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Scenari

I nuovi scenari per il mondo del vino, il punto di vista di De Castro in una intervista di Vinitaly

31 Marzo 2014
decastro decastro

Alla vigilia del Vinitaly, il presidente della Commissione Agricoltura al Parlamento europeo commenta, in una intervista rilasciata all'ufficio stampa del Vinitaly, il nuovo scenario internazionale in cui dovrà muoversi il mondo del vino.

Dalle riforme della Pac al superamento dell'impasse che ha tenuto con il fiato sospeso i produttori del Vecchio Continente, quella determinata dalle norme anti-dumping decise da Pechino, saranno alcuni dei temi caldi che saranno discussi anche al salone che inaugura il 6 aprile a Verona e che lo stesso De Castro ha definito “ambasciatore del vino in Italia e nel mondo, luogo di conoscenza e di creazione di valore per un prodotto che simboleggia al meglio la tradizione e la qualità italiana”.

Il capitolo dell'anti-dumping che si è definitivamente chiuso, vedendo la Francia assumere il ruolo decisivo nella trattativa, per De Castrolo va letto come una opportunità per il sistema vinicolo italiano. “Come sistema Italia – così come accade già da tempo in Francia – dovremmo esser capaci di sfruttare le opportunità commerciali, soprattutto quelle provenienti dal mercato cinese. Il record storico delle esportazioni italiane di vino, che lo scorso anno si sono attestate su un valore di 5 miliardi di euro, costituisce un dato importante per continuare a crescere in futuro anche sul mercato orientale”.

L'onorevole sottolinea poi le prospettive che si apriranno con le nuove misure della Pac che sosterranno il mercato interno europeo, con un'organizzazione più efficiente, che rappresenta il 60% delle esportazioni dei Paesi membri. Solo uno degli effetti positivi della riforma della Politica che entrerà in vigore il 1 gennaio 2015 e con traguardi ben più importanti: l'impedimento della liberalizzazione dei diritti di impianto e l'introduzione di un nuovo sistema di autorizzazioni a partire dal 2016 fino al 2030. “Gli Stati membri che si avvarranno del sistema dei diritti d’impianto avranno facoltà di decidere se passare al nuovo sistema entro il 2020 – ha precisato De Castro nel corso dell'intervista – L’introduzione di un sistema autorizzativo al posto della liberalizzazione senza regole dei diritti di impianto dei vigneti è sicuramente un buon punto di approdo per un settore che deve stare al passo coi tempi, senza però per questo perdere identità”. Ha poi evidenziato quanto l'accorpaneto della Ocm vino nell'Ocm unica sia un risultato in termini di semplificazione e organicità di strumenti e misure: “L’importanza della funzione aggregativa  – ha detto – è fondamentale per tutti i settori, compreso quello del vino. Solo se si è organizzati si riesce ad essere forti e competitivi e a guadagnare nuove fette di mercato. Ed è proprio questa la direzione in cui vanno le misure definite all’interno del dossier Pac”.

Sugli aiuti per ettaro ai vitivinicoltori De Castro rimanda al responso che daranno gli istituti di ricerca: “Stanno elaborando simulazioni sui singoli settori per verificare gli impatti della convergenza interna rispetto al quadro attuale. La scelta del modello di convergenza e delle modalità di applicazione del nuovo regime di pagamento fanno parte di quel “pacchetto” di decisioni che gli Stati membri dovranno notificare a Bruxelles entro il mese di luglio. Tali scelte dovranno esser prese all’interno di alcuni “paletti” fissati dalla riforma della Pac. In tale ambito, mi piace ricordare che proprio in seguito alle modifiche apportate dal Parlamento europeo durante i negoziati, gli impatti del nuovo regime rispetto a quello attuale sono stati limitati, consentendo allo Stato membro di regionalizzare solo il 60% del budget nazionale e di limitare comunque le perdite”. 

La difesa del Made in Italy nei mercati è un altro punto su cui si sofferma: “Certificare e garantire la materia prima e un percorso produttivo di qualità sono azioni fondamentali che l’Europa ha messo in campo per la valorizzazione del prodotto e per la corretta informazione del consumatore. Anche in questo caso, però, dobbiamo allontanare lo sguardo e ragionare in termini di contesto: torna centrale il tema dell’organizzazione per far sì che le nostre eccellenze riescano ad accedere ai mercati che maggiormente ne apprezzano la qualità. Qualità che è un elemento competitivo ormai imprescindibile ma che necessita di un modello di “azione” da predisporre in maniera meticolosa ed efficiente. In tal senso i successi del vino possono rappresentare un esempio vincente e da seguire anche per altre produzioni caratterizzanti il nostro straordinario patrimonio agroalimentare”.