Da sinistra, Massimo Cerofolini, Daniele Cernilli, Sergio Zingarelli,
Daria Filardo, Donatella Cinelli Colombini e Simona Gavioli
Come l’arte interpreta e dà voce al proprio territorio, così il vino esprime un valore simbolico d’identità e appartenenza.
Storie, tradizioni e luoghi possono essere raccontati su una tela o possono esprimersi assaporando una bottiglia di Chianti Classico. Sono quei “Silenziosi Racconti” sensoriali che tanto hanno da dire e che sono stati al centro del convegno organizzato da Rocca delle Macìe, azienda vitivinicola dalla forte identità territoriale, tenutosi il 3 ottobre all’Auditorium G. Burrini di Siena.
Tre le macro aree esplorate: l’arte, il vino e il territorio. Il loro indissolubile legame, che dalla storia ci porta ai giorni nostri, si trasforma in un patrimonio da tutelare e salvaguardare e che dovrà essere interpretato dai 16 artisti che parteciperanno al Premio Internazionale Zingarelli/Rocca delle Macìe.
Molte le personalità di spicco e gli esperti che hanno arricchito questa “rassegna storica” del territorio: Donatella Cinelli Colombini, fondatrice del “Movimento del Turismo del Vino”, Daniele Cernilli, il “Doctor. Wine” d’Italia, la storica dell’arte Daria Filardo e Sergio Zingarelli, patron di Rocca delle Macìe e presidente del Consorzio del Chianti Classico. Un interessante viaggio su come vino e arte siano riusciti a valorizzare una terra, come la Toscana, che ogni anno richiama un turismo sempre più affamato di storia, bellezza e cultura enogastronomica. E Rocca delle Macìe, nel cuore del Chianti Classico, vuole ribadire proprio il ruolo chiave dei vinaioli del Gallo Nero, ora più “forti” dopo il restyling del marchio, nella tutela e promozione di un patrimonio incalcolabile dal punto di vista naturalistico, culturale ed economico.
La terza edizione del Premio di Pittura, a cura di Simona Gavioli, ha voluto coinvolgere gli artisti, provenienti anche dagli Stati Uniti, Albania e Iraq, in un percorso emozionale tra le strade, le opere e le vigne della zona del Chianti Classico. Un premio che, com'è stato definito in conferenza, vuole “imitare” le “piante spie” sui filari delle vigne: le rose, in quel caso, preservano l’uva, mentre il Premio vuole tutelare i giovani talenti del futuro. A loro l’arduo compito di eternizzare, attraverso le opere, lo spirito e i sapori di questa terra.
Valentina Gravina