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L'azienda

Quel Cannonau in versione rosato: la scommessa (vinta) di Siddùra

21 Febbraio 2024
I terreni dell’azienda Siddùra a Luogosanto I terreni dell’azienda Siddùra a Luogosanto

Il Cannonau può essere bevuto anche in versione rosato e inizia a dare soddisfazione a chi lo produce. È il caso dell’azienda sarda Siddùra.

Il colore rosé del suo Cannonau ricorda il cielo al tramonto, colore tipico del paesaggio sardo di Luogosanto, in provincia di Sassari. È qui che opera l’azienda con i vitigni che si affacciano sul mar Mediterraneo, un po’ come a richiamare la Provenza. Ed è qui che da uve cannonau viene prodotto un cannonau di Sardegna Doc rosato: il Nudo.

Oggi questo rosé è stato premiato come miglior Cannonau d’Italia dalla guida di Luca Maroni e la carta vincente è tutta basata sul microclima presente nella zona di produzione. “Il progetto – spiega a Cronache di Gusto l’enologo della cantina, Dino Dini – parte proprio da questo presupposto. Il microclima presente si presta a fare un cannonau con un profilo di colore molto scarico che avvantaggia gli aspetti di maturazione del vino e l’affinamento con particolare riguardo alla piacevolezza della colorazione rosé. La tonalità chiara che richiama appunto il cielo al tramonto dà una longevità al prodotto più forte”.

Un rosato che contraddistingue Siddùra per stile e qualità. Un’azienda che già dal motto, “Sardegna in purezza”, vuole regalare al consumatore il piacere della naturalezza dei prodotti che crea. I vigneti di Siddùra sono incastonati in una vallata protetta da venti freddi e azioni che colpiscano il prodotto. “Le soddisfazioni più grandi – ci racconta il direttore commerciale, Raffaele Cani – sono gli attestati ma anche il mercato. Ogni anno a fine agosto abbiamo terminato le scorte del vino e questo significherà qualcosa. Noi lavoriamo cercando di creare i prodotti migliori, tentando di trovare procedure e tecniche per avere in questo caso con il Nudo un rosato che sia in linea con l’evoluzione del consumatore. Siddùra è un’azienda che vuole produrre grandi vini, per una fascia di mercato di medio/lusso e il rosato non fa eccezione”. 

 

Raffaele Cani, Direttore Commerciale Siddùra Raffaele Cani, Direttore Commerciale Siddùra

I sentori che vengono esaltati sono fruttati, floreali e agrumati, con le sfumature di rosa risultato di un contatto limitato tra il mosto e le bucce di uve rosse Cannonau nel corso della vinificazione. “Come tutti i rosé – ci spiega ancora Dini – la base dell’uva del Nudo è più simile alla lavorazione di uva bianca che a quella di uva rossa. Per meglio dire, come nelle uve che sono adatte a dare profilo acidico più piacevole, delle sostanze fenoliche che non devono necessariamente essere concentrate. Ci si concentra così a creare un prodotto fresco e salino. Si va in questo modo su produzioni un po’ più elevate rispetto al rosso: si sta a 80/90 quintali a ettaro, si nobilitano le caratteristiche dell’uva naturale che rispecchiano quello che deve essere un prodotto bianco”.

Con una produzione di 250mila bottiglie e un mercato che guarda sempre più oltreoceano, l’azienda nasce dall’idea di Nathan Gottesdiener, imprenditore tedesco innamorato della Sardegna che decise di investire nel mondo del vino quasi come una scommessa. Oggi Siddùra, con i suoi 232 ettari di terreno di cui oltre 50 vitati.