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L'evento

Cibus, edizione da record: si chiude con oltre 72 mila visitatori

13 Maggio 2016
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di Michele Pizzillo

Hanno ragione, a Parma, a parlare di grande successo per la 18^ edizione di Cibus, fiera internazionale dell’alimentazione,organizzata da Fiere di Parma e Federalimentare. I numeri lo confermano: 3 mila aziende espositrici su 130 mila metri quadri, 72 mila visitatori di cui 16 mila operatori esteri e 2.200 top buyer; due anni fa i visitatori erano 67mila, gli operatori esteri 13 mila.

Ma a fare di Cibus 2016 “la migliore edizione di sempre, che ha raccolto il testimone di Expo2015  ed ha visto il comparto agroalimentare italiano presentarsi con circa mille innovazioni di prodotto, pronte a conquistare i mercati esteri e recuperare posizioni sul mercato interno”, dice Elda Ghiretti, Cibus brand manager, sono anche l’alto volume di affari conclusi e tantissimi quelli ben avviati, che, a quanto pare, hanno soddisfatto sia le aziende, sia i  buyer esteri e italiani.

E, a convincere il mondo imprenditoriale del cibo che il format Cibus è quello giusto per consolidare la crescita dell’agroalimentare italiano sui mercati esteri; è che è diventato una sorta di palcoscenico dove presentare prodotti nuovi, favorire l’eco-innovazione nei prodotti agroalimentari, con particolare attenzione alla sostenibilità e al rispetto ambientale. Con universitari o neo laureati come protagonisti della voglia di innovazione che si avverte nel mondo del food.
Per questo motivo, probabilmente, è stato deciso che nell’aprile del 2017 debutterà “Cibus Connect”, un evento che comprende un forum internazionale con esperti di food and beverage da tutto il mondo ed una forma espositiva light finalizzata al matching con la grande distribuzione.
Non sono mancati convegni e incontri per dibattere problematiche come la nutrizione, l’innovazione e il potenziamento delle filiere dell’agroalimentare italiano.

Così, per esempio, nell’ambito di  “Pianeta Nutrizione”, si è parlato di “Alimenti: miti e controversie” dedicato alla gluten free sensitivity e ai lipidi. L’evento, cui hanno partecipato 350 tra nutrizionisti, medici, dietisti, è stato organizzato da Fiere di Parma, Aim Group International, Università degli Studi di Parma e Sinu, con il patrocinio di Simg, sindacato italiano medici generici. In questo contesto il Rettore dell’Università di Parma, Loris Borghi, ha sottolineato che l’Ateneo locale, attraverso la ricerca scientifica, crea sinergia con gli imprenditori e può diventare il centro di riferimento per il comparto alimentare.
Sfatati anche alcuni miti, in questo Cibus di grande respiro, come seguire una dieta senza glutine assunta da soggetti non affetti da celiachia o da sensibilità al glutine non è più salutare di una dieta normale; allo stesso modo, gli acidi grassi polinsaturi, tra cui l’omega 3, non hanno azione benefica se assunti in elevate quantità. Altro tema affrontato nel corso del convegno è la difficoltà nel far chiarezza, anche in campo scientifico, su tematiche riguardanti differenti patologie legate all’assunzione di glutine. Secondo recenti studi, l’eliminazione di alcuni alimenti identificati nella foodmap (come alcuni carboidrati, lattosio, fruttosio, galattani, etc.) sarebbero fattori scatenanti dell’infiammazione intestinale. Inoltre, non tutti gli alimenti ricchi di grassi andrebbero demonizzati, poiché possono avere effetti benefici su pazienti diabetici. E’ stato anche sottolineato che talvolta le diete del “senza” sono seguite anche in assenza di reali patologie, come fosse una moda.

Coop Italia, poi, ha presentato una nuova società, “Coop Italian Food spa”, che ha l’obiettivo di divenire il punto di contatto più qualificato tra i produttori alimentari italiani ed i player internazionali che intendono proporre il meglio dell’italian food. “Coop mette in campo reputazione e capacità di selezionare aziende e prodotti – ha spiegato Domenico Brisigotti, ad di Coop Italian Food – per ricoprire le vesti di aggregatore dell’eccellenza alimentare nazionale e proporla ai singoli retailer internazionali nelle specifiche modalità richieste”.Anche E.Leclerc si affida all’esperienza di Coop Italia per selezionare la vera tipicità. “Anche nei nostri pdv – ha dichiarato Frédéric Gheeraert, dg Scamark E.Leclerc – assistiamo a un fenomeno di valorizzazione. La tipicità regionale assume un ruolo sempre più importante. Pensiamo a un prodotto come la mozzarella: oggi un numero crescente di consumatori francesi conoscono e chiedono la burrata, prodotto sconosciuto in Francia fino a qualche anno fa. Ovvio che per vendere la tipicità italiana oltralpe occorre spiegare bene l’origine e la cultura d’origine e per fare questo la tecnologia digitale e l’interazione con il consumatore possono aiutarci. Naturalmente l’alleanza con Coop Italia ci permette di selezionare al meglio i prodotti regionali”.

Senza dimenticare il convegno “Identity-Food nel Risto-Retail”, organizzato da Kiki Lab-Ebeltoft Italy in collaborazione con Gola Gola! Festival e Largo Consumo, per focalizzare l’attenzione sui concept ibridi di Risto-Retail che uniscono vendita e consumo. Con Antonio Cellie, ceo di Fiere di Parma, che sottolinea come “questo distillato di contenuti mostra alla community di Cibus (industria e retailer) nuove prospettive di collaborazione nella formula del cross format del Risto-Retail un tema che approfondiremo durante CibusConnect nel 2017 per proporre al mercato internazionale anche questo strumento di valorizzazione per il made in Italy alimentare ”.

Mentre il Consorzio Parmigiano Reggiano ha presentatola terza edizione di “Sono come Mangio”: un percorso di educazione alimentare che ha coinvolto 170 Istituti di scuola primaria e secondaria in 9 regioni italiane, con l’obiettivo è insegnare ai bambini un corretto stile di vita, attraverso attività ludico-didattiche in aula e visite outdoor in cui vivere l’esperienza dell’intera filiera alimentare del parmigiano.
E “OI Pomodoro da Industria del Nord Italia” ha lanciato il progetto “Scendiamo in campo per il pomodoro: campagne e fabbriche aperte”, per rendere accessibile e verificabile a tutti le attività della filiera. L’obiettivo di OI Pomodoro è quello di presentare una filiera all’insegna della sostenibilità ambientale, la trasparenza e la responsabilità sociale.

Infine l’acquacoltura italiana che fornisce prodotti ittici dalle proprietà organolettiche garantite dai severi e restrittivi controlli della legislazione italiana, che in campo ittico è la più avanzata d’Europa, ha voluto ribadire che gli esemplari ittici utilizzati nei nostri ristoranti vengono allevati con mangimi rigorosamente controllati e naturali grazie alla mancanza di metalli pesanti, la possibilità di mangiare un prodotto eccellente è assicurata dal fatto che il pesce, essendo immesso in commercio da “giovane” non avrà la possibilità di entrare in contatto con i metalli pesanti.

C.d.G.