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L'iniziativa

Al Nero d’Avola o con il suino dei Nebrodi: “Ke Palle” presenta il nuovo menu di arancine

06 Novembre 2015
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di Manuela Zanni

L'arancina è “fimmina”, ossia donna. Questo ormai sembra essere diventato un vero e proprio tormentone che ha tranquillizzato coloro che sostengono che il nome di questa squisitezza tipicamente palermitana non possa che essere declinato al femminile, non solo perché, come la maggior parte delle cose belle e buone, debba essere ricondotto alla femminilità, ma soprattutto perché, come è evidente, la sua forma scimmiotta quella dei preziosi frutti della Conca d'Oro, che da sempre e per sempre, si chiameranno inequivocabilmente arance.

Fatta quella che per una palermitana doc è una premessa doverosa, ci sembra altrettanto doveroso affermare un altro assunto di base, ossia, che l'arancina è anche tonda. A dare conforto a questo postulato, troviamo “l'arancinificio”, “KePalle”, che della forma sferica dell'arancina ha fatto il suo stendardo, al punto da scatenare “l'ira funesta” di tutti coloro abituati alla classica forma oblunga che distingue l'arancina al burro da tutte le altre tipologie.
E se parliamo di comunicazione efficace, non possiamo tralasciare lo slogan dell'evento “fritta di stagione” con cui presso la sede di via Terrasanta,111 a Palermo, è stato proposto ad un pubblico di enogastromaniaci , composto da blogger e giornalisti del settore Food, opinion maker e clienti tra i più affezionati, il nuovo Menù Autunno / Inverno di arancine.

“Ke Palle ha innovato la tradizione dell'arancina – spiega Danilo Li Muli, fondatore di Ke Palle insieme a Marusca Mercadante ed Eva Polanska. Sono orgoglioso di questo brand che presto raggiungerà il traguardo del terzo punto vendita a Palermo e in contemporanea quello del primo a Trapani, per continuare l'anno prossimo con diverse aperture nelle più grandi città italiane. Il tutto nel rispetto della nostra mission: rendere l'arancina un prodotto internazionale, grazie a una catena siciliana di “arancine d'autore” che combina la tradizione di un prodotto quasi millenario, con l'innovazione in ingredienti e preparazioni”.

Una serata che ha ancor di più trasformato e “nobilitato” l'arancina da gustoso prodotto streetfood a cibo gourmet, con proposte e combinazioni davvero sorprendenti, giudicate dagli ospiti attraverso l'utilizzo di schede anonime, sulle quali esprimere la propria opinione in merito ad ogni  possibile aspetto, dalla croccantezza alla doratura, alla farcitura, fino all'accostamento di sapori e
ingredienti. Il tutto accompagnato da un partner d'eccezione, le cantine Mandrarossa, che per l'occasione ha accostato alle arancine un'apposita selezione di vini in abbinamento ai condimenti utilizzati. 

Tante le possibili combinazioni da assaggiare, create dallo chef Adriano Pizzurro, con una predilezione, come decretato dalle oltre 350 schede raccolte, per l'arancina con riso al Nero d'Avola e stracotto, l'arancina con ragù di cinghiale dei Nebrodi, l'arancina con salsiccia, cavolicelli e pomodori secchi, l'arancina in pastella di spinaci, condita con funghi porcini , che entreranno di diritto a far parte del menù.
Da una suggestione della food expert Teresa Armetta e poi brevettata – è stata proposta anche l'innovativa arancina inversa, condita esternamente con speck e Vastedda del Belice Dop, con un cuore di riso cotto con Nero d'Avola, che, tuttavia, ha diviso il parere dei degustatori, e una dolce, con un cuore di cioccolato e frutti di bosco, apprezzata da molti poiché la dolcezza vince sempre, ma non da tutti, probabilmente poiché, tirando le somme, l'arancina oltre ad essere fimmina e tonda, deve recare con sé, sempre e comunque, il richiamo alla tradizione.