È facile orientarsi a Lanzarote. Basta osservare i vigneti. Le viti sono sempre protette a nord da un muretto a secco in pietre di lava, che le ripara dall’instancabile soffio degli Alisei. Un segno immanente della centralità della vigna, vera bussola dell’isola, imprescindibile punto cardinale non solo dello spazio, ma anche del tempo.
Contrariamente ad altri territori, a Lanzarote sappiamo esattamente quando sono nati i vigneti che ancora oggi vediamo: dopo il 1736. Nei sei anni precedenti, l’isola è stata sconvolta da eruzioni vulcaniche di devastante potenza, che hanno ridisegnato completamente il suo volto e cambiato profondamente la vita degli abitanti.
Lanzarote è un’isola dai colori densi e dai forti contrasti. Il nero del basalto, l’antracite dei suoli, le rocce rosse dei vulcani, accarezzano calmi cieli azzurri, attraversati da nuvole veloci, e si specchiano, perdendosi, nel cupo e misterioso blu dell’oceano. Nere sciàre, sole accecante, vento impetuoso e arido sale smerigliano lo sguardo inquieto e scuotono violentemente i sensi, al clima dolce di un’eterna primavera. Lanzarote è unica. Un’isola di lava salmastra trafitta da limpida luce che vibra nel vento.
Oceano e vulcani
Lanzarote, l’isola più settentrionale dell’arcipelago delle Canarie, si trova al largo della costa sud del Marocco. Il clima, dolce e soleggiato, è sempre rinfrescato dalla presenza dell’Aliseo di nord-est, che spira costante dalle alte pressioni subtropicali verso le basse pressioni equatoriali. Le variazioni di temperatura tra le stagioni sono minime, con un inverno solo un po’ più freddo e con qualche pioggia. Lanzarote è stata creata nel Miocene, circa 15 milioni di anni fa, da una frattura di lava incandescente risalita in superficie dalle profondità dell’oceano. Alle fasi eruttive sono seguiti lunghi periodi di erosione, che hanno generato suoli composti da sabbie, calcare, argilla e limo. Questa situazione è rimasta invariata per molti secoli. Dopo alcuni terremoti premonitori, la sera del primo settembre 1730, nei pressi di Timanfaya, la terra si spaccò e cominciò a eruttare lava. Fu l’inizio di sei anni di devastante attività vulcanica, che hanno rimodellato il paesaggio di Lanzarote. L’area centrale dell’isola era una fertile vallata che ospitava coltivazioni di cereali e ricchi pascoli. Dopo il 1736 tutta la zona è stata coperta da un pesante manto nero di sabbie e lapilli. Nell’area de La Geria si sono sedimentati quattro o cinque metri di depositi piroclastici. In questo nuovo scenario, non era più possibile coltivare il grano e gli abitanti si resero ben presto conto che l’unica pianta che poteva sopravvivere in un territorio così ostile era la vite. Iniziava così per Lanzarote una nuova era, in cui la produzione di vino diventava centrale per l’economia dell’isola. Per trovare della terra fertile in cui piantare le viti, si scavarono profonde buche, sovrastate da muri a secco semicircolari costituiti da pietre vulcaniche, con la funzione di proteggere le giovani piante dal vento. Le buche hanno anche il compito di trattenere e convogliare verso le radici la poca umidità mattutina, poiché la piovosità di Lanzarote è scarsissima, circa 150 litri l’anno per metro quadrato. I suoli di sabbie e lapilli – detti picón – trattengono l’acqua in profondità, restituendola poi alle piante durante i periodi più torridi. Un paesaggio vitato unico al mondo, che ancora oggi fa di Lanzarote uno dei vigneti più belli e suggestivi del pianeta.

Viti centenarie prefillossera
Lanzarote ha un vigneto giovane, ma con piante antichissime. La viticoltura ha meno di 300 anni di storia e conserva ancora le prime viti piantate dopo l’eruzione del 1730-36. Piante maestose dai fusti imponenti e contorti, lignee sculture a piede franco dalle forme affascinanti. Memoria di un lontano passato, di un isolamento che ha salvato Lanzarote dalla fillossera. Ancora oggi sull’isola non si usano portinnesti, a vantaggio del vigore e della longevità delle piante. Distese di sabbia nera a perdita d’occhio salgono verso la sommità dei vulcani, punteggiate da muri semicircolari che indicano la presenza di una buca di 5 o 6 metri di diametro, con al centro una vite. Parliamo di vigneti con una densità di circa 200-300 piante per ettaro, che vengono lavorati manualmente durante tutto l’anno, dalla potatura alla vendemmia. Le rese sono bassissime, tra i 500 e i 1.500 kg di uva per ettaro. In passato i vigneti salivano fino alle sommità dei rilievi vulcanici e ne occupavano anche i crateri. Con lo sviluppo delle attività legate al turismo, le vigne più faticose da lavorare sono state abbandonate, ma resta tuttavia un’importante superficie vitata di circa 1.200 ettari, che costituisce ancora oggi un asse portante dell’economia dell’isola.
I vitigni di Lanzarote
L’eruzione del 1730-36 distrusse quasi completamente l’agricoltura dell’isola e, quando si piantarono i nuovi vigneti, le barbatelle arrivarono dalle altre isole delle Canarie o dall’Andalusia. Oggi Lanzarote rappresenta un prezioso scrigno di varietà antiche, scomparse o abbandonate in Spagna dopo la devastazione della fillossera, oltre a un immenso patrimonio genetico di antichi biotipi a piede franco. Nei terreni con depositi di sabbie vulcaniche molto profondi, la vite è coltivata nelle caratteristiche buche; dove invece lo spessore dei depositi piroclastici è inferiore al metro, le piante sono allineate ai muretti a secco. Sono impianti con maggiore densità, meno spettacolari e spesso più recenti. Lungo i pendii dei vulcani sono presenti antichi terrazzamenti e, nei canyon naturali creati dalle colate di basalto, le viti sono coltivate con il sostegno di pergole alte due o tre metri.
La Malvasía Volcánica
La Malvasía Volcánica non è solo il vitigno simbolo dell’isola, ma anche una varietà particolare di malvasia. Secondo le analisi del DNA, si tratta di un incrocio tra la malvasia aromatica e il marmajuelo, un antico vitigno a bacca bianca originario delle Canarie. La Malvasía Volcánica ha un’aromaticità delicata, con profumi di fiori bianchi, note agrumate e di frutta a polpa bianca. Al palato è piacevolmente fruttata, fresca e scorrevole, con un finale salino. Si è ambientata molto bene al clima secco e ventoso dell’isola, dimostrando notevole resistenza alla siccità.
Diego o Vijariego blanco
Antica uva a bacca bianca originaria dell’Andalusia e portata alle Canarie verso la fine del XV secolo. Quasi completamente scomparsa in madrepatria dopo la fillossera, si è conservata a Lanzarote. Produce vini eccellenti, dal profilo aromatico austero e raffinato, con un sorso profondo e verticale, che sfocia in un finale di vibrante freschezza minerale.
Moscatel
Il moscato d’Alessandria è una delle varietà d’uva più diffuse nel Mediterraneo e dalla Spagna è arrivato anche alle Canarie. Come da tradizione, anche a Lanzarote viene impiegato soprattutto per vini dolci.
Listán blanco
Listán blanco è il nome utilizzato alle Canarie per il palomino fino di Jerez, molto probabilmente importato dall’Andalusia nei secoli passati. Oggi la sua produzione è piuttosto marginale: a volte in purezza, più spesso in assemblaggio per la presenza in vecchie vigne promiscue.
Listán negro
È l’uva a bacca rossa più importante di Lanzarote. Dalle analisi del DNA pare sia il risultato di un incrocio tra il Listán blanco e il negramoll o mollar cano de Andalucía. Si è adattato molto bene ai suoli vulcanici e al clima arido di Lanzarote e produce vini dal profilo particolare. All’olfatto prevalgono note di erbe della macchia mediterranea e sfumature piraziniche, su un sottofondo di frutti di bosco a bacca scura. Al palato presenta tannini sottili e una piacevole freschezza. Scorrevole e di media struttura, è un rosso interessante che dialoga con lo stile contemporaneo.
Le bodegas e i vini di Lanzarote
Per avere una visione completa e articolata dello scenario del vino di Lanzarote, abbiamo scelto di visitare cantine di antiche tradizioni e di dimensioni importanti, realtà più piccole di carattere familiare e progetti innovativi che stanno portando una ventata di novità nel panorama enologico di Lanzarote.
Le bodegas storiche e tradizionali
Bodegas El Grifo
Bodegas El Grifo rappresenta un pezzo di storia del vino di Lanzarote. È stata fondata nel 1775 e proprio quest’anno festeggia i 250 anni di attività, celebrati con l’uscita di un’edizione speciale di Malvasía Volcánica 2018. La famiglia Torres y Ribera possedeva terreni agricoli nella zona de La Geria già prima dell’eruzione del 1730-36 e solo negli anni successivi si dedicò alla viticoltura. In principio i mosti venivano trasferiti ad Arrecife per la produzione di distillati e solo in seguito si cominciò a produrre vino con la creazione di Bodegas El Grifo. La crescita delle dimensioni aziendali non ha fatto perdere alla cantina il rapporto diretto e autentico con il terroir. Oggi il cuore della tenuta è ancora costituito dai possedimenti originari de La Geria, a cui si sono aggiunte altre parcelle. La tenuta gestisce i vigneti in regime di agricoltura biologica ed è anche all’avanguardia nella ricerca di nuove strade per contrastare gli effetti della crisi climatica. Poiché le condizioni di Lanzarote sono piuttosto stabili e la vite non conosce il riposo invernale, El Grifo sta sperimentando un’inversione del ciclo vegetativo, cambiando il periodo di potatura per ottenere una vendemmia in inverno o all’inizio della primavera. L’obiettivo è preservare freschezza e tensione acida, anche in un luogo dal clima caldo e arido. È nata così l’etichetta Malvasía Volcánica Vendimia de Invierno, che potrebbe rappresentare il futuro per i vini di Lanzarote. Focus della produzione di El Grifo è la Malvasía Volcánica, ma in tenuta si coltivano anche altri vitigni storici dell’isola, oltre alla syrah. La Malvasía Volcánica Metodo Classico Brut Nature Reserva 2022 presenta un bouquet delicato con profumi floreali, aromi di agrumi fragranti e frutta a polpa bianca, attraversati da un perlage sottile. Il sorso è piacevolmente cremoso, con un finale iodato e di vivace freschezza. La Malvasía Volcánica Seco Colección 2024 è il vino simbolo della cantina. Esprime bene il carattere tipico dei vini di Lanzarote: sfumature di fiori bianchi, scorza di limone, melone cartucciaro e pesca bianca. La Malvasía Volcánica Lías 250 Anniversario 2018 è un vino ampio, ricco, complesso e sfaccettato, con morbidi aromi di frutta matura, cenni di frutta tropicale e pietra focaia, che accompagnano a un finale persistente. Eccellente il Vijariego Sobre Lías 2023, ma il vero fuoriclasse della gamma El Grifo è Experiencia de Vendimia Malvasía Volcánica Finca Ramón Tablero de Uga 2024: un bianco limpido ed essenziale, con raffinati aromi floreali e fruttati, che anticipano un sorso profondo, di grande tensione acida e con un finale marino.
Bodega Los Bermejos
Bodega Los Bermejos è appartenuta per secoli a una delle famiglie più importanti di Lanzarote e ancora oggi rappresenta una realtà di spicco nel panorama dell’isola. I vigneti sono prevalentemente coltivati con piante allineate lungo bassi muretti a secco: una scelta dettata dalla minor profondità dei depositi di sabbie vulcaniche, che consente anche maggiore densità di piante per ettaro. La cantina riserva grande attenzione alla qualità delle uve, con rigorosa selezione dei grappoli. La Malvasía Seco 2024 e la Malvasía Seco Ecológica 2024 mettono in risalto il gusto classico dei bianchi dell’isola. Interessante il Diego Seco 2024, mentre risulta un po’ troppo segnato dal legno il Diego Seco Fermentado en Barrica 2023.
Bodegas Rubicón
Situata a La Geria, è una cantina con alle spalle una lunga storia e antiche tradizioni. La proprietà risale al 1570 e per molto tempo è stata un’azienda agricola dedita alla coltivazione di cereali e all’allevamento. A cambiarne le sorti fu l’eruzione del 1730-36. Oggi coltiva 21 ettari, tutti situati a La Geria, con vigneti che salgono lungo i versanti dei rilievi vulcanici dell’area. Possiede un patrimonio di vigne di grande valore, con molte piante che hanno un’età compresa tra i 100 e i 250 anni. I vini di Bodegas Rubicón rispecchiano con fedeltà il terroir e il carattere tipico del suo vitigno principe. La Malvasía Volcánica Seco 2023 fonde aromi piacevolmente fruttati e cenni di fiori bianchi con nitide sensazioni saline e minerali. La Malvasía Volcánica Amalia Seco 2023 presenta un profilo aromatico intenso e ricco, con note di frutta matura e sfumature tropicali. Al palato è ampio, morbido e avvolgente, con finale armonioso.
Bodegas La Florida
È una piccola realtà familiare che si trova in località San Bartolomé. I vigneti si estendono in prossimità della cantina e sono coltivati prevalentemente in forma lineare. Una parte della tenuta è occupata da un profondo canyon formato da rocce di basalto. Nella spaccatura la vite è coltivata con piante alte che allungano i tralci su un sistema di pergole a circa tre metri d’altezza. Un paesaggio vitato suggestivo, che da solo vale una visita alla cantina. Molto buona la Malvasía Volcánica Seco 2024 e ottima la nuova versione Malvasía Volcánica Seco Lías 2023: aromi sottili e delicati, note floreali, iodate, agrumate e un sorso essenziale e profondo che chiude su sensazioni saline.

La nouvelle vague di Lanzarote
Lanzarote non è solo storia, è anche un territorio vivace e ricco di fermento. Ci sono diverse realtà d’ispirazione artigianale, nate negli ultimi anni con l’intento di recuperare vecchie vigne e produrre vini che esprimano le caratteristiche di singole parcelle. Un lavoro di impronta borgognona, legato alla valorizzazione del terroir e alla messa in luce delle sfumature delle differenti aree dei vigneti dell’isola.
Titerok-Akaet
Il nome della tenuta deriva da un toponimo delle antiche popolazioni aborigene di Lanzarote e significa montagna rossa o montagna che brucia. Il progetto è nato grazie all’iniziativa di Marta Labanda, enologa e biologa, e Juan Daniel Ramírez, ingegnere agrario ed enologo. Dopo alcune esperienze come consulenti presso importanti cantine spagnole, Marta e Daniel hanno deciso di dar vita a un progetto personale sull’isola di Lanzarote. Nel 2014 hanno cominciato a individuare vecchi appezzamenti con viti centenarie e a recuperarli con un paziente e faticoso lavoro. L’idea di fondo è dare nuova vita a queste parcelle, che rappresentano un patrimonio di antichi cloni a piede franco, capaci di esprimere l’essenza autentica del terroir. La filosofia di Titerok-Akaet è orientata al massimo rispetto della natura e della sostenibilità ambientale. In cantina si seguono pratiche semplici: cernita manuale delle uve, lieviti indigeni e poca solforosa. Le vinificazioni avvengono per singola parcella, e ogni etichetta riflette le caratteristiche di una particolare area o di una singola vigna. Eccellenti i bianchi, freschi, raffinati e salini: sia la Malvasía Volcánica Finca Guatisea 2023, sia il Valle del Malpaso Blanco 2023, assemblaggio di Malvasía Volcánica, Listán blanco e Diego. Molto buono il rosato Clarete La Ratonera 2023, un blend di Listán blanco e Listán negro, così come il Listán Negro La Degollada 2023, edizione limitata di sole 500 bottiglie affinata in acciaio, che regala una gioiosa fragranza fruttata accompagnata da fresche sensazioni balsamiche.
Jable de Tao
La bodega Jable de Tao è un giovane progetto nato dalla passione di quattro amanti del vino: Alexis Betancor Cabrera, Carmelo Peña Santana, David Hall e Matuli Rodríguez Borges. Jable de Tao punta a portare nel calice le diverse sfaccettature del territorio attraverso un lavoro minuzioso e preciso. Alla base c’è uno studio approfondito sulle singole parcelle, condotto dal geologo Gonzalo Santibáñez, che ha portato all’individuazione di tre differenti tipologie di terreni all’interno della tenuta: suoli di natura sedimentaria, con importante componente marina; suoli di natura vulcanica a tessitura fine; suoli a composizione mista, con presenza di componenti sedimentarie e piroclastiche. Ogni etichetta è riconducibile a un particolare terroir e ne rispecchia fedelmente le caratteristiche. Jable de Tao Blanco 2023 è il vino simbolo della tenuta e nasce da un assemblaggio di Malvasía Volcánica, Listán blanco, Diego e Listán negro. Paraje de Tao 2023 è l’espressione di vigne ultracentenarie di Malvasía Volcánica situate nella zona nord dell’isola. Il vino affina per 10 mesi in contenitori di ceramica e in grandi botti di rovere austriaco, regalando sensazioni agrumate, iodate, un profilo teso e lineare dal finale salino. Il Chupadero 2023 è prodotto con uve di vigne coltivate all’interno della caldera di un vulcano situato a La Geria: un Listán blanco in purezza raro e prezioso, dal carattere armonioso e piacevolmente fruttato. La Malvasía Volcánica Tenesar 2023 nasce da vigneti coltivati lungo la costa occidentale dell’isola, a pochi chilometri dal mare: un vino dal volto marino, fresco e salmastro, attraversato da una nitida vena sapida. La Diego 2023 è un bianco di grande finezza espressiva, realizzato con l’omonimo vitigno autoctono: sorso profondo e lungo, acidità agrumata, finale salino. Vini di livello altissimo, non solo nel contesto di Lanzarote.
Bodegas Timanfaya
Situata a Mácher, nei pressi di Tías, la cantina è stata costruita in un suggestivo anfratto creato da una colata lavica del vulcano Timanfaya. Il progetto nasce dal desiderio dell’enologo Alberto González di dar vita a una boutique winery. Dopo aver lavorato a lungo come enologo in alcune delle più note bodegas di Lanzarote, Alberto ha deciso di realizzare il suo sogno. Da alcuni anni si dedica al recupero di vigne ultracentenarie situate in località La Geria. La sua filosofia nasce da una profonda cultura del territorio e da una memoria storica legata a tradizioni locali. I suoi vini sono un viaggio che, partendo dal cuore del vulcano Timanfaya, porta a cogliere l’essenza di Lanzarote in un calice: una sorta di alchimia che trasforma la lava in vino, la memoria in tempo presente. La sua visione abbraccia la natura dell’isola nel suo complesso, con i suoi colori, i suoi profumi, il vento e il mare. Riservato e quasi schivo, Alberto si nutre della natura che lo circonda, raccogliendo con sensibile attenzione ogni segno e richiamo della madre terra. Le sue etichette sono una perfetta fusione di natura e cultura, creazioni senza tempo che affascinano per rigore, essenzialità e precisione. Malvasía Volcánica Seco 2023, Vino Tinto 2023, Malvasía Volcánica Dulce Natural 2018 e Moscatel Dulce 1999 sono vini scolpiti nella lava.
Lanzarote tra passato e futuro: il Consejo Regulador de la D.O. Vinos de Lanzarote
Con l’enologo Jorge Rodríguez, presidente del Consejo Regulador de la D.O. Vinos de Lanzarote e titolare della Bodega Olivina, abbiamo approfondito con una piccola intervista alcuni temi legati alle caratteristiche e alle prospettive dei vini di Lanzarote:
Quanto è importante la viticoltura per l’economia di Lanzarote?
La viticoltura è fondamentale per l’economia di Lanzarote, non solo per il suo valore turistico, ma anche per quello culturale e paesaggistico.
Quanti sono gli ettari attualmente coltivati a Lanzarote? In passato erano molti di più?
Attualmente circa 1.200 ettari sono coltivati. In passato ce n’erano molti di più: sull’isola si raccoglievano fino a 5 milioni di kg di uva; oggi, in un buon raccolto, ci si aggira intorno ai 3,5 milioni di kg.
Ci sono programmi e iniziative per il recupero dei vigneti vecchi o abbandonati?
Sì, il Consiglio dell’isola sta promuovendo il ripristino dei vigneti abbandonati.
State selezionando vecchi cloni di Malvasía Volcánica per preservare l’identità dei vini di Lanzarote?
È stato condotto uno studio genetico per selezionare i cloni più rappresentativi di Lanzarote.
Ho trovato il vitigno Diego molto interessante. Cosa ne pensi?
È un vitigno molto interessante per la vinificazione, ma attualmente ci sono pochissime vigne sull’isola a causa del suo lungo ciclo vegetativo e della variabilità delle vendemmie.
In che modo il cambiamento climatico sta influenzando la viticoltura di Lanzarote?
Ho visto alcuni esperimenti con la vendemmia invernale. La vendemmia invernale è stata una mia idea quando lavoravo a El Grifo; ho pensato che fosse interessante da realizzare. Attualmente il cambiamento climatico sta avendo un impatto molto negativo sui nostri vigneti, con temperature sempre più elevate e meno precipitazioni, il che si traduce in raccolti molto variabili.
Quali programmi sono in atto per promuovere i vini di Lanzarote?
Attualmente sia il Consejo Regulador della D.O. sia il Consiglio Insulare stanno lavorando a diverse iniziative per promuovere i vini dell’isola, a livello nazionale e internazionale.
I 15 migliori assaggi
- Diego 2023, Jable de Tao
- Experiencia de Vendimia Malvasía Volcánica Finca Ramón Tablero de Uga 2024, El Grifo
- Malvasía Volcánica Seco 2023, Bodegas Timanfaya
- Paraje de Tao Malvasía Volcánica 2023, Jable de Tao
- Titerok-Akaet Malvasía Volcánica Finca Guatisea 2023
- Malvasía Volcánica Tenesar 2023, Jable de Tao
- Malvasía Volcánica Sobre Lías 2023, La Florida
- Titerok-Akaet Valle del Malpaso Blanco 2023
- Malvasía Volcánica Lías 2018, El Grifo
- Malvasía Volcánica Amalia 2023, Bodegas Rubicón
- Vijariego Sobre Lías 2023, El Grifo
- Malvasía Volcánica Seco Ecológica 2024, Los Bermejos
- Vino Tinto 2023, Bodegas Timanfaya
- La Degollada Listán Negro 2023, Titerok-Akaet
- Moscatel Dulce 1999, Bodegas Timanfaya