Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 159 del 01/04/2010

ANTICHI VITIGNI Dolce Cusumano

01 Aprile 2010
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ANTICHI VITIGNI

L’azienda siciliana presenta a Verona il Moscato dello Zucco, prodotto a cui lavora da anni grazie a una ricerca condotta in parallelo con l’Irvv. “Profumi di pera e rara eleganza”

Dolce Cusumano

Al padiglione 2 del Vinitaly, quello del vino siciliano, verrà presentata una delle novità più interessanti. È il vino dolce del Golfo, quando per golfo intendiamo quello di Castellammare. Il territorio è quello quasi ai confini tra le province di Palermo e Trapani. È il Moscato dello Zucco che propone l’azienda Cusumano.


Un bianco da dessert ottenuto da un vitigno che cresce in una piccola area compresa tra i comuni di Partinico, Giardinello e Montelepre. Zucco è infatti una contrada di quest’area geografica non troppo distante dal mare. I Cusumano ci lavorano da anni, anche grazie a una ricerca sul vitigno condotta parallelamente dall’Istituto regionale della Vite e del vino. E ora lo tirano fuori in anteprima al Vinitaly. «Il nome ancora non c’è ma l’importante è farlo assaggiare – dice con una punta di orgoglio Diego Cusumano che col fratello Alberto gestisce la cantina -. È da quasi dieci anni che lo studiamo, ora siamo pronti. L’annata è il 2007, uva appassita in cassette da tre chili, affinamento per due anni in barrique, dodici gradi, un vino da meditazione da un vitigno dimenticato e da un territorio che non finisce mai di stupire». Diego Cusumano poi snocciola un po’ di storia, il lavoro certosino e prezioso del duca Henry d’Orleans duca d’Aumale, figlio di Luigi Filippo re di Francia e di Maria Amelia di Borbone. Che finì in Sicilia e diventò proprietario di ben 3.300 ettari e si mise a produrre questo vino dolce, detto per l’appunto dello Zucco, che piaceva molto ai suoi concittadini francesi.
«Ne abbiamo prodotto 6.600 bottiglie da mezzo litro – aggiunge Cusumano -. Un piccolo quantitativo, per adesso, che però ha una peculiarità: il suo vitigno madre è il moscato bianco ma ha un fortissimo legame con un territorio. Per noi questo è un valore aggiunto. Non esiste nel catalogo dei vitigni nazionali, ci stiamo lavorando per inserirlo anche grazie all’Irvv. Ne viene fuori un vino che si identifica con questa zona». Un assaggio in anteprima ci regala profumi di pera e grande eleganza e pulizia al palato. Sarà in enoteca a circa 26-27 euro.

F.C.