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L'evento

Brunello di Montalcino 2009, il verdetto di critici e giornalisti

23 Febbraio 2014
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C'è chi l'ha definita un bungee jumping, chi l'ha promossa con 6, chi vuole pronunciarsi fra qualche anno ma tutti concordi che non sia un'annata da annoverare tra le grandi o da cinque stelle.

Già sull'entrata in scena di una 2009 non memorabile si pronunciavano da tempo pronostici e primi release. Arriva la conferma. Ecco i commenti a caldo sul Brunello di Montalcino 2009 di alcuni tra i palati più esperti, master of wine, penne del vino e critici stranieri e italiani, che in queste ore hanno presidiato i tavoli d'assaggio all'Anteprima Benvenuto Brunello. 

Tim Atkin, Master of Wine, giornalista, co-chairman International Wine Challenge, conduttore alla BBC: “La 2009 vede emergere diversi Brunello, con caratteristiche molto diverse l'uno dall'altro, in media la definirei una buona annata. Il vino è fine, non è la top ma dopo la 2006 è una delle migliori”.

Carla Capalbo, wine writer, firma di Decanter, fotografa: “Penso che la 2009 non sia una grandissima annata. I vini sono pronti da bere in tempi più corti, questo può essere un vantaggio. Sono piacevoli ma senza una grande complessità se ragioniamo in termini di futuro, di invecchiamento”.

Iveta Steinerovà, wine writer, Wine&Life: “La mia opinione sull'annata 2009 è molto confusa. Ho trovato vini ancora troppo giovani con acidità spiccatissima, altri molto corposi, forse rispecchiano delle scelte adottate per fronteggiare un anno non facile. Alcuni li ho trovati poco fini e puliti. È difficile individuare il vino di una cantina sul quale possiamo tranquillamente affermare che potrà andare incontro ad un buon invecchiamento. Per me la 2009 è un'annata media, da uno a dieci la voto 6”.

Peter Sterba, wine writer, Vino&Still: “Alcuni vini sono buoni, altri di minore qualità, come un bungee jumping, non eguaglia assolutamente la 2006 che era di un altro livello”.

Mayumi Nagakawara, wine writer e scrittrice: “Trovo la 2009 una bella annata: fresca e con una bella acidità. Mi piace molto, sicuramente il Brunello vuole ancora tempo. E la preferisco a quella precedente, secondo me questa è una annata da buon invecchiamento”.

Andrea Gabbrielli, giornalista e critico: “Ci sono una serie di valori consolidati negli anni che anche in queste annate medio, medio alte vengono rispettate. Credo che questo sia in assoluto il periodo peggiore per assaggiare il vino. Estremamente penalizzante. Il Brunello ha la necessità di stare in bottiglia e di avere tranquillità, e per questo non si possono dare giudizi netti su questo tipo di vini che assaggiati, invece, dopo cinque anni esprimono un livello di completezza che oggi non riescono a dare”.

Gigi Brozzoni, critico, curatore Guida I Vini di Veronelli e direttore del Seminario Permanente Luigi Veronelli: “Non e' un'annata entusiasmante. Il clima non ha consentito una ottimale maturazione delle uve, risulta troppo accentuata nel gusto e con tannini troppo verdi che non danno una grande piacevolezza. Il vino è spigoloso, nervoso, difficile. Chi fa degustazioni di vecchie annate si sarà poi reso conto che il tempo migliora altre cose ma per altre, come la struttura tannica non ci sono cambiamenti, può rimanere acerbo, insomma bisogna partire con l'annata giusta. Se il clima è inclemente e non fa quello che noi vorremmo c'è poco da fare”.

Giancarlo Gariglio – curatore Guida Slow Wine: “Il Consorzio da anni dà 4 o 5 stelle quindi uno si aspetta sempre un'annata buona ma poi alla prova dei fatti alla prova d'assaggio non sono così eclatanti come ci si aspettava. Per il resto non la criticherei troppo. Chi ha lavorato bene ha raggiunto i risultati. Un' annata media con buone punte, con qualche azienda che ha fatto uno scivolone date le difficoltà climatiche. Alcuni vini sono ancora molto giovani. Sintetizzando, è la classica annata in cui si vede di più la bravura del produttore”.

Maurizio Gily, millevigne.it “Qualcuno la sta un po' sottovalutando. Non è un'annata memorabile, complessivamente sta nella media, ci sono punte di eccellenza, ci sono vini un po' magri con un alcol elevato e con finale un po' amaro ma è la caratteristica dell'annata.  Nel complesso è buona, non ho notato elementi di sovramaturazione, o vini cotti e nemmeno difetti o deviazioni. Il livello tecnico è alto. Credo che venga fuori la vigna, Montalcino. Questo è un territorio molto diversificato con tante differenze tra una zona e l'altra, dal punto di vista climatico e di suolo, e si riflette in una diversità che comunque c'è in tutti gli anni, e in annate come questa è piu accentuata”.

Gianni Fabrizio, Guida Vini d'Italia del Gambero Rosso: “Non è un'annata da promuovere in toto o da bocciare. Un'annata calda con vini tendenzialmente con aromi un po' maturi, di frutta cotta, confettura, erbe secche, per quanto riguarda l'olfatto. Al palato troviamo sia vini morbidi per via di un alcol importante, sia vini piuttosto tannici per via dei tannini che non sono maturati completamente. Non è nelle mie corde”.

Manuela Laiacona