di Manuela Zanni
Se è vero, e lo è, che la pizza è uno degli alimenti più diffusi al mondo, lo è altrettanto che è sempre più richiesta una formazione adeguata per i pizzaioli in grado di garantire la qualità della pizza italiana.
Si assiste così sempre più spesso ad un esodo di massa dei pizzaioli italiani che partono oltre confine per dedicarsi alla propria formazione e specializzazione, divenuta, ormai, una necessità. Ecco che, in concomitanza all'aumento del consumo di pizza nel mondo, si assiste ad una maggiore attenzione e richiesta in termini di qualità ed esperienza. La formazione diventa dunque un must e le parole d'ordine per diventare pizzaioli professionisti sono competenza, disciplina e creatività. Queste le tematiche affrontate a Villa Niscemi a Palermo in occasione di una mattinata dedicata al riconoscimento della professione organizzata dall’Unione pizzaioli italiani (Upi).
“Il profilo professionale di pizzaiolo è stato riconosciuto in Sicilia a dicembre dello scorso anno con un decreto – ha detto l’assessore regionale siciliano alla Formazione Roberto Lagalla, che ne è il firmatario – ciò ha aperto un nuovo capitolo nel mondo della formazione dal quale non si può più tornare indietro”. La professione di pizzaiolo è da quattro mesi nel repertorio delle qualificazioni della regione siciliana: il profilo è il più completo e apprezzato dai pizzaioli italiani, che mirano al riconoscimento a livello nazionale. Tra i presenti alla tavola rotonda anche Antonio Cottone proprietario della pizzeria La Braciera e presidente Fipe, secondo il quale è necessario “alzare l'asticella della qualità. Non è importante aprire un locale bensì mantenerlo in vita lavorando ogni giorno affinchè i clienti siano motivati a ritornare”.