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Vino e dintorni

Vino italiano, confermati i dazi Usa al 15%: allarme di UIV

21 Agosto 2025
Lamberto Frescobaldi, presidente di UIV Lamberto Frescobaldi, presidente di UIV

Il nuovo regime tariffario tra Unione Europea e Stati Uniti conferma i dazi al 15% sul vino italiano. L’annuncio, dato dal commissario europeo al Commercio Maroš Šefčovič, apre un semestre complicato per il settore, che vede negli Usa il primo mercato estero con un valore di circa 2 miliardi di euro l’anno, pari al 24% dell’export complessivo.

Secondo le stime dell’Unione Italiana Vini (Uiv), l’impatto dei dazi si tradurrà in un danno di 317 milioni di euro nei prossimi dodici mesi, cifra che potrebbe salire a 460 milioni in caso di ulteriore debolezza del dollaro. Anche i partner commerciali americani – importatori, distributori e ristoratori – vedrebbero sfumare quasi 1,7 miliardi di dollari di margini.

“Si tratta di una stangata per il vino, il settore più esposto tra le prime dieci categorie di prodotti italiani esportati negli Stati Uniti”, ha commentato il presidente Uiv, Lamberto Frescobaldi, sottolineando la necessità di “fare fronte comune con i partner statunitensi per opporsi a questa misura che penalizza entrambi i mercati”.

Il segretario generale di Uiv, Paolo Castelletti, ha richiamato l’urgenza di un sostegno pubblico: “È finita la stagione delle deroghe e dell’incertezza. Ora serve un impegno concreto in termini di promozione del vino italiano, anche perché nei primi cinque mesi del 2025 si è già registrato un calo del 4% nei volumi esportati”.

I dati dell’Osservatorio Uiv mostrano come il 76% delle 482 milioni di bottiglie spedite lo scorso anno negli Stati Uniti rientri nella cosiddetta “zona rossa”, con un’esposizione superiore al 20% del totale export. Le denominazioni più coinvolte sono Moscato d’Asti (60% della produzione destinata al mercato Usa), Pinot Grigio (48%), Chianti Classico (46%), rossi Dop toscani (35%) e piemontesi (31%), Brunello di Montalcino, Prosecco (27%), Lambrusco e Montepulciano d’Abruzzo.