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L'iniziativa

Il Refettorio ambrosiano di Bottura e Rampello non chiuderà: pasti per un altro anno

19 Dicembre 2015
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(Massimo Bottura all'ingresso del Refettorio ambrosiano)

da Milano, Michele Pizzillo

A don Giuliano Savina, parroco di Greco, la chiesa dove la Caritas ha aperto il “Refettorio ambrosiano”, mensa solidale realizzata su idea dello chef Massimo Bottura e il regista Davide Rampello per il riuso delle eccedenze alimentari durante i sei mesi di Expo, il Comune di Milano ha conferito la massima benemerenza civica, l’Ambrogino d’Oro.

Mentre Maurizio Vezzani, ceo di uno dei più importanti pastifici italiani, Zini di Cesano Boscone che rappresenta la pasta di Milano per eccellenza, alla vigilia dei sessant’anni di attività dell’azienda fondata dalla nonna Euride Zini, nel 1956, si è fatto un grande regalo, prima a se stesso e alla famiglia, poi anche a chi ne ricaverà beneficio: assicurare il prolungamento dell’attività del Refettorio Ambrosiano per un anno. Zini, infatti, garantirà la fornitura della pasta, di diversi formati, per i 50 mila pasti necessari per assicurare un piatto caldo a centinaia di bisognosi che ogni sera si rifugiano in questa mensa trovando anche persone che li fanno sentire addirittura ospiti.

Infatti, l’idea di Bottura e Rampello, oltre al recupero di derrate alimentari che sarebbero andate gettate, era quella di trasformare in luogo accogliente una mensa della carità. Tant’è vero che oltre a chef stellati che hanno cucinato per i più sfortunati, a rendere accogliente la mensa, sono stati anche celebri nomi nel campo dell’arte, del design e dell’architettura che hanno collaborato nella ristrutturazione del vecchio teatro abbandonato del quartiere Greco oltre che arricchire di opere d’arte il refettorio.

Secondo Vezzani “la collaborazione con il Refettorio ambrosiano rappresenta la nostra attenzione per il sociale. E, quindi, siamo onorati di far parte di questo straordinario progetto e siamo sicuri che la nostra partecipazione ci stimolerà ad una gestione sempre più attenta delle eccedenze, oltre che permettere a tutti gli ospiti del Refettorio di conoscere la qualità della vera pasta fresca italiana”. Tant’è che Zini ha coinvolto uno chef pluripremiato come Tomas Morazzini, da tempo entusiasta della qualità e del gusto dei prodotti del pastificio milanese, per un ruolo attivo nella preparazione dei pasti destinati ai più bisognosi.


(Euride Zini in una foto dell'album di famiglia)

Quando a Vezzali chiediamo il costo di questa operazione ci risponde che iniziative del genere non sono quantificabili sotto l’aspetto finanziario, perché vanno fatte per dare una mano a chi è in difficoltà. E, aggiunge: “Da 60 anni Zini ha fatto della qualità, del gusto e dell’esportazione del made in Italy nel mondo i suoi punti di forza. Insieme alle iniziative di carattere sociale: adesso Zini incontra un altro esempio di eccellenza milanese, il Refettorio Ambrosiano: un progetto ambizioso, che ha profondamente coinvolto tutta l’azienda e l’ha spronata ad investire nel sociale, rinunciando ad altre iniziative”. D’altronde, non si può restare insensibili davanti ad un progetto che vede chef famosi che preparano il menù, artisti che hanno impreziosito gli interni, i volontari che riempiono di calore umano uno spazio dove il dolore si legge sul volto delle persone che lo frequentano. Adesso la Diocesi spera di trovare altre aziende disponibili a sostenere un’iniziativa che sta facendo tornare il sorriso sul volto di centinaia di disperati e che dovrebbe essere l’eredità che la Chiesa ambrosiana vuole donare alla città.

A Cesano Boscone, non molto lontano dalla meneghina piazza Greco, proprio in questi giorni di festa, negli immobili targati Zini, si stanno godendo il piacere di aver assicurato il funzionamento della mensa e, contemporaneamente si stanno organizzando per celebrare il sessantesimo compleanno di un’azienda nata da un piccolo pastificio a conduzione familiare entrato in funzione nel 1956 nel cuore di Milano. “Grazie ad una costante attività di ricerca e sviluppo, negli anni Sessanta vengono introdotti processi in continuo per l’impastazione e la cottura della pasta e nel 1978 Zini è la prima azienda italiana a produrre pasta fresca surgelata”, rammento Vezzani, terza generazione di questa importante famiglia di pastai che ha appena preso possesso di uno stabilimento che occupa 7.000 mq ed è un gioiello di tecnologie sostenibili che garantiscono la tutela dell’ambiente, il contenimento dei costi energetici e una riduzione del 96%  di consumo di acqua. Da questo stabilimento escono decine di varietà di pasta fresca distribuita in tutta Italia e gran parte del mondo. Accanto alla struttura produttiva principale, la mission aziendale che presta la massima attenzione alla responsabilità verso la salute e il benessere dei consumatori, Zini ha dedicato un intero stabilimento alla produzione di pasta senza glutine.