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L’arancina? “Mangiatela slow”. Quella con il cavolo trunzu è una vera delizia

13 Dicembre 2019

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di Roberto Chifari

Se nel giorno di Santa Lucia, a Palermo si friggeranno milioni di arancine, dall’altro lato dell’isola c’è un’altra arancina che esalta invece un presidio slow food ed è il cavolo trunzo di Aci. 

L’idea è di Saro Grasso della trattoria 4 Archi di Milo, in provincia di Catania, premiata anche con il nostro premio Best in Sicily, che ha voluto rivisitare il presidio slow food creando un’arancina tutta da degustare (o arancino come si declina da queste parti). Il cavolo trunzu ha un’origine antica e in realtà è l’epiteto con cui gli abitanti di Catania prendevano in giro quelli di Acireale e per trunzu si intende proprio la testa di rapa. Oggi il cavolo si coltiva nel solo territorio di Acireale e alle pendici dell’Etna. Il cavolo si coltiva in due differenti momenti dell’anno: in primavera (tra il mese di maggio e quello di giugno) e in autunno (tra il mese di ottobre e quello di novembre). Oggi è un’eccellenza tutta da degustare grazie alla regina dello street food siciliano.