Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Scenari

“Più curiosità e umiltà nel proporre il vino, così forse recuperiamo clienti e consumi”

02 Settembre 2025

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

 

Caro direttore,
ho letto con interesse l’articolo di Stefano Bagnacani sul perché beviamo meno vino (qui il link) ed è vero che il mondo del vino barcolla. Ma barcolla non per aver bevuto troppo, ma forse semplicemente perché annebbiato da mille mode, credi, dogmi, e soprattutto tanta voglia di apparire. Tutte le categorie che avete elencato hanno in comune la mancanza di umiltà e di curiosità, e senza queste due cose il vino perde tutto il suo valore. Nel vino come nel cibo ormai prima di tutto dobbiamo trovare qualche cosa che non va, anziché scoprire cosa c’è dietro una bottiglia o dietro un piatto servito al ristorante. Ci vorrebbe più voglia di godere di quelle sensazioni, piuttosto che cercare di essere “diversi”.

Se mi posso permettere comunque, più che aggiungere un soggetto responsabile del diminuito consumo, vorrei ricordare un protagonista del epoca d’oro degli anni ’80-’90: il ristoratore illuminato. Era quel personaggio che veniva al tavolo e senza fare sfoggio della sua conoscenza tecnica di degustazione, ti faceva venire l’acquolina in bocca ancora prima di stappare la bottiglia.

Spesso ti raccontava della famiglia del produttore, oppure delle vigne e del paesaggio che circondava il vigneto, dandoti così la sensazione di ricevere la chiave di lettura giusta di quel bicchiere profumato e invitante. Oggi viene portata al tavolo la carta dei vini e nessuno proferisce verbo, per paura di trovare un cliente più preparato e soprattutto dotato di accesso velocissimo a internet. La rete diventa la fonte del sapere e ancor prima di assaggiare, ci lasciamo condizionare dal prezzo e da tutto il mondo irreale che la circonda.

Purtroppo a pagare di questo distacco sono soprattutto i giovani che per costi e per mode tendono a inseguire prodotti distillati o bevande energetiche mixate.

La fascia di età più colpita è quella dei 35-44 anni, che al contrario dovrebbe essere quella che con l’indipendenza economica può godersi maggiormente la vita… Ma forse gli obiettivi sono altri e a forza di parlarci addosso siamo riusciti a spaventarli e allontanarli.

Grazie comunque per aver lanciato questa provocazione e spero che tanti miei colleghi possano ripensare ai modelli che vengono proposti spesso lontani da una realtà a portata di bicchiere.

 

*direttore commerciale cantina Lungarotti