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Scenari

l’Irvos resta appeso a un filo, ancora tagli sulla Finanziaria Bis

30 Maggio 2014
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Da sei milioni lo scorso anno a poco meno di 900 mila euro nel 2014.

Anche l’Irvos, al pari di molti altri enti collegati, deve fare i conti con i tagli imposti dalla Finanziaria Bis, appena approvata dall’Assemblea regionale siciliana. Una manovra con la quale il governo regionale ho dovuto sbloccare i fondi previsti nella parte di manovra impugnata a gennaio dal Commissario dello Stato. Impugnativa che ha, in questi mesi, imposto uno stop nell’erogazione dei fondi.

L’Istituto regionale della vite e del vino siciliano è fra gli enti che da mesi aspettano il finanziamento. Ora i fondi sbloccati sono poco meno di un sesto rispetto a quelli dello scorso anno quando 4 milioni erano stati stanziati per in funzionamento dell’ente e altri 2 per le attività di promozione. Nella manovra approvata ce ne sono appena 884 mila euro. “In questi mesi –  spiega il direttore Lucio Monte – abbiamo pagato gli stipendi fino a marzo grazie alle somme incassate con le attività di certificazione e controlli. Con queste risorse arriveremo a saldare le spettanze dei dipendenti di aprile e maggio. Contiamo sulle variazioni di bilancio annunciate dal governo, altrimenti saranno a rischio anche i servizi”.

Settanta dipendenti, un costo del personale che si aggira intorno ai 5 milioni l’anno per un ente che “porta a casa” circa un milione e 300 mila euro grazie ai servizi che offre. “Siamo un ente che non vive solo di finanza derivata – aggiunge Monte – ma che con le proprie attività contribuisce al bilancio. Negli ultimi quattordici anni 30 dipendenti sono andati in pensione e il personale rimasto ha continuato a garantire le attività che nel frattempo sono cresciute. In questi mesi tutti i dipendenti hanno mostrato grande senso di responsabilità, lavorando sempre con lo stesso spirito”.

Ora però se con le prossime variazioni di bilancio non arriveranno nuovi fondi si rischia la paralisi. “A rischio sono anche i servizi – conclude Monte – : se non potremo comprare i reagenti o sostenere i costi di una giuria di degustazione, come faremo le certificazioni? Così non si aiutano nemmeno le imprese, quelle di un comparto che regge alla crisi e che registra un segno + nelle esportazioni”.

Stefania Giuffrè