Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 71 del 24/07/2008

IL PERSONAGGIO Chiamatelo vigneron

23 Luglio 2008
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    IL PERSONAGGIO


La filosofia di Nino Barraco, giovane produttore controcorrente: niente barrique, solo vitigni barraco71hp.jpgautoctoni, niente blend. E una piacevole novità: un Perricone 2007 tutto da bere

Chiamatelo vigneron

di Fabrizio Carrera

Per piacere, chiamatelo vigneron. La parola francese che descrive il piccolo produttore di vino che coniuga passione e imprenditorialità, orgoglio e identità, si adatta bene su Nino Barraco.

Un giovane marsalese, percorso di studi in Scienze politiche, folgorato sulla via di Bacco, da qualche anno deciso a scommettere sul vino di qualità. Il suo credo enologico si racchiude in poche parole: territorio, vitigni autoctoni, niente barrique, niente uvaggi, ovvero i blend che assemblano varietà di uve diverse. Ma attenti, non è un ortodosso è solo uno a cui piace fare vino in un certo modo, un po’ controcorrente. E per uno che ancora oggi non ha una cantina è già un bel risultato. Per la verità la cantina la farà, piccola e – dice lui con una punta di malcelata soddisfazione – senza l’aiuto di contributi pubblici.
Oggi le bottiglie prodotte sono 18 mila. Cinque etichette, tre bianchi e due rossi dove spicca il Pignatello che è anche un altro nome del Perricone. Ci è piaciuto questo Pignatello, annata 2007, bevuto un po’ freddo, tredici gradi, non è un rosso muscoloso che appena ne bevi un bicchiere vai dritto verso un divano dove sdraiarti. Semmai il contrario: elegante, morbido, diverso, entra in bocca in punta di piedi e poi disvela i suoi sapori, la sua piacevolezza. Ecco, la diversità. È un’altra parola che piace a Nino Barraco e che ora insieme ad altri artigiani del gusto come Franco Ruta, cioccolatiere rinomato di Modica, lo chef Luca Cannizzaro e Alessandro Di Rosa, alias Godot Artglass, che realizza piatti di gran classe, hanno fondato «La casa di archestrato». Barraco imbottiglia quando gli altri vini sono sul mercato da qualche mese, non usa barrique («ma prima o poi ricorrerò a botti grandi»), i colori e i profumi sfidano il tempo. Ad assaggiare il Catarratto 2006 per esempio, si sente un filo di ossidazione che magari può anche spiazzarti. Ma c’è la sostanza, la complessità. Non sono, insomma, vini immediati. Il Pignatello ’07 costa in enoteca sui 12 euro. Aiuterà Barraco ad andare avanti. E siamo certi che non ha ancora smesso di conquistare i nostri palati.