La storia di questa azienda ha inizio nel 1980, anno in cui l’imprenditore Francesco Lena acquista i terreni di Santa Anastasia e i ruderi dell’antica abbazia benedettina, nota già nel Dodicesimo secolo per la qualità del vino prodotto dai monaci. Qui, nella parte orientale della provincia di Palermo, all’interno del territorio di Castelbuono, vengono impiantati nuovi vigneti e così prende vita il progetto vitivinicolo che in pochi anni porterà Abbazia Santa Anastasia ad essere conosciuta ovunque per i suoi vini pluripremiati. Oggi la proprietà si estende complessivamente per 400 ettari, coprendo un range di altitudini che va da 250 a 500 metri sul livello del mare. In essa trovano spazio 70 ettari di vigneti, per lo più esposti a nord, 40 di oliveto, 40 di seminativi, 50 di pascolo e 80 di bosco, mentre il resto è coperto da macchia mediterranea. Si coltivano varietà tradizionali siciliane come Grillo, Grecanico, Zibibbo e Nero d’Avola insieme a vitigni internazionali come Chardonnay, Sauvignon Blanc, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Syrah. Tutti i lavori in campagna vengono svolti con il massimo rispetto per l’ambiente secondo i principi dell’agricoltura biologica e biodinamica (sono presenti le certificazioni Ccpb e Demeter). In cantina si lavora con l’obiettivo di far esprimere al meglio la materia prima attraverso interventi minimali e grande cura dei dettagli. Naturalmente, non si utilizzano lieviti selezionati, additivi e altre sostanze che possano in qualche modo compromettere la territorialità e la salubrità dei vini.
Ad occuparsi della parte enologica è il piemontese Gianfranco Cordero, professionista di grande esperienza che non ha certo bisogno di presentazioni. La produzione complessiva è di circa 500 mila bottiglie l’anno con una gamma che conta più di una decina di etichette delle varie tipologie, raggruppate in diverse linee. Non solo vino: l’azienda è famosa anche per il suggestivo relais nato dalla ristrutturazione dell’abbazia, che oggi permette ai turisti di soggiornare in ambienti esclusivi circondati da un paesaggio di rara bellezza.
Abbiamo degustato il Sicilia Doc Grillo La Vista 2024, bianco che fa parte della linea denominata “I sensi”, composta da vini che rappresentano espressioni di tipicità in versione biologica. E’ fatto con uve grillo cento per cento coltivate a 450 metri sul livello del mare nella porzione di contrada Santa Anastasia conosciuta come Collina del Frassino. Contenute le rese che non superano i 70 quintali per ettaro La vendemmia viene effettuata manualmente in cassette a fine estate, durante le prime ore del mattino. La vinificazione prevede fermentazione spontanea da lieviti indigeni in serbatoi di acciaio inox alla temperatura controllata di 15-18 gradi centigradi. Il processo, lento e graduale al fine di ottenere una buona complessità aromatica, va avanti per 20-23 giorni. Il Grillo La Vista affina 30 giorni in acciaio sur lie e, successivamente, almeno 2 mesi in bottiglia.
Nel calice si presenta di colore giallo paglierino carico con tenui riflessi verdolini. Ha un naso pulito e intenso nel quale i profumi di pesca bianca e frutta esotica sono affiancati da note agrumate con il lime e il pompelmo rosa in evidenza e da un leggero tocco di erbe aromatiche dal timbro balsamico. Il sorso è vivo, snello, scorrevole, equilibrato e si distende con regolarità. Chiude con una scia sapida di buona lunghezza. E’ un assaggio che regala piacevolezza immediata, puntando sulla spontaneità e sulla freschezza del gusto. Per quanto riguarda gli abbinamenti, sarà perfetto con antipasti e primi della cucina di mare, oppure come aperitivo insieme a stuzzichini di ogni genere.
Rubrica a cura di Salvo Giusino
Abbazia Santa Anastasia
Contrada Santa Anastasia – Castelbuono (Pa)
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