Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Scenari

Unesco, non solo cucina italiana: l’Italia e i suoi patrimoni immateriali

10 Dicembre 2025
Pantelleria, vigna ad alberello Pantelleria, vigna ad alberello

La candidatura accolta oggi si inserisce in una tradizione costellata da numerosi precedenti riconoscimenti: dalla Dieta mediterranea alla Vite ad alberello di Pantelleria, dall'Arte del pizzaiuolo napoletano alla ricerca e cavatura del tartufo

La recente iscrizione della cucina italiana nel Patrimonio culturale immateriale dell’Unesco arriva in un contesto in cui l’Italia, per storia e biodiversità, ha già accumulato diversi riconoscimenti simili. Per il Paese si tratta quasi di un percorso naturale: la ricchezza delle tradizioni agricole e alimentari, unita alla varietà dei territori, ha più volte attirato l’attenzione dell’organizzazione internazionale.

Tra i precedenti riconoscimenti spicca nel 2010 la Dieta mediterranea, inserita come patrimonio transnazionale e condivisa con Cipro, Croazia, Grecia, Marocco, Spagna e Portogallo. Il riconoscimento mette in luce un modello alimentare fondato su equilibrio, stagionalità e convivialità, capace di rappresentare un’intera area culturale tanto quanto un insieme di abitudini quotidiane.

Nel 2014 è stata la volta della Vite ad alberello di Pantelleria, una pratica agricola che celebra l’adattamento dell’uomo a un territorio difficile. La forma di coltivazione, modellata dal vento e dalla scarsità d’acqua, è diventata un simbolo della relazione profonda tra comunità rurali, tutela dell’ambiente e del paesaggio.

Nel 2017 l’Unesco ha riconosciuto l’Arte del pizzaiuolo napoletano, celebrando i gesti, le tecniche e la tradizione comunitaria legata alla preparazione della pizza. Non una semplice ricetta, ma un insieme di competenze tramandate, legate alla vita dei quartieri e delle famiglie.

Più recente, del 2021, è l’iscrizione della Cerca e cavatura del tartufo, che tutela le pratiche e le conoscenze dei cercatori italiani. Un’attività che unisce esperienza, rapporto con l’ambiente e trasmissione intergenerazionale, e che rappresenta un tassello della cultura rurale del Paese.

Di seguito i venti elementi italiani iscritti nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco

2008 – Opera dei Pupi siciliani
2008 – Canto a tenore sardo
2010 – Dieta mediterranea (elemento transnazionale con Cipro, Croazia, Grecia, Marocco, Spagna e Portogallo)
2012 – Saperi e saper fare liutario della tradizione cremonese
2013 – Feste delle Grandi Macchine a Spalla
(La Festa dei Gigli di Nola, la Varia di Palmi, la Faradda dei Candelieri di Sassari, il Trasporto della Macchina di Santa Rosa a Viterbo)
2014 – Vite ad alberello di Pantelleria
2016 – Falconeria
(elemento transnazionale con Emirati Arabi, Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Ungheria, Kazakhistan, Corea, Mongolia, Marocco, Pakistan, Portogallo, Qatar, Arabia Saudita, Spagna, Siria, Croazia, Irlanda, Kirghizistan, Paesi Bassi, Polonia, Slovacchia)
2017 – Arte del pizzaiuolo napoletano
2018 – Arte della costruzione in pietra a secco
(elemento transnazionale con Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Slovenia, Spagna e Svizzera)
2019 – Perdonanza Celestiniana
2019 – Alpinismo (elemento transnazionale con Francia e Svizzera)
2019 – Transumanza
(elemento transnazionale con Austria e Grecia, esteso ad Albania, Andorra, Croazia, Francia, Lussemburgo, Romania e Spagna)
2020 – Arte delle perle di vetro (Italia e Francia)
2020 – Arte musicale dei suonatori di corno da caccia
(Italia, Belgio, Francia, Lussemburgo)
2021 – Cerca e cavatura del tartufo in Italia
2022 – Tradizione dell’allevamento dei cavalli Lipizzani
(elemento transnazionale con Austria, Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Ungheria, Romania, Slovacchia, Slovenia)
2023 – Irrigazione tradizionale: conoscenza, tecnica e organizzazione
(elemento transnazionale con Austria – capofila –, Belgio, Germania, Lussemburgo, Olanda, Svizzera)
2023 – Pratica del canto lirico in Italia
2024 – Arte campanaria tradizionale (Italia e Spagna)
2025 – Cucina italiana: tra sostenibilità e diversità bioculturale

FP