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Il ministro Lollobrigida: “Ecco tre punti chiave per far decollare l’agroalimentare italiano”

03 Dicembre 2022

di Giorgio Vaiana

L’agricoltura è un’opportunità.

Parola di Francesco Lollobrigida, il neo ministro per le Politiche Agricole intercettato al Villaggio della Coldiretti in corso a Palermo. “Qualcuno, però – dice il ministro – non se ne era accorto”. Nonostante la pandemia e la guerra in Ucraina, l’agroalimentare italiano sta tenendo: “Soprattutto il conflitto fra Russia e Ucraina ci ha fatto comprendere quanto sia importante poter contare su propri approvvigionamenti. Ecco perché credo sia necessario ricominciare a investire su questo settore. Con fondi nazionali, ma anche europei. Ieri è stata approvata la nuova Pac ed è un risultato importante. Potremo contare su 35 miliardi dall’Europa, oltre a 1,5 miliardi destinati dei territori per rilanciare questo settore strategico per garantire cibo di qualità a tutti. E che soprattutto dobbiamo difendere”. Capitolo italian sounding: “Ci siamo mossi con largo anticipo lavorando con Icqrf e stipulando accordi internazionali per contrastare questo fenomeno – dice il ministro – Italian Sounding è una vera aggressione al marchio Italia che da sempre rappresenta qualità ed è una vera garanzia per il consumatore. Noi dobbiamo lavorare con norme europee per proteggere la produzione di qualità. Quest’anno l’export del made in Italy ha toccato quota 60 miliardi che è un record. Noi dobbiamo riuscire in tutti i consessi a difendere il lavoro dei nostri imprenditori. Il governo Meloni ha preso un impegno proprio in questo campo”. Poi il tema della Sicilia e dei problemi connessi alle infrastrutture: “Siamo in forte ritardo, ma lo dico in linea complessiva – dice Lollobrigida – La siccità è un problema che adesso riguarda tante regioni italiane. C’è un’attenzione specifica. Noi stiamo cercando di fare strategia con vari ministeri e io ho proposto di attivare una cabina di regioa per progetti a breve, medio e lungo termine. Ma tutto deve ruotare su tre punti cardine: bisogna avere un piano definito di interventi. Perché quelli “a spot” non risolvono i problemi. Le tragedie di Ischia e delle Marche son o solo gli ultimi esempi di ciò che succedi quando non si ha cura del territorio. Poi le risorse. E devo dire che sono. Infine le norme. Noi abbiamo riempito di burocrazia un settore che, invece, necessita si snellire e ssemplificare. Ma ci vuole tempo”.

Riprese e montaggio Vincenzo Ganci, Migi Press