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Vino e dintorni

Bilanci delle cantine siciliane, nel 2024 giù utili e fatturati. Ecco chi e quanto guadagna e chi e quanto perde

04 Ottobre 2025
I bilanci delle aziende nel 2024 I bilanci delle aziende nel 2024

Il presente contributo riguarda, anche per l’anno 2024, l‘analisi dei principali valori ed indicatori di bilancio (fatturato, utili/perdite, costo del personale, costi di produzione totali, ecc.) delle aziende vitivinicole siciliane “grandi”, quelle cioè che hanno un volume di prodotto imbottigliato/confezionato superiore al milione di pezzi (base lt. 0,75).

Le aziende coinvolte sono ventisei, come quelle dell’anno scorso, di cui ventuno società di capitali, una società di persone, tre società cooperative ed una società semplice e ciò genera, ribadiamo ancora una volta, profonde differenze, ad esempio, sulla tassazione fiscale, ordinaria o agevolata, quale ultima voce del conto economico, per giungere al reddito netto d’esercizio.

Abbiamo proceduto ad un attento studio di tutti i dati ufficiali, rilevati dall’Ufficio del registro delle Imprese, nonché forniti direttamente dalle imprese ed, in particolare, della documentazione che accompagna il bilancio di esercizio, al fine di rilevare scelte e situazioni contabili che hanno caratterizzato i risultati dell’esercizio 2024.

Sul piano metodologico, precisiamo quanto segue:

  • I dati si riferiscono alle aziende che vendono direttamente al cliente e non già all’azienda produttrice (Cantine Paolini srl e non Cooperativa Paolini, Sibiliana Vini e non Cantine Europa, ecc.);
  • Sono state considerate aziende che, anche con sede legale al di fuori della regione, con stabilimento produttivo e distributivo nella regione, per rendere ininfluente scelte logistiche, giuridiche, fiscali, ecc. adottate e/o modificabili di anno in anno (es. Solsicano, – Mezzocorona (TN), Cantine Madaudo IVAM – Milano);
  • Le aziende possono far parte di gruppi, sottoposte cioè a direzione e coordinamento da parte di una holding, quali Conte Tasca d’Almerita (T Holding), Duca di Salaparuta (ILLVA), Rapitalà (GIV), Tenimenti Zabù (F.G. Fantini), Orestiadi (Cantina Ermes), Cantine Paolini srl (Cooperativa Paolini)Solsicano (Mezzacorona), Cantine IVAM – Cantine Madaudo srl (Mad Immobiliare)Sibiliana Vini (Cooperativa Europa) e ciò può determinare la presenza di valori patrimoniali e reddituali con operazioni con “parti correlate”, effettuabili a condizioni sia ordinarie, sia non ordinarie di mercato.

In primo luogo, segnaliamo che il fatturato complessivo di tali aziende ammonta ad €/milioni 465,9, in c.t., con un incremento, rispetto ai valori dell’esercizio precedente, pari al 3%, (era stato nel biennio precedente dello 0,13% circa).

Tutte le aziende presentano una redditività positiva, con la sola eccezione di tre aziende e cioè della Duca di Salaparuta (DDS d’ora in poi) che, com’è noto, segue logiche di consolidato fiscale e, pertanto, l’individuazione del reddito netto d’esercizio risponde a logiche di gruppo; dell’azienda Conte Tasca d’Almerita, dovuta principalmente ad una riduzione rilevante del fatturato export in Germania e dell’azienda Solsicano, a causa di una variazione negativa della rimanenza di prodotti finiti, all’interno del valore della produzione, nonché di un incremento significativo degli oneri finanziari.

Il valore complessivo del reddito netto positivo è pari ad € 831.024, dato che necessita di alcune precisazione e fortemente influenzato dalle perdite sofferte dalle predette tre aziende. Isolando, infatti, il valore di tali perdite, il valore complessivo degli utili prodotti dalle rimanenti aziende è pari ad € 6.781.708, valore, questo che, in ogni caso, se confrontato in maniera omogenea con quello del 2023, evidenzia una riduzione del 23%.

Questi risultati sono valorizzati per difetto, non avendo a disposizione il risultato reddituale dell’azienda Planeta (società semplice) e dell’azienda Intorcia, poiché non sono disponibili i dati nei siti pubblici, non essendo, queste aziende, obbligate a fornirli.

Ritornando ad analizzare più in dettaglio i fatturati, si notano degli incrementi molto significativi (analizziamo qui quelle con valori > del 20%), in tre aziende e cioè, di Orestiadi (+115,91%), ciò è stato dovuto a scelte operate dalla controllante (Cooperativa Ermes) per maggiori vendite di vino sfuso, attribuite alla propria controllata Orestiadi, di Grottarossa Vini (+37,76%), e Firriato, (+30,97%), dato quest’ultimo, invero che deve essere attentamente letto, essendo intervenuta una fusione per incorporazione della Firriato Distribuzione srl nella Firriato srl, a valere dall’1.1.2024.

Segue una sola azienda con incremento del fatturato compreso tra il 10% e il 20% e cioè MC Vini (+12,85%).

In controtendenza, cioè con diminuzione di fatturato, si rilevano ben 13 aziende (erano dodici nell’esercizio 2023), alcune con riduzioni più significative quali, Tenute Rapitalà (-18,93%), Tenimenti Zabù (-17,74%) e Conte Tasca d’Almerita (-13,4%).

L’azienda leader per fatturato è, anche quest’anno, la Cooperativa Ermes (€ 121.479/K), seguono, mantenendosi invariate le posizioni di testa rispetto all’anno scorso, Cantine SettesoliDuca di Salaparuta, Donnafugata, Cooperativa Colomba Bianca.

Ben 5 aziende superano i 30 milioni di fatturato, altre 7 sono ricomprese tra i 10 e i 30 milioni, 4 tra i 5 e i 10 milioni, tutte le altre hanno valori inferiori ai cinque milioni di euro.

Procedendo nell’analisi della redditività netta, solo l’azienda Donnafugata supera il milione di euro, mentre tre sole hanno un utile compreso tra € 500.000 e il milione, tutte le altre, di cui si hanno a disposizione i dati, hanno valori inferiori, in uno alle tre aziende con perdita, di cui abbiamo già detto.

Tutte le aziende hanno proceduto ad accantonare alle varie riserve gli utili conseguiti, proprio in considerazione del difficile momento economico che stanno attraversando e delle notevoli incertezze presenti nei mercati, ad eccezione della società Cantine Paolini srl, controllata al 100% dalla Cooperativa Paolini, che ha distribuito a quest’ultima, € 258.000, pari alla quasi totalità dell’utile conseguito .

Segnaliamo, come ogni anno, le scelte di tecnica di contabile di chiudere l’esercizio con reddito pari a zero, da parte della Cantina Settesoli e di altre società cooperative, con valori prossimi allo zero, avendo questi istituti aziendali scopi di mutualità prevalente e non potendo, per legge, distribuire utili. 

Abbiamo proceduto, anche quest’anno, a rilevare il costo delle risorse umane presenti in azienda – quale elemento centrale del valore aggiunto distribuibile – rapportandolo sia al totale dei costi di produzione, sia al fatturato aziendale – pur con tutte le necessarie cautele nell’ambito di un settore che si avvale di rilevante manodopera stagionale e di un significativo numero di soggetti apicali, soci, familiari, ecc., che prestano la loro opera in azienda, con differente modalità ed intensità tra le varie aziende analizzate.

Per quel che riguarda il primo indicatore (costo personale/costi totale di produzione), vi sono aziende con mera funzione distributiva, non produttiva, perché ricadente in altra entità giuridica, in presenza di altre aziende di gruppo o aventi medesima compagine societaria che si occupano direttamente della produzione, presentando valori sensibilmente inferiori del costo del personale, quando non addirittura pari a zero (Baglio Gibellina) e tra queste si annoverano, Paolini cantine srl con un valore pari a 1,09%,  Sibiliana Vini 3,5%, Normanno srl 2,45%, rispetto ad aziende integrate nella filiera, quali (Conte Tasca d’Almerita 29,39%Solsicano 33,94%, Tenute Rapitalà 29,62%, C. Pellegrino 16,47%, Donnafugata 23,65%, Curatolo Arini 23,47%), Ermes cantine 6,66%, MC Vini srl 4,49%) con un dato medio pari all’11,39%, valore questo, per le considerazioni sopra esposte, poco rappresentativo, viste le situazioni differenziate di cui sopra abbiamo detto.

Da ultimo abbiamo analizzato l’altro indicatore e cioè l’incidenza percentuale del costo del lavoro sul fatturato e si rileva al primo posto la Solsicano (39,4%), segue Conte Tasca d’Almerita (28,84%), segue quindi Tenute Rapitalà (24,64%), le aziende Baglio Curatolo Arini 1875 (22,3%)Donnafugata (22,67%), Principe di Corleone (19,73%) e C. Pellegrino (17,31%).

Dall’elaborazione dei dati si ricavano dati estremamente interessanti, tra i quali, ad esempio che il valore del fatturato globale delle 3 cooperative “grandi”, raggiunge il valore percentuale del 44,01% del totale complessivo del fatturato delle aziende grandi indagate.

Quali le principali conclusioni cui possiamo pervenire dai valori dell’anno 2024?
Certamente un settore caratterizzato da una significativa riduzione di fatturato, con riferimento a quasi la metà del campione oggetto di analisi – anche se, l’incremento di tutte è di segno positivo (+3%) , un settore che continua a produrre utili – anche se questi si sono ridotti, rispetto al 2023, in termini omogenei e con esclusione delle società in perdita – del 23% circa, che distribuisce rilevante valore aggiunto, in particolare per ciò che concerne le risorse umane, con un valore complessivo distribuito pari a circa 48,5 milioni/€. circa oltre 7 volte la potenziale distribuzione di utili per dividendi alla proprietà aziendale.

Un anno, a nostro avviso, certamente di transizione, alla luce degli scenari macroeconomici complessi che si stanno verificando.

*Coordinatore Master MASV – Manager delle aziende del settore vitivinicolo
Università di Palermo – Dipartimento SEAS