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Scenari

Doc Sicilia, le grandi manovre per il Consorzio

05 Giugno 2012

L’8 giugno il via libera dal notaio, Antonio Rallo verso la presidenza 

Le grandi manovre per il Consorzio di produttori della Doc Sicilia sono cominiciate.

Venerdì pomeriggio 8 giugno a Palermo, presso lo studio notarile Lunetta, si sancisce l’atto ufficiale con il via libera allo statuto, primo passo affiché l’organismo di tutela dei produttori trovi la strada per andare avanti. Si ritroveranno in sette: i rappresentanti di Coldiretti, Confagricoltura e Cia (ovvero le organizzazioni professionali), i rappresentanti di Lega delle Cooperative, Agci e Confcooperative (ovvero il mondo delle cantine sociali) e Assovini Sicilia con il suo presidente Antonio Rallo (nella foto). Quest’ultimo, secondo le indiscrezioni più quotate, dovrebbe prendere la guida del Consorzio per i prossimi sei mesi. D’altra parte Rallo ha dimostrato di avere buone doti diplomatiche per tessere una tela che metta insieme il mondo del vino siciliano e le sue articolate complessità. Conosce uomini e cose, si muove bene tra leggi e burocrati e tutto questo porta onori e anche oneri. Rallo sarà presidente giusto il tempo di traghettare il Consorzio verso un assetto definitivo e in attesa che il ministero delle Risorse agricole dia il suo via libera. A quel punto il prossimo autunno e man mano che i produttori aderiscano al neonato Consorzio si convocherà un’assemblea dei soci che dovrà a quel punto eleggere gli organi: l’assemblea dei soci, il presidente, il cda (tra cinque e nove componenti anche se Rallo auspicherebbe un massimo di cinque), il collegio dei revisori legali, il collegio dei probiviri. Rallo resterà presidente? Si vedrà.

Sul tavolo del notaio Lunetta ci sarà una bozza di statuto giunta alla terza versione, si spera quella definitiva. In tutto ventinove articoli che discendono da una serie di statuti di consorzi operativi già da tempo. Parti delicate sono quelle relative al contributo annuale e ad eventuali contributi straordinari. La tariffa è ancora da quantificare ma è chiaro che si tratterà di costi congrui a un momento di avvio. E poi adesso bisogna fare in modo che siano in tanti ad aderire al Consorzio in modo da fargli acquisire quella rappresentatività che gli consenta di agire con un buon margine di manovra. Quindi almeno il 35 per cento dei viticoltori che hanno rivendicato vigneti ricadenti nella Doc Sicilia e almeno il 51 per cento del vino prodotto in quell’area. La quota di adesione al Consorzio sarà di dieci euro, da versare una tantum. Poi man mano che si andrà avanti subentreranno i contributi annuali commisurati ai livelli produttivi: dovranno essere versate piccole quote per ogni chilo di uva rivendicata e denunciata, per ogni “vino di litro feccioso rivendicato e denunciato”‘, così recita la bozza dello statuto, per ogni bottiglia di vino prodotto. E’ stata prevista anche la possibilità di eventuali contributi straordinari, “ancorchè posti a carico di singole categorie o sottocategorie di associati, nel rispetto dei criteri di proporzionalitá, in previsione di spese particolarmente indirizzate a tali categorie e ad eventuali interventi straordinari per la valorizzazione o per la difesa del prodotto”.

La nascita del Consorzio dovrebbe dare la possibilità a molte aziende di attingere ai fondi dell’Ocm vino, una torta di oltre otto milioni di euro, soldi che potrebbero andare alle cantine nella misura dell’80 per cento piuttosto che del 50 per cento. Ma il bando scade l’11 giugno e, anche se è possibile una proroga, difficilmente si riuscirà a fare qualcosa. I  progetti di promozione del vino partono ufficialmente il prossimo 16 ottobre e per quella data non ci sará una sola bottiglia di vino che potrà fregiarsi del marchio Doc Sicilia. Tuttavia non perdere altro tempo è ritenuto necessario. Per il vino siciliano, con la nascita del consorzio di tutela della Doc Sicilia, si apre una nuova fase.

C.d.G.