Nicola Di Noia, direttore di EVOO School e UNAPROL, ha lanciato un messaggio chiaro e appassionato durante l’IGP Sicilia Talk, momento di confronto tenutosi questa mattina presso il Marina Convention Center di Palermo, nell’ambito dell’IGP Sicilia EVOO Day organizzato dal Consorzio IGP Sicilia.
“Serve una rivoluzione culturale attorno all’olio extravergine. Abbiamo creato EVOO School proprio per questo – ha detto – ispirandoci al modello del vino e alla professionalizzazione ben rappresentata dalla figura dell’enologo. L’olio merita la stessa dignità, lo stesso studio, lo stesso percorso formativo”.
EVOO School è una scuola internazionale, e il paradosso è tutto qui ha sottolineato: “Vengono da fuori per imparare come si fa un olio di qualità, mentre noi in Italia facciamo fatica a trasmettere il valore del prodotto, dai produttori ai ristoratori. Lo diamo per scontato. Così, davanti ai consumatori internazionali, rischiamo di far assaggiare oli rancidi o di bassa qualità”.
Per Di Noia, il nodo è culturale ma anche comunicativo: “L’olio deve diventare figo. Deve parlare ai giovani, diventare parte del loro patrimonio culturale e alimentare. È un alimento, non un semplice condimento. Ha una funzione benefica, completa il pasto e valorizza il gusto. Ma non possiamo continuare a valutarlo solo al litro: non è il prezzo la discriminante, ma anzi è il suo valore”.
Ha poi posto l’accento sulla ristorazione e sull’uso – ancora diffuso e ostinato – delle oliere: “Non fanno il bene dell’extravergine. Extravergine significa categoria superiore, ma gli oli non sono tutti uguali. Dobbiamo puntare sull’identità, sulle indicazioni geografiche e magari, un giorno, su una grande IGP Italia. Ma dobbiamo anche imparare a vendere il prodotto, a comunicarlo, a creare delle vere e proprie ‘Ferrari dell’olio’”.
Infine, un richiamo alla responsabilità collettiva: “Acquistare olio buono è un gesto che parla anche di sostenibilità. La Xylella ha fatto 21 milioni di vittime nel Salento. Non possiamo permetterci di sottovalutare nulla”.