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Vino e dintorni

Il fondo White Bridge Investments di Tenuta Ulisse compra Montevetrano

19 Settembre 2025
L'etichetta del Montevetrano di Silvia Imparato L'etichetta del Montevetrano di Silvia Imparato

L’acquisizione della cantina rafforza la strategia di un polo enologico del Mezzogiorno.

Un nuovo capitolo si apre per Montevetrano, la storica cantina campana fondata da Silvia Imparato e diventata negli anni un simbolo della viticoltura di qualità. L’azienda è stata acquisita da Tenuta Ulisse, realtà abruzzese che dal 2022 fa capo al fondo White Bridge Investments e che negli ultimi mesi ha accelerato il proprio progetto di crescita.

Dopo l’ingresso di Cirelli a maggio, l’acquisizione di Montevetrano segna infatti il secondo passo in pochi mesi di un percorso che punta a costruire un gruppo capace di rappresentare e valorizzare le identità territoriali del Centro-Sud Italia. Silvia Imparato proseguirà il proprio impegno nel prossimo triennio per agevolare la transizione, mentre la figlia Gaia resterà attiva in azienda.

«Montevetrano è un simbolo della viticoltura campana e unisce tradizione, ricerca e visione internazionale – commenta Luigi Ulisse, amministratore delegato di Tenuta Ulisse –. Per noi rappresenta un tassello fondamentale di un progetto che vuole proporre vini di altissima qualità radicati nei territori».

Fondata negli anni Ottanta alle porte di Salerno, Montevetrano è diventata in breve tempo un nome di riferimento grazie a un vino che porta lo stesso nome, nato dall’intuizione e dalla passione di Silvia Imparato e affermatosi come icona campana nel panorama internazionale. Oggi, con l’ingresso nel gruppo Ulisse, questa eredità si arricchisce di nuove prospettive. «Con questa operazione – afferma Imparato – Montevetrano non rinuncia alla propria identità, ma la rafforza e la proietta verso una dimensione ancora più ampia».

Tenuta Ulisse, intanto, continua a crescere anche nei numeri: nel 2024 ha registrato ricavi per 17,3 milioni di euro, in aumento rispetto ai 15,5 milioni dell’anno precedente, con una marginalità del 35,6%. Indicatori che confermano la solidità di una strategia di consolidamento che non si limita all’Abruzzo, ma guarda a tutto il Centro-Sud come a un’unica piattaforma di eccellenza.