A Montalcino, nel contesto di Benvenuto Brunello, l’annata 2021 del Brunello di Montalcino è stato presentato con un’identità chiara. Nella Chiesa di Sant’Agostino il Consorzio ha illustrato i risultati di “Brunello Forma”, il metodo introdotto lo scorso anno per leggere le nuove annate attraverso parametri qualitativi e stilistici, superando la tradizionale classificazione a stelle. Un approccio che mette in relazione vitigno, clima e morfologia del territorio, riconoscendo la varietà di suoli, esposizioni e altitudini che caratterizzano la denominazione.

Il presidente del Consorzio, Giacomo Bartolommei, sottolinea come “Brunello Forma” consenta una lettura più precisa del rapporto tra Sangiovese e territorio e come i riscontri iniziali suggeriscano un potenziale evolutivo solido, accompagnato da un interesse di mercato già percepibile in vista dell’uscita prevista per gennaio. La valutazione nasce da un percorso strutturato: prima un assaggio interno della commissione del Consorzio, poi una sessione alla cieca condotta da otto Master of Wine. Cinquantotto campioni certificati Docg, provenienti da trenta aziende rappresentative per area e volumi, hanno costruito il quadro dell’annata. Un lavoro supportato anche da una rete di monitoraggio climatico ampliata a sessanta stazioni, utile per leggere in modo più accurato l’andamento stagionale.
Caratteristiche dell’annata 2021
Il profilo del Brunello 2021 si articola attorno a tre elementi individuati dal Consorzio: fragranza, definizione e verticalità. La fragranza emerge nella componente aromatica, con note floreali e un frutto riconoscibile, tra pesca e ciliegia rossa. La gestione dell’estrazione appare misurata e mantiene un centro aromatico pulito. Una speziatura leggera e un accenno di macchia mediterranea completano un quadro sobrio ma preciso. La definizione si lega invece alle condizioni climatiche: una stagione molto secca rispetto alla media, ma con piogge estive leggermente superiori ai valori abituali. Le ondate di calore sono state brevi e non eccessive. Ne derivano vini completi, privi dei segni di surmaturazione che possono emergere in annate più dure, con tannini regolari e una buona corrispondenza tra alcol e peso aromatico. La verticalità si traduce in una progressione ordinata del sorso. I tannini variano dal gessoso al sabbioso, mantenendo una trama continua. L’annata mette inoltre in evidenza la diversità territoriale e stilistica interna alla denominazione. La persistenza si distende senza appesantire e suggerisce una capacità evolutiva che potrà essere verificata nel tempo.
Vendemmia e andamento agronomico
Il 2021 è stato segnato da due anomalie principali: una primavera fredda con una gelata l’8 aprile, tra le più severe degli ultimi vent’anni, e un’estate molto asciutta, la seconda meno piovosa degli ultimi tre decenni. Settembre ha registrato condizioni più calde e secche della media. La combinazione di questi fattori ha ritardato il ciclo vegetativo e, in alcune aree, ridotto le rese. Tuttavia, l’assenza di picchi di calore estremi ha evitato stress prolungati alla vite, mantenendo un equilibrio fisiologico sufficiente a sostenere la maturazione. La vendemmia si è concentrata tra la seconda metà di settembre e i primi giorni di ottobre. Le quantità risultano in alcuni casi inferiori, effetto della gelata primaverile e della scarsa piovosità nei mesi da marzo a settembre. Il quadro finale è quello di un’annata complessa ma controllata, in cui le condizioni irregolari non hanno compromesso la qualità espressiva dei vini.