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Scenari

L’Arancino dello Stretto al Cibus di Parma: “Nostri obiettivi? Entrare nei mercati stranieri e produrre un milione di pezzi”

08 Maggio 2024
Gli Chef Antonino Tripodo, Francesco Laganà, Cosimo Andreotti al Cibus di Parma Gli Chef Antonino Tripodo, Francesco Laganà, Cosimo Andreotti al Cibus di Parma

Ormai da tanto tempo fa la traversata sulle navi della società “Caronte & Tourist” da una sponda all’altra di Sicilia e Calabria, placando l’appetito dei più golosi e degli smaniosi di “bombe fritte succulenti”. E dal 7 fino al 10 maggio, per la prima volta, si potrà assaggiare al “Cibus” di Parma. “L’Arancino dello Stretto” non è soltanto una “colonna portante di riso e ragù” di tradizione messinese, ma è un cibo talmente distintivo che persino attori hollywoodiani come Stanley Tucci (il tremendo direttore dell’aeroporto nel film “The Terminal” e l’assistente della rivista d‘alta moda in “Il diavolo veste Prada”) e star della canzone italiana nel mondo, quali Laura Pausini, non hanno potuto fare a meno di degustarlo a bordo dei traghetti della compagnia privata, viaggiando con i loro tour nella Trinacria e postandoli sui Social. “L’Arancino dello Stretto”, afferente a “L’Ancora dal 1968” del gruppo Franza, è di fatto un brand a sé stante, che potrebbe camminare con le proprie gambe, anzi con le proprie fauci, che si può fregiare di essere sbarcato in sordina al “Cibus” ma che esiste da prima della pandemia da Covid (dal 2019) e che punta a produrre un milione di pezzi l’anno.

A spiegarci l’azione di questa nuova andatura è l’Amministratore Delegato dell’Ancora srl Carmelo Cutrì: “Abbiamo definito, dal 2021, il percorso del brand su dei canali importanti che investono il circuito Horeca – dichiara il Ceo – coprendo così una clientela di fascia medio-alta. Per noi, la Grande Distribuzione non è inclusa. Da qualche mese, abbiamo un laboratorio industriale nel quartier generale del gruppo, nella zona industriale di Messina che ha le potenzialità di lanciare il prodotto con dei numeri più consistenti. La struttura, da 800 metri quadri, ha una grossa cella di stoccaggio con una portata di 70mila pezzi. In questa nuova sede, abbiamo progettato di confezionare 50mila pezzi ogni giorno, come proiezione di capacità massima. Se ad oggi tocchiamo una produzione di 12mila quotidiani, d’estate arriveremo a più di 15mila”.

Da una semplice attività di ristorazione operativa da oltre cinquanta anni, il brand “L’Arancino dello Stretto” andrà a svilupparsi nei mercati esteri, in Canada e in Europa. “Il nostro esercizio commerciale, tradizionale e storico resta sul viale della Libertà di Messina, all’ingresso della Rada San Francesco – commenta Cutrì – Classifichiamo il nostro nuovo marchio come una branca, una iniziativa relativamente giovane con dei presupposti grintosi. Dopo il TuttoFood a Milano, arriviamo a Parma. E probabilmente, saremo dal 19 al 23 ottobre 2024, al “Sial Paris” – la principale Fiera Mondiale dell’Innovazione Alimentare. Se riuscissimo a cucirci addosso la certificazione americana, soprattutto per il Fancy Food a New York, sarebbe una bella soddisfazione”. Il team societario si appoggia a decine di rosticcieri che imparano la manualità dallo chef Andreotti. Nella fiera emiliana, si sono spostati in tre perché la produzione messinese deve poter continuare. Il cliente di questi eventi chiede un arancino da 160 grammi, non da 220 grammi, come quelli in vendita sulla flotta. Il sistema è mantenerlo “frozen”, lo si prepara sia al forno (pre-fritto) sia crudo che poi viene fritto. Si è scelto di prepararlo in questo modo, per evitare che perda le qualità che possiede attualmente. Quest’anno, è previsto un cooking show in diretta e in più una convenzione con il potente marchio Red Bull, per cui ci sono spettacoli ed appuntamenti con la classica lattina. Si può contare su almeno un migliaio di pezzi al giorno, esperimento già fatto in Sicilia. Questa combinazione funziona sempre.

Dal punto di vista programmatico, secondo il Ceo Cutrì, l’elemento fondamentale è che il prodotto “Arancino dello Stretto” viaggi. Il canale di distribuzione ai clienti è attivo, previo accordo con il direttore commerciale dell’etichetta, per portare la merce in altre piattaforme al nord Italia. “Nel frattempo, siamo entrati nel 2023 anche in Svizzera – afferma il funzionario -. Siamo attrezzati con Brescia per il centro – nord ed un’altra al centro della Penisola. Un’altra piattaforma esterna è disponibile con cella frigorifero (dove la conservazione è a meno 20 gradi) a Giammoro, in provincia di Messina. Affrontiamo grandi spedizioni per ottimizzare i costi, utilizzando bancali da 4 – 5mila pezzi. Così, saremmo organizzati nell’eventualità anche per i container statunitensi. Sul viale della Libertà, manterremo solo servizi di gastronomia e frittura. Attualmente, la rosticceria è in parallelo. La pasticceria e la gelateria vengono commercializzate, tramite fornitori esterni di eccellente qualità”.