Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 52 del 13/03/2008

IL PRODOTTO Il battesimo della Vastedda

12 Marzo 2008
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    IL PRODOTTO

vastedda_hp_prodoto.jpgPer la nuova Dop arriva il marchio, che non sarà “a fuoco” come per i formaggi stagionati ma messo in evidenza nelle piccole forme dove c’è anche il logo del Consorzio. La cerimonia lunedì 17 a Trapani

Il battesimo
della Vastedda

Dopo la Dop arriva anche il marchio. Per la Vastedda del Belice, uno dei pochi (forse l'unico) formaggio a pasta filata d'Europa ottenuto da latte di pecora, lunedì 17 marzo sarà un grande giorno.

todarocaracappa_prodotto.jpgArriva la prima marchiatura Dop per la Vastedda del Belice. Il tutto avverrà durante una manifestazione che si terrà a Trapani a partire dalle ore 10 nell'aula consiliare della Provincia Al “battesimo” d'obbligo la partecipazione degli oltre 50 produttori aderenti al consorzio nato nel Duemila, del presidente dello stesso Consorzio Massimo Todaro, dei sindaci dei 15 comuni dove è possibile produrre la Vastedda (Trapani soprattutto e poi qualche comune dell’Agrigentino e del Palermitano), dei dirigenti dell’Istituto zooprofilattico, ovvero l’ente che certificherà quali formaggi potranno avere il bollino Dop, dei rappresentanti dell’associazione allevatori e della Provincia di Trapani e di Franco Saccà, il responsabile dei presidii di Slow Food in Sicilia.
“La Vastedda – spiega Todaro – è un formaggio fresco e pertanto il marchio non sarà ‘a fuoco’ come per i formaggi stagionati ma sarà messo in evidenza nelle piccole forme dove c’è anche il logo del consorzio”. Il primo bollino andrà su una forma di Vastedda dell’azienda Cangemi di Partanna, caseificio tra i più rinomati della zona che da sempre ha creduto alle potenzialità di questo formaggio morbido e sapido che si presta bene ad essere mangiato a temperatura ambiente con un filo appena di olio extravergine, magari Nocellara del Belice, tanto per rispettare il legame col territorio e una fetta di pane nero di Castelvetrano. “L’obiettivo – dice il presidente del consorzio Todaro – è quello di migliorare sempre di più la qualità delle nostre vastedde ma anche di migliorare le potenzialità commerciali di questo prodotto del nostro territorio. Il marchio Dop ci potrà dare una grande mano d’aiuto”.

C. D. G.