Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 137 del 29/10/2009

IL SALONE DEL VINO Wine Show, vincono le bollicine

29 Ottobre 2009
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IL SALONE DEL VINO

Si è chiusa la manifestazione a Torino che quest’anno ha puntato l’attenzione sulle nuove tendenze, ma anche sulla crisi e il neo-proibizionismo

Wine Show,
vincono le bollicine

La passione crescente per le bollicine, la crisi nel mondo del vino e il dibattito su alcol e incidenti stradali, la nuova guida di Slow Food dopo il divorzio dal Gambero Rosso. Sono stati questi i dei piatti forti di Wine Show, il nuovo Salone del Vino di Torino, organizzato da Lingotto Fiere-gruppo GL events Italia e che si è chiuso lunedì 26 ottobre.


Da Wine Show escono vittoriose le bollicine, una volta relegate alle classiche feste di Natale e Pasqua, adesso sempre più atemporali e che permettono di aggirare le tradizionali regole di abbinamento riservate ai vini rossi e bianchi: insomma sono una soluzione ideale per quasi ogni tipo di cibo.
Una risorsa in più in un momento di crisi. Torino, infatti, è stata anche lo scenario della discussione sul momento di difficoltà nel mondo del vino, ma anche sul neo-proibizionismo.
Secondo il presidente di Slow Food Italia Roberto Burdese, che ha presentato la Guida al vino quotidiano 2010, dopo il divorzio dal Gambero Rosso,  “la repressione e il proibizionismo non servono a niente. Servono invece intelligenza, scelte politiche giuste e fare educazione. La crisi c’è anche perché c’è ormai troppo vino nel mondo. Ormai – ha aggiunto – si produce vino ovunque e anche noi in Italia abbiamo commesso lo stesso errore, moltiplicando gli ettari vitati e le produzioni in pochi anni. In Italia non c’è mai stata una politica di programmazione nei territori”.
Sul tema della crisi generale Baldo Palermo dell’azienda siciliana Donnafugata ha ricordato come “la riduzione dei consumo non è una novità. Oggi la sentiamo maggiormente e per questo occorre sapersi adeguare e prendere scelte più ragionate senza cadere nel panico”. E a proposito di proibizionismo, l’attenzione a Wine Show è stata puntata anche sull’abuso di alcol e sugli incidenti stradali.
Il dirigente della Polstrada di Torino Cinzia Ricciardi ha tenuto a precisare che “nella nostra esperienza sulla strada, ci rendiamo conto che i ragazzi che si ubriacano non lo fanno quasi mai con il vino, ma con superalcolici e cocktail, di cui non sanno quanto alcol contengono. Sono solo molto belli, vanno di moda e fa sentire importanti tenere il bicchiere in mano, ma i ragazzi non sanno cosa c’è dentro, non sanno che c’è una quantità di alcol estremamente elevata”. Il dirigente ha poi invitato a “non demonizzare il consumo di vino, anche perché bere vino di qualità è un argine contro il consumo smodato di superalcolici, che non appartengono alla nostra tradizione culturale. Un bicchiere di vino, che ha anche un costo rilevante, può scongiurare il fatto che i ragazzi o i giovani adulti vadano in giro a ubriacarsi spendendo la stessa cifra per ingurgitare degli intrugli di cui non sanno neanche la provenienza. Un buon bicchiere di vino mi consente di non farmi del male, ma di farmi probabilmente del bene”. Per il medico cardiologo Luca Stefanini “nel vino, l’alcol è molto meno concentrato rispetto ad altre bevande. Il vino ha in media 12 gradi, bevande e cocktail consumate nei locali hanno una gradazione molto più elevata, e sono consumati anche in bicchieri più grandi, quindi è chiaro che una bevanda con 20 gradi può dare degli effetti collaterali maggiori del vino”.

C.d.G.