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Scenari

Usa e Afghanistan, la cooperazione passa anche dal vino

12 Settembre 2013
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Nel lungo capitolo dei negoziati di pace tra Usa e Afghanistan, un’azione simbolica di cooperazione che vede protagonista il vino.

Il direttore della Ice Homeland Security Investigations, John Connoly, ha ufficialmente consegnato all’ambasciatore afgano, Eklil Hakimi, in occasione della cerimonia di rimpatrio tenutasi a Washington alla vigilia dell’11 settembre, un oinochoe e cinque manufatti d’oro datati tra il V° e l’VIII secolo d. C.. Il contenitore deputato per la conservazione del vino era stato rubato in Afghanistan, destinato probabilmente a qualche committente, e intercettato all’aeroporto internazionale di Newark nel 2011.
 
“Siamo grati al governo degli Stati Uniti per la restituzione di questi simboli straordinari della nostra civiltà – ha dichiarato l’ambasciatore al momento della consegna – Il rimpatrio di questi manufatti darà un ulteriore possibilità all'Afghanistan di poter prosperare come centro culturale ed artistico. Teniamo al rapporto con gli Stati Uniti ed apprezziamo l'assistenza che hanno fornito per aiutare la nostra nazione  a preservare la sua storia e la sua dentità. “
 
Nell’epoca pre islamica, Iran e Afghanistan furono culla di una fiorente cultura del vino. L’oinochoe probabilmente fu  oggetto di scambio con l’impero persiano sasanide. La datazione non è certa però e potrebbe anche essere più antico ed essere arrivato nel Paese durante l’occupazione greca avvenuta con l’invasione di Alessandro Magno nel 328 a. C.