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Scenari

Irvo, vitigni resistenti e spumanti: “I nostri progetti per le uve siciliane”

13 Aprile 2023
Vivaio vitigni resistenti Vivaio vitigni resistenti

Sul tavolo due progetti molto importanti: uno che riguarda la spumantizzazione e l’altro i vitigni resistenti. La partnership tra l’Irvo, l’istituto regionale vini e oli di Sicilia e il Crea, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria permette l’avvio di due importanti lavori che riguardano i vitigni siciliani. Il primo riguarda l’ottenimento di vitigni autoctoni siciliani resistenti ai principali patogeni della vite (oidio e perenospora). In questo progetto è stata anche coinvolta l’università di Catania. L’Irvo, infatti, ha destinato una borsa di studio per la ricerca. Catarratto, Grillo, Nero d’Avola, Carricante e Nerello mascalese le uve selezionate per l’iniziativa che prevede la possibilità di coltivare queste uve riducendo la quantità di fitofarmaci. “La tecnica, che ufficializzeremo a breve – dice Gaetano Aprile, direttore dell’Irvo – prevede la creazione di piante “figlio” identiche alla “madre” che però abbiano un gene resistente alle principali malattie dell’uva che spesso devastano i raccolti”. Il progetto del Crea è stato realizzato, oltre che in Sicilia, anche a Conegliano Veneto, durerà fino al 2027 e costerà poco meno di 750 mila euro (516 mila a carico dell’Irvo). Tra le iniziative, la messa a punto di protocolli di rigenerazione in vitro per programmi di “genome editing”, il ri-sequenziamento dei genomi delle varietà siciliane, la realizzazione di programmi di “genome editing”, l’identificazione degli ibridi e la valutazione dei comportamenti fisiologici e delle attitudini agronomiche e produttive delle piante ottenute dai programmi di incrocio e del “genome editing”.

Il secondo progetto riguarda lo sviluppo di spumanti siciliani di alta qualità. “L’obiettivo – prosegue Aprile – è quello di migliorare le tecniche di vinificazione con i vitigni autoctoni”. E per questo Gianni Giardina, enologo dell’Irvo, porterà proprio nella regione dello Champagne, una trentina di aziende siciliane per vedere “dal vivo”, le tecniche di produzione dei maestri delle bollicine. Per il progetto sono state prese in considerazione le uve Catarratto, Grillo e Zibibbo (per le uve bianche) e Perricone, Nero d’Avola e Nerello mascalese (per le uve nere). “Soprattutto il Catarratto è un’uva su cui puntiamo molto – spiega Aprile – In Sicilia ci sono 32 mila ettari di vigneti coltivati con questa varietà, un terzo del totale del “vigneto Sicilia”. Ma è un’uva poco remunerativa”. Infatti, dati alla mano della scorsa campagna vendemmiale, un chilo di Catarratto viene pagato al produttore 25 centesimi: “Un chilo di Nerello mascalese – aggiunge Aprile – viene pagato 2,5 euro + Iva al chilo. Il raffronto è presto fatto”. Valorizzare quest’uva, dunque, significherebbe anche creare una nuova economia per i produttori: “Credo che il Catarratto sia un’uva dalle potenzialità inespresse – dice Aprile – E non lo dico solo io, ma anche tantissimi esperti. Dobbiamo togliere dall’immaginario collettivo che il Catarratto sia un’uva di serie B”.

Con il progetto degli spumanti siciliani, dunque il Catarratto potrebbe diventare protagonista: “Ma non solo sulle bollicine – dice Aprile – anche per la realizzazione di vini bianchi. Più si migliora la tecnica e più buoni saranno i vini. Il mercato, poi, sono certo che risponderà bene”. “E’ il momento di pigiare l’acceleratore – dice Antonio Giannettino, commissario straordinario dell’Irvo – I vini siciliani hanno già raggiunto un alto consenso. Non si può dire la stessa cosa sugli spumanti. E quindi mi sembra logico puntare un po’ sul settore delle bollicine. E soprattutto sulla loro qualità”. I due progetti sono stati presentati dall’Irvo al Vinitaly, nella meeting hall del padiglione numero 2, quello della Sicilia, che lo stesso Irvo ha gestito realizzando convegni, masterclass e degustazioni: “Ho sentito un po’ i produttori e loro sono rimasti molto contenti di questa edizione del Vinitaly – dice Aprile – Noi siamo contenti. E’ stato impegnativo gestire gli eventi della meeting hall, ma è stata l’occasione per presentare le attività dell’Irvo e i due progetti con il Crea. E’ stata anche l’occasione per promuovere il brand Sicilia. Un primo passo verso delle attività mirate sempre di promozione che riguarderanno tutta la nostra Isola”. “Mi piace sottolineare di come si sia visto alla kermesse veronese un associazionismo che non è così scontato come sembra – conclude Giannettino – Non solo da parte dei privati, ma anche istituzionale. La presenza di Irvo e dell’assessorato regionale all’agricoltura è un bel segnale”.