Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Scenari

Andare in pizzeria e spendere come al ristorante gourmet. Cronaca di una cena mancata per i prezzi esagerati

05 Novembre 2023
Ferramenta apre la sua pizzeria Ferramenta apre la sua pizzeria

Era la cena popolare. O, se si preferisce, nazional-popolare. Scriviamo cena perché la pizza a pranzo in una pizzeria non ha mai attecchito. Mangiare la pizza la sera un tempo era di certo una cena più economica rispetto al ristorante. Era. Perché adesso sembra che le cose stiano cambiando: in peggio per le tasche dei cittadini. Perché ormai andare in pizzeria costa di più che andare in trattoria. Soprattutto nelle pizzerie dove si sono montati la testa e a farti pagare una pizza 15-16 euro ci vuole un attimo. E se ci metti l’antipastino e qualcosa da bere, beh, almeno 25-30 euro “a cranio” e anzi ti sei salvato. Se aggiungi la frutta siamo a 34-35 euro cadauno. Esageriamo? Provare per credere. Noi abbiamo provato qualche sera fa. Ecco la cronaca della pizza mancata.

Palermo, un venerdì sera. Arriviamo in una pizzeria che chi scrive conosce da oltre quarant’anni. Ha cambiato gestione. Sarà la stessa? Chissà. Non c’è molta gente e questo non annuncia nulla di buono. Ci sediamo. Arriva il menù. E’ un po’ chilometrico. Quando si presenta così, di solito, il gestore è pretenzioso. Magari è un’impressione. Magari ci sbagliamo. “Antipastino” misto fritto: panelline, crocchè e arancinette: 10 euro. E’ il piatto grande? No, il piattino “però lo riempiamo”,  dicono. Magari lo riempiono, ma sempre piattino è. Magari ne prendiamo uno in due per non ingrassare. Andiamo ai prezzi delle pizze. La Margherita, la più semplice: 8 euro. Brutto biglietto da visita. Scorriamo l’elenco: qualche pizza a 9 euro, qualche altra pizza a 10 euro e poi comincia la fiera delle esagerazioni. La Quattro Gusti 12 euro, la pizza Diavola idem. Seguono altri pizze da 14 euro, 15 euro e una da 16 euro. Prezzi esagerati? A nostro modesto avviso, sì. Ma ormai siamo in ballo e balliamo. Siamo in due: io prenderò la Diavola, mia moglie vuole la pizza con la mozzarella di bufala e qualche altra cosa: 14 euro.

Che beviamo? L’acqua è sicuro: 2 euro per una bottiglia di tre quarti di litro. Vabbé, siamo in ballo e balliamo. Prendiamo il vino? La bottiglia più economica costa 12 euro. Ma non è lo stesso vino che al supermercato costa 3-4 euro? Sì. Lo vendono a un prezzo fra il triplicato e quadruplicato? Esattamente. Puntiamo su un vino che al supermercato costa 6 euro. Quanto lo vendono qui? Risposta scontata: 24 euro. Optiamo per le birre. La più “mercata”, come si usa dire a Palermo, “viaggia” su 8-10 euro. E la birra alla spina? Da 0,50 costa 6 euro. La cosa ci fa infuriare assai. Quanto lo possono acquistare un bicchiere di birra alla spina? Mezzo euro o forse meno. E c’è bisogno di venderla 6 euro? Insomma, 6 euro per un bicchiere da 0,50 di birra alla spina? In sala ci saranno, sì e no, quattro o cinque tavoli occupati, compreso il nostro. Non si vede nessuno. Ci alziamo e andiamo via. Spendere circa 50-60 euro per due pizze? Non se ne parla nemmeno. Altro che cena nazional-popolare.