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Vino e dintorni

Dalle mappe del Sangiovese alle nuove generazioni: la Romagna a “Vini ad Arte”. Dieci assaggi da segnalare

03 Ottobre 2025
edizione 2025 di Vini ad Arte, Romagna edizione 2025 di Vini ad Arte, Romagna

A Faenza la celebrazione di una manifestazione che dà voce a un territorio in crescita

Venti anni e non sentirli, così l’edizione 2025 di Vini ad Arte, che da pochi giorni si è conclusa a Faenza, ha celebrato con energia la storia e l’evoluzione di una manifestazione diventata il palcoscenico più rappresentativo per il vino di Romagna. Nata nel 2005 come momento di confronto sull’identità enoica della regione, oggi è l’evento istituzionale di riferimento del Consorzio Vini di Romagna.

Come sottolinea il Presidente Roberto Monti: «Venti edizioni della nostra manifestazione del vino più importante in Romagna andavano ricordate degnamente. Non è solo un debito con la storia, ma ribadire l’importanza di presentare annualmente le nuove annate dei nostri vini DOP a stampa nazionale e internazionale».

Il Direttore Filiberto Mazzanti aggiunge: «Il canovaccio è sostanzialmente quello di venti anni fa, ma oggi tutti i produttori romagnoli aderiscono liberamente e abbiamo ampliato l’offerta per dare soprattutto agli stranieri una panoramica del territorio, con aspetti ambientali, culturali e gastronomici. L’altro aspetto maturato è quello della resa dei dati sempre più chiara, con infografiche esplicite e immagini adeguate a rappresentare i contenuti espressi. Anche la forma della comunicazione è cresciuta, coi nostri seminari e press-tour che gli stessi giornalisti affermano di apprezzare».

Nel ventennale, l’evento si è aperto al pubblico degli appassionati, celebrando Faenza e il suo legame con la ceramica d’arte. «Dalle medesime argille la visione e l’abilità dell’uomo è in grado di tirare fuori opere d’arte ceramica e vini autentici che parlano del territorio – continua Monti – Abbiamo voluto riportare su Faenza l’intero programma originale, quello “nativo”, con la giornata dedicata all’incontro con la ristorazione. Era un modo per onorare la capitale europea della ceramica d’arte e fissare simbolicamente che dalla stessa materia possono nascere sia opere d’arte ceramica sia vini che esprimono l’identità territoriale».

Tra i momenti più attesi, la nuova mappa del Sangiovese di Romagna firmata da Alessandro Masnaghetti restituisce complessità geologiche e ambientali a colpo d’occhio. «Le nuove mappe – spiega Monti – sono un vero gioiello comunicazionale, rendendo immediatamente comprensibili aspetti complessi». Mazzanti aggiunge: «A distanza di 12 anni, la nuova versione, integralmente ripensata, va valorizzata attraverso racconti che coinvolgano produttori, stampa e appassionati, per vivere la magia dei territori della Romagna. Uno strumento che va fatto suonare e far valere, attraverso un racconto capace di motivare i produttori alla rivendicazione dei Sangiovese Sottozona correlati al proprio areale, per comunicare efficacemente alla stampa, alla distribuzione e agli appassionati, esaltando il fascino unico della ricchezza dei terroir romagnoli».

Come sottolineato da entrambi: “La Romagna, negli ultimi 10 anni in special modo, è cresciuta notevolmente; in particolare ha preso coscienza del proprio ruolo nell’ambito dell’offerta enologica nazionale. Il lavoro duro svolto dalle imprese locali con la regia del Consorzio ci permette oggi di poter ritenere i vini romagnoli DOP e IGP con una qualità media elevata, con i tratti della contemporaneità, della gastronomicità, della bevibilità. Ci candidiamo a essere piacevolmente adeguati per ogni abbinamento e in ogni momento di consumo, secondo i parametri del bere che oggi tengono banco. Nonostante i nostri Sangiovese abbiano nella prontezza, nella dolcezza dei tannini e nella bevibilità la propria cifra distintiva più immediata e amata, possiamo contare su un crescente patrimonio di eccellenti vini ad affinamento medio lungo, che danno forza tra l’altro all’esistenza della nostra oramai storica Anteprima».

Proprio il Sangiovese è stato protagonista delle masterclass che hanno permesso di esplorare la storia e la qualità di questa eccellenza romagnola. Tra gli approfondimenti che si sono succeduti nella due giorni dell’evento, va ricordata la verticale di Sangiovese, con annate storiche dalla 1985 fino al 2020. «Non una prova di forza – commenta il Direttore – ma la riprova della nostra identità enoica, che unisce storia, contemporaneità e qualità riconoscibile».

Particolare attenzione è stata poi dedicata al territorio di Modigliana, che con le sue valli punteggiate da boschi e suoli di marne e arenarie, rappresenta un microcosmo di eleganza e complessità per il Sangiovese di Romagna. Qui l’altimetria e le caratteristiche pedoclimatiche conferiscono ai vini profondità e sfumature aromatiche uniche, che i produttori interpretano con grande cura, valorizzando le differenze tra i diversi cru. Questo territorio è ormai riconosciuto come uno dei gioielli emergenti della regione, in grado di esprimere un Sangiovese che coniuga struttura e finezza, destando particolare interesse tra gli esperti e gli appassionati.

Accanto a Sangiovese e Albana, emergono altri autoctoni come Pagadebit, Cagnina, Centesimino, Famoso e Burson. Il Trebbiano sta vivendo nuova giovinezza, dal rilancio degli spumanti al ritorno delle vinificazioni collinari, mentre la Rebola, grazie al progetto Rimini Rebola, conquista i ristoratori locali.

Sul fronte dei mercati, l’export pesa per circa il 35%, soprattutto verso Stati Uniti e Nord Europa. «Le sfide del futuro – sottolineano Monti e Mazzanti – restano il clima, le nuove generazioni di consumatori e il ricambio generazionale nella produttività. Sarà necessario comunicare in modo diverso per raggiungere nuovi pubblici».

Guardando avanti, l’intenzione è conservare la formula che ha reso grande l’evento, perfezionandone la narrazione e valorizzando strumenti come le nuove mappe cartacee. Dopo vent’anni, Vini ad Arte resta la voce corale di un territorio che ha imparato a credere nei propri vini e a proporli al mondo con sempre maggiore autorevolezza.

Chiudiamo questo racconto di Vini ad Arte con dieci assaggi che hanno inciso nel cuore, piccoli viaggi nei territori di Romagna capaci di evocare emozioni profonde e memorie indelebili. · Forlì IGT Sauvignon Blanc Tresche 2023 di Villa Papiano: un bianco di forte personalità, espressione autentica, con aromi intensi e una piacevole mineralità che accompagna il sorso.

  • Colli Romagna Centrale DOC Bianco Modigliana Fra Cielo 2022 de La Casetta dei Frati: un bianco dinamico e vibrante che si fa notare per freschezza e carattere.
  • Romagna DOC Sangiovese Castrocaro La Farfalla 2024 di Marta Valpiani: un vino che si apre con freschezza immediata, svelando un Sangiovese giovane e vibrante, capace di conquistare con la dolcezza dei tannini e un finale fragrante che sfiora i sensi con leggerezza.
  • Romagna DOC Sangiovese Superiore Federico 2024 di Pandolfa Noelia Ricci: proveniente da Predappio, danza tra fragranze di frutti rossi e sentori floreali, con leggerezza e golosità.
  • Romagna DOC Sangiovese Predappio Godenza 2023 di Noelia Ricci: si distende in uno slancio di tannini ben definiti e in una bevibilità già in nuce, ma che con il tempo diventerà ancora più immediata.
  • Romagna DOC Sangiovese Modigliana Atto Secondo 2023 de Il Teatro: nel calice emerge l’eleganza di un terroir che parla con voce sottile ma decisa, una sinfonia di equilibrio che intreccia struttura e finezza aromatica in un abbraccio armonioso.
  • Romagna DOC Sangiovese Modigliana Vigna Beccaccia 2021 di Villa Papiano: regala la profondità antica dei suoi suoli, quel tratto minerale che fa vibrare il palato e conduce a note di frutto maturo con una persistenza che sembra fermare il tempo.
  • Romagna DOC Sangiovese Modigliana Riserva FraTempo 2014 de La Casetta dei Frati: profondo e coinvolgente, racconta la sua integrità e freschezza; un vino che emoziona e sorprende per la sua completezza e godibilità.
  • Romagna DOC Sangiovese Superiore Riserva Pietramora 1985 di Fattoria Zerbina: un miracolo di longevità e maestria, un’icona che suggella l’identità profonda del territorio con la voce del passato ancora vibrante nel presente.
  • Romagna DOC Rosso Passito “Rubacuori” 2024 di Poderi Morini: una splendida versione del centesimino, che chiude con dolcezza e intensità, un abbraccio caldo di frutta secca e acidità viva; perfetto con un cioccolato fondente al 100%, pura massa di cacao.