdravy! prima di mandar giù il primo sorso e mantenendo il contatto visivo. Inoltre bisogna assicurarsi di non far fuoriuscire il proprio drink dal bicchiere e soprattutto di non incrociare le braccia con gli altri commensali. Questo ultimo gesto scatenerebbe infatti la maledizione sulla propria vita sessuale. Tornado in Georgia, durante i “Supra”, il tamada (spesso indicato come il “dittatore della tavola”) potrebbe condurre i propri ospiti fino a 30 brindisi rivolti sia ai vivi che ai morti. Nel frattempo il povero tamada dovrà mantenere un certo contegno, perché sarebbe vergognoso se si ubriacasse, mentre costretto a svuotare il proprio bicchiere ad ogni alzata di bicchiere. Ci auguriamo dunque possieda un fegato di ferro! In Ucraina e Russia si usa invece spargere letteralmente i propri desideri nei calici colmi di Champagne prima di brindare al nuovo anno. Infatti durante la vigilia di Capodanno gli abitanti di queste due nazioni scrivono i loro desideri su un pezzo di carta che successivamente bruceranno e le cui ceneri spargeranno all’interno dei loro bicchieri prima di buttare giù un bel sorso dei loro sogni e speranze che si dovrebbero avverare nei futuri 365 giorni. Quale sia la tradizione che più vi si addice in alto i calici (senza acqua) e buon 2022!