Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 139 del 12/11/2009

LA NOVITÀ La nobiltà va in bianco

12 Novembre 2009
latte latte

LA NOVITÀ

Parte dalla Campania un progetto per la valorizzazione del “latte nobile”. Le vacche dovranno mangiare almeno tre tipi di erbe ma non solo

La nobiltà
va in bianco

Da dove viene il latte che ogni mattina è sulle tavole di molte famiglie? O meglio, cosa mangiano le mucche dalle quali viene munto questo prezioso alimento? I quesiti restano perlopiù irrisolti, acquistando la classica confezione al supermercato.

C’è invece un prodotto pronto al lancio che scaccerà ogni perplessità dalla testa dei consumatori più esigenti: è il “latte nobile”, progetto della Regione Campania e dell’Anfosc, Associazione nazionale formaggi sotto il cielo, che tutela quegli agricoltori che lavorano esclusivamente con animali al pascolo.
Si tratta di un latte prodotto seguendo un disciplinare che fissa regole precise da rispettare per gli allevatori che vogliono ottenere il marchio. A snocciolare alcuni parametri è il presidente dell’Anfosc, Roberto Rubino: “Intanto possono aderire al progetto le aziende che hanno almeno una mucca per ettaro e da ogni animale non possono essere ricavati più di 50 quintali di latte all’anno”. Due le indicazioni che possono far sorridere i consumatori: “Il pascolo deve essere effettuato lontano da autostrade e discariche e nel foraggio di ogni vacca devono essere presenti almeno quattro differenti tipi di erba”, spiega Rubino. Un modo per offrire un latte ricco di omega 3, di acidi grassi insaturi e dall’ottimo aroma, visto che il gusto dipende dalla varietà dell’alimentazione delle mucche.
Il “latte nobile”, che costerà poco più di due euro al litro, sarà presentato a Napoli il 4 dicembre. “Un’iniziativa – afferma Rubino – che ha una doppia funzione, offrire ai consumatori un prodotto garantito di altissima qualità e risollevare dalla crisi i piccoli allevatori che fanno le cose per bene ma sono penalizzati dalle industrie”. Ma in Sicilia quando si potrà bere? “Partiamo dalla Campania – risponde il presidente dell’Anfosc – ma non è un progetto chiuso: se i produttori di altre regioni vogliono allinearsi sarà un piacere”. Ovviamente, rispettando gli articoli del disciplinare.

Francesco Sicilia