A Palermo la prima iniziativa la firma Codifas e ad aderire anche la condotta Slow Food
C’è Pippo che lavora in Telecom, Giusy impiegata in un’azienda sanitaria, Renzo, laureando in Architettura.
Poi ancora Gaetano che fa il logopedista, e ci sono Chiara e Daniele entrambi da poco hanno terminato l’università e innamoratissimi nella vita (sul loro annaffiatoio svolazzano i cuoricini).
Ecco gli ortisti di Palermo, coloro che hanno deciso di fare la loro piccola rivoluzione per il cibo sano e sostenibile cominciando da un piccolo fazzoletto di terra di 100 metri quadri. La squadra di questi appassionati degli ortaggi e della biodiversità in realtà è molto più numerosa. Ad avere dato impulso a questo movimento virtuoso è Codifas, l’associazione di agricoltori, presieduta da Ambrogio Vario, da tempo in pole position e battagliera sulla rivendicazione di uno spazio “etico” aperto alla cittadinanza dove fare cultura ed educazione alimentare a partire dalla zappa.
Marcello Cascino, Gaetano Previteri, Giusy Lala, Ambrogio Vario, Pippo Gambino
L’iniziativa dell’orto urbano è già da qualche anno in molte capitali europee e del mondo un must trendy icona di un certo life style cittadino, finalmente ha germogliato anche in quella sicula. Qui però non ha preso la deriva modaiola o hippy ma ha assunto i contorni di un progetto ben definito con tanto di contratto, di regole e valori a cui aderire e che vuole essere una reale e pratica soluzione, e anche risposta, al diritto della sicurezza alimentare. L’orto si trova in via Galletti a pochi metri dal mare, ricco di colori e di un’atmosfera che riporta al senso autentico della comunità. Si cura la propria particella ma si condivide anche con gli altri, si lavora tutti insieme e si gioisce dei frutti del lavoro. I week end all’orto, infatti, diventano occasione per assaporare le pietanze che ciascuno porta preparate orgogliosamente con ciò che si è coltivato. In questa oasi strappata all’incuria e al cemento rivive il ciclo delle stagioni che l’agroindustria ha oramai definitivamente cancellato dal calendario di Madre Natura.
Al di là del quadro bucolico, l’orto è un modo concreto per superare il momento attuale e affrontare i conti forzati con il portafogli. Perché oltre alla convenienza in termini salutistici ed etici, questa forma di agricoltura assicura soprattutto un guadagno economico. Il recupero del rapporto diretto con la terra garantisce un effettivo risparmio. Ad esporci i vantaggi dell’orto urbano è proprio uno dei protagonisti di questa realtà, Marcello, il tutto fare e tutor degli ortisti, vice presidente di Codifas, assiste chi affitta la parcella, si occupa della formazione insegnando a coltivare e fornendo le informazioni necessarie affinché l’orto possa prendere vita. “Quando ti trovi davanti a lattughe vendute al prezzo di un euro – dice – non è un affare. Questo il consumatore deve saperlo. Una piantina noi la compriamo a 4 centesimi e volendo conteggiare il lavoro dedicato si arriva a 30 centesimi, non hai altri costi di pesticidi o diserbanti”. Non sono pochi gli euro che a fine mese si riescono a mettere da parte. “Il ritorno economico lo sto vedendo eccome – riferisce Pippo Gambino che cura il suo orto da tre mesi-. Son un ex consumatore di prodotti bio e comunque selezionavo ciò che compravo, ma mi ritrovavo ogni volta a spendere un sacco di soldi”.
Renzo Garofoli
Il canone mensile della parcella è di 30 euro al mese comprensivo dei costi di irrigazione e di training, un prezzo alla portata di tutti, e comunque molto meno di quanto si spenderebbe a consuntivo per acquistare prodotti di ignota origine e di cui si sconoscono i metodi di coltivazione. “Finalmente posso alimentarmi con il meglio possibile – dice lo studente di Archiettura Renzo, vegano -. Questa non è agricoltura naturale o biologica o biodinamica, è bioetica! Ed è educativa. Anche io come tanti altri miei coetanei non avevo idea di cosa si potesse fare con un fazzoletto di terra. Invece adesso ho capito che è tempo ben speso e anzi aiuta a dargli un valore, a non riempirlo di cose o attività futili”.
Entusiaste ambasciatrici del modus vivendi dell’ortista sono Chiara Nicosia, la più piccolina del gruppo e Giusy Lala. “E’ cambiata la mia vita – dice Chiara -. Mi alzo con la voglia di andare al mio orto e appena posso ci vado. Un modo sano anche per fare attività fisica a contatto con la natura, altro che palestra. E poi che soddisfazione prendersi cura del proprio nutrimento!”. Giusy si definisce “Ortista Oltranzista”. “Sono felice, condivido il mio orto con una mia amica. Coltivo di tutto, dalle zucche alle erbe aromatiche. Vengo qui ogni giorno”. In questo periodo all’orto ci si prepara per le colture invernali. C’è tanto fermento, tutti sono indaffarati, il chiaro segno che è esplosa una rivoluzione culturale. La gestione dell’orto urbano ad opera di Codifas è trasparente e tutte le risorse vengono reimpiegate per l’orto e per sostenere le attività congregative e promozionali legato a questo. “Codifas usa strumenti istituzionali gratuiti e crea sinergie – spiega Ambrogio Vario –. Vogliamo innescare un percorso formativo. Il cittadino grazie a questa iniziativa può auto educarsi. L’orto significa anche recupero di un paesaggio e del suo valore”.
Chi ha sposato il progetto è anche la condotta Slow Food di Palermo che affiderà una parcella alla rete giovani. “In questi giorni verrà firmato il relativo protocollo d’intesa – ci anticipa il fiduciario Mario Indovina -. Da tempo avevo l’idea di realizzare un orto Slow Food a Palermo e, in attesa di averne uno dedicato ai soci, ho pensato di realizzare il sogno dei ragazzi, e quindi di fare questo accordo con Codifas per educare le nostre giovani leve ad una agricoltura sostenibile. I ragazzi che lo coltivano lo useranno per sostentare le loro iniziative”.
Manuela Laiacona