Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
L'iniziativa

No all’olio di palma, sul web la petizione supera 100 mila firme

06 Febbraio 2015
olio_di_palma olio_di_palma

La petizione promossa da Il Fatto Alimentare da Great Italian Food Trade su Change.org per arginare l’invasione dell’olio di palma negli alimenti e fermare il disboscamento delle foreste tropicali ha raggiunto 100 mila firme in poco più di due mesi.

“Vogliamo ringraziare tutti i sostenitori e annunciare che qualche cosa si sta muovendo. Sei catene di supermercati hanno dichiarato di voler togliere l’olio di palma dai loro prodotti a marchio (Coop, Esselunga, Carrefour, Ikea, Ld discount e Md market) ed alcune hanno già cominciato a vendere sugli scaffali biscotti e fette biscottate senza grassi tropicali. In particolare la scelta di Carrefour ha un valore importante perché si tratta di un percorso avviato anche in altri paesi e si prevede di portare a termine la progressiva e parziale sostituzione del palma entro il 2020. È bene ricordare che la sostituzione del grasso di palma con grassi che non peggiorano il livello nutrizionale e non penalizzano il gusto come olio di mais, girasole, colza… non comporta spese aggiuntive”.

Il Fatto Alimentare ha fatto un censimento dei biscotti, delle merendine, delle fette biscottate, degli snack e delle creme al cacao e nocciola (tipo Nutella) che non contengono palma: sono già circa 200 prodotti e la lista si allunga ogni giorno (http://www.ilfattoalimentare.it/olio-di-palma-biscotti-tab.html).
“Per rendersi conto dei motivi che ci hanno spinto – dicono i promotori dell’iniziativa – ad avviare questa campagna contro l’invasione dell’olio di palma basta dire che nel giro di pochi decenni l’Indonesia ha perso oltre 5 milioni di ettari di foreste primarie, convertite in monocolture di palme da olio, e oltre 4 milioni ne ha persi la Malesia, con effetti disastrosi sulla biodiversità locale. Abbattere foreste è, per varie ragioni, un sistema molto comodo per chi voglia avviare una piantagione di palme. Prima di diventare un campo agricolo, la foresta fornisce legname, mentre i roghi per la pulizia finale lasciano sul terreno cenere buona per la terra, che abbatte i costi iniziali di concimazione. Purtroppo la richiesta di olio palma è in aumento in tutto il mondo e i territori dedicati alle piantagioni continuano”.

C.d.G.