Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Scenari

Santa Margherita, un 2020 con il “brivido”: pesano le incognite sugli Stati Uniti

22 Luglio 2020
santa_margherita_cantina santa_margherita_cantina

di Emanuele Scarci

Un 2019 record per Santa Margherita, ma la concentrazione dei ricavi per la metà negli Stati Uniti può generare grandi difficoltà.

Il più grande mercato del mondo per il vino è nell’occhio del ciclone per i 4 milioni di contagiati da coronavirus, a cui si aggiungono i danni arrecati ai consumi dalle recenti manifestazioni contro il razzismo. L’anno scorso Santa Margherita (azienda icona del Pinot Grigio) ha registrato una crescita delle vendite del 7% a 189 milioni di euro, con una incidenza del 70% dell’export. I margini sono rimasti stabili: il Margine operativo lordo (misura l’efficienza dell’azienda) ha raggiunto la punta di 55 milioni, il 29% dei ricavi. Anche se in rapporto al giro d’affari il picco è stato stabilito nel 2016 con il 34%. L’utile del 2019 è stato di 20,5 milioni contro i 30 milioni del 2016.

Santa Margherita Usa (importatore di Santa Margherita e da quest’anno anche di Masi) ha fatturato 95 milioni di euro. Quindi circa il 50% del giro d’affari è generato negli Stati Uniti, il 30% in Italia e il 20% nel resto del mondo. La capogruppo Santa Margherita produce vendite per 106 milioni (+8%), il resto è prodotto prevalentemente dalle controllate Cà Maiol (big del Lugana), Cantina Mesa e Ca’ del Bosco. Nell’esercizio 2019, Cà Maiol è stata svalutata di 5 milioni mentre s’investe alacremente per rilanciarla.
L’anno scorso Ca’ del Bosco (gallina dalle uova d’oro del gruppo) ha realizzato ricavi per oltre 40 milioni, un margine intorno al 29% e 1,9 milioni di bottiglie vendute.

“Il 2020 sarà un anno difficilissimo – ha detto il presidente Maurizio Zanella – A marzo abbiamo perso il 18% dei ricavi e in aprile il 60%. Per fine esercizio spero che il calo del nostro fatturato non superi il 35%. Il distanziamento continuerà a penalizzare la ristorazione e quest’estate vedremo pochi turisti esteri”. Intanto l’anno scorso in Ca’ del Bosco sono stati investiti ben 15 milioni e si è provveduto a separare il business vinicolo (riportato in un’azienda agricola) da quello dell’ospitalità, pagando forse un salasso fiscale di una decina di milioni. I dividendi distribuiti sono arrivati a 11 milioni. A gennaio 2020 il ceo Ettore Nicoletto (in sella da 16 anni) è stato sostituito da Beniamino Garofalo, ex dg di Ferrari Trento. A quest’ultimo l’onere di gestire una situazione complessa come quella di Santa Margherita che vanta un elevato livello d’internazionalizzazione e un’esposizione rilevante sull’Horeca.  Garofalo ha sostenuto che l’azienda sosterrà in ogni modo il fuori casa, ma questo può tradursi in una ulteriore penalizzazione dei margini.