Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Le grandi verticali

DUCA DI SALAPARUTA Triskelé

04 Marzo 2010
Triskele Triskele

LE GRANDI VERTICALI

Degustate cinque annate del Triskelé di Duca di Salaparuta, dal 2002 al 2006. Ecco com’è andata

Omaggio alla Sicilia

di Francesco Pensovecchio

Fa parte di quel genere di etichette “defilate”, quelle che i “Vip” del vino, quelli esibizionisti, non notano mai; e che, invece, appassionati autentici scoprono quali “perle”, piccoli tesori nascosti sintesi eccellenti tra tecnica enologica, espressione varietale, territorio e, soprattutto, buon prezzo (13 euro allo scaffale). Il Triskelé è tutto questo, oltre che un omaggio alla Sicilia.


Già nel nome richiama antiche simbologie del periodo greco di un essere con tre gambe, il Triskelion, raffigurante una triplice e perfetta simmetria, simbolo poi adottato, com’è noto, dall’isola siciliana. Il nome, in effetti, si adatta perfettamente a quest’etichetta di Duca di Salaparuta, nata per la prima volta nel 1998. Tre i vitigni utilizzati: nero d’Avola, merlot e cabernet sauvignon, rispettivamente in quota 80% + 10% + 10%. Il vino fermenta in vasca per un periodo di 15-20 gg. a 26-28°C e successivamente affinato in legno piccolo per lungo tempo, almeno un anno, e altrettanto in bottiglia. Le uve provengono da una parte scottante dell’entroterra siciliano, un’area in provincia di Caltanissetta compresa tra Gela e Riesi. Trentamila il totale delle bottiglie prodotte. Abbiamo subito chiesto a Giovanni Di Giovanna, attuale responsabile di cantina, del come mai di questa scelta. La risposta, da contestualizzarsi durante la fine degli anni ’90, ha indicato quello che, in semplici parole, significa prendere due piccioni con una fava: dar valore alle rotondità dei due vitigni internazionali per smussare gli angoli di un nero d’Avola spigoloso e scalciante, ed al contempo essere riconoscibili sul mercato con un vino moderno prodotto con vitigni noti a far da scorta a quelli autoctoni. Certo, nel frattempo, il nero d’Avola ha fatto un bel po’ di strada. Mi viene in mente anche un’altra cosa legata al nome: forse, come per le tre gambe del Triscele, con questi tre si cade quasi sempre in piedi.

Abbiamo in fila 5 annate, dal 2002 al 2006, il 2006 ultima annata non ancora in commercio, segno di un affinamento lungo e paziente che – e non c’è bisogno di assaggiare per capirlo – mira a proporre un prodotto completo e armonico, con capacità di ulteriore affinamento. La sequenza dei cinque calici evidenzia, già alla vista, una linea di divisione tra il terzetto 2002-2003-2004, di un rubino-granato scuro non molto limpido, e il duo 2005-2006 più luminoso e brillante.

Triskelé 2002 – 88 punti
Colore rosso tra il granato ed il rubino scuro, appena torbido. Naso pieno, composto e leggermente decadente per età. Si avvertono confettura di prugne, viole appassite, more e marasca, seguite da cenni balsamici e di vaniglia, ben fusi nella parte varietale da un legno mai fastidioso e della migliore fattura. In bocca è setoso, caldo, di buona persistenza. Sebbene l’età lo abbia privato di un po’ di slancio, è tra tutti quello che ha raggiunto il livello di armonia più alto.

Triskelé 2003 – 91 punti
Colore rosso cupo tra il granato ed il rubino. Naso ricco, netto e varietale nonostante gli oltre 6 anni trascorsi dalla vendemmia. Prugna, ciliegia, ribes e gelso nero al naso. Seguono spezie, cannella, vaniglia e lievi note di legno. Dopo qualche minuto lo spettro olfattivo si arricchisce di nuovi aromi terziari, tra cui tabacco. In bocca evidenzia un corpo pieno, cremoso, caldo, pungolato da una viva acidità. I tannini sono equilibrati e gradevoli. Finale morbido, piacevole e di persistenza medio/lunga. Un vino ancora giovane ed integro, nonostante la calda vendemmia del 2003.

Triskelé 2004 – 87 punti
Colore rosso rubino cupo tendente al granato. Naso ricco, complesso, resistono integri gli aromi varietali di viola, ciliegia, prugna e more. Elegante balsamicità al mentolo, note di sottobosco. Il legno resta defilato. Bocca agile e di buon equilibrio. Un vino che gioca tutto se stesso sul senso della misura.

Triskelé 2005 – 87 punti
È l’annata attualmente presente in commercio. Il colore è rosso rubino vivo. Al naso prorompe la frutta fresca a bacca rossa. Ciliegie, more, fragole mature, susine. Pochi aromi terziari che, evidentemente, hanno bisogno del più lungo affinamento. In bocca è fresco, sapido, di struttura non gravosa, di sicuro meno delle tre annate precedenti. E’ un vino giovane con un potenziale di qualche altro anno di evoluzione.

Triskelé 2006 – 86 punti
In commercio tra breve, questo 2006 si presenta con un colore rosso rubino intenso, limpido. Al naso conferma la frutta fresca a bacca rossa ancor più marcatamente che nella vendemmia precedente. Il legno è ben dosato. In bocca è un vino fresco, morbido, caldo. I tannini, presenti in quantità, sono rotondi e per nulla fastidiosi. Da riprovare tra quattro o cinque anni. Con il 2005 segna un diverso passo di quest’etichetta, segnando caratteristiche profondamente differenti e, per certi versi, più immediate.