Erano vendute come arance tarocco rosso siciliano, ma così non era perché arrivavano dall’Egitto. A scoprirlo sono stati gli uomini della task force coordinata dal personale del Compartimento Sicilia orientale della polizia stradale con la collaborazione del Noras del Corpo Forestale, dei medici del Dipartimento di prevenzione veterinaria-Servizio di sanità pubblica veterinaria dell’Asp di Catania, dei tecnici del Dipartimento di prevenzione–Spresal, dell’Ispettorato territoriale del lavoro e dell’Agenzia delle dogane impegnati nella difesa dei produttori locali e del consumatore finale che sceglie di acquistare siciliano.
Le arance in questione erano poste in vendita in due aree di servizio del catanese, sull’autostrada Catania-Palermo, facenti capo a un unico titolare. Nel corso di una verifica, durante la quale sono emerse anche altre irregolarità di vario tipo, il personale della task force ha notato dei cartelli pubblicitari che presentavano le arance come tarocco siciliano con il chiaro intento di aumentarne il valore commerciale.
Dopo una verifica le arance sono state sequestrate e il titolare di due aree di servizio è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria per il reato di frode in commercio. Contestate in totale oltre 7.000 euro di sanzioni.
“Vedere queste frodi in Sicilia ai danni di un prodotto di eccellenza siciliano fa ancora più male, per questo dobbiamo ringraziare in questo caso quanti vi hanno collaborato, ricordando anche il lavoro quotidiano dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf) e del Comando dei Carabinieri per la tutela agroalimentare”, dice il presidente del Consorzio di tutela dell’arancia rossa di Sicilia Igp, Gerardo Diana.