Non c’è due senza tre? Ebbene, parlando di Schlenkerla, non c’è tre senza quattro. Nel senso che, talmente ampio è il catalogo dei prodotti firmati dal marchio di Bamberga (autentico alfiere delle birre affumicate), per cui il nostro viaggio alla scoperta della rinomata gamma francone non avrebbe potuto fermarsi a tre tappe, ma deve obbligatoriamente includerne una quarta. Così, dopo le puntate precedenti (quella di apertura, la seconda e la penultima), eccoci al capitolo conclusivo: dedicato alle etichette speciali e stagionali.
SCHLENKERLA FASTENBIER
Ebbene, a proposito di stagionalità, molti tra i nostri lettori sapranno come, in ambito birrario, oltre alle produzioni pensate per il periodo natalizio, non infrequenti sono quelle legate alla ricorrenza della Pasqua. Ed è, questa, una consuetudine praticata anche qui in Schlenkerla, il cui campionario anche la Fastenbier; ovvero la versione quaresimale (Fasten significa digiuno) di una Rauch Märzen: se qualcuno poi si chiedesse cosa c’entra la rinuncia al cibo solido con un boccale, ricordiamo che, dal XVII secolo, un’apposita sentenza dottrinale afferma il principio in base al quale, per i cattolici, liquida ieiunium non frangunt…. Tornando alla nostra birra, quali le peculiarità di questa edizione speciale? Almeno tre.
Punto primo: la gradazione passa da 5,1 a 5,9.
Secondo: il confezionamento avviene senza filtrazione integrale.
Terzo: diversamente rispetto alla maggioranza delle altre referenze della casa, il mosto non include esclusivamente malto affumicato; nella fattispecie, accanto a una percentuale di orzo essiccato al fuoco di legna (faggio, come per la sorella Märzen), ne abbiamo una di malto chiaro ordinario.
Premesse da cui discendono risultati evidenti: il colore si abbassa verso tonalità ramate, seppur cariche; la trama cromatica (rifinita, in alto, da una coroncina di schiuma avorio) risulta attraversata da un’omogenea filigrana di sospensioni; la bevuta si chiude con un’ovvia e voluta sensazione di lieve calore etilico. Quanto al resto dell’identikit organolettico, eccone una sintesi. Al naso, dominano temi caldi (biscotto, miele, tabacco, l’immancabile scamorza), ma con un corollario anche più fresco, di timbro minerale e resinoso. Al palato, nonostante il maggior slancio alcolico, la corsa è comunque fluida, grazie a una corporatura medio-leggero, a una bollicina spigliata e a una tessitura dolceamara decisamente equilibrata.
SCHLENKERLA KRÄUSEN
Altra etichetta speciale è poi la Kräusen: tanto più interessante da presentare, nella circostanza, in quanto probabilmente meno conosciuta rispetto alle etichette-bandiera della scuderia francone, Märzen e Urbock in testa. D’altra parte si tratta di una referenza davvero particolare, in ordine alla tecnica di lavorazione; il cui svolgimento fa perno attorno alla procedura detta (nomen omen) appunto Krausening. Si tratta di un’opzione, molto cara alla tradizione tedesca, in virtù della quale la saturazione in CO2 si ottiene per via rifermentativa, ma aggiungendo non zucchero, bensì mosto fresco: in sintesi, alla birra, una volta completatane la maturazione, si aggiunge una quota di prodotto ancora in fase di carbonazione. Risultato? Colore ambrato pieno, velatura uniforme, schiuma bianca di discreta ampiezza. Aromi caserecci e contadini: biscotto, miele, fiori (malva, ad esempio, col suo timbro legnoso), senza chiaramente farsi mancare il consueto tocco di Rauchkäse. E infine una condotta gustativa da centometrista: grazie al corpo leggero, alla gradazione salutistica (4.5%), alla bollicina soffice e alla pulita chiusura asciutta.
URBOCK, URBOCK E FASTENBIER DA INVECCHIAMENTO
Dal 2010, tutte le etichette stagionali – la primaverile Fasten, l’autunnale Urbock e l’invernale Eiche Doppelbock – prevedono poi rispettive versioni affinate e non filtrate (la Fasten, come appena visto, lo è per statuto). Si tratta dunque a tutti gli effetti di altre edizioni speciali: nelle quali, a porre il proprio tocco, sono il tempo e il particolare ambiente di stagionatura costituito dalle antiche cantine in dote a Schlenkerla, ricavate nel sottosuolo roccioso dell’altura di Stephansberg. Qui, le bottiglie da invecchiamento riposano per almeno 4 anni a circa 8 °C, evolvendo, a bassa intensità ma costantemente, fino ad assumere profili ovviamente orientati alle tematiche della maturazione e della surmaturazione. Esiti sui quali è inevitabile assumere posizioni dettate dal gusto soggettivo, ma che, comunque, rappresentato un’esperienza interessante da fare…
LE HEINZLEIN ANALCOLICHE
Realtà storica ma profondamente calata nell’attualità, la Brauerei Heller-Trum guarda anche al mercato dell’analcolico. Non con il proprio marchio principale, Schlenkerla, bensì con uno distinto, quello della Heinzlein; sotto le cui insegne commercializza due referenze da 0.9 gradi: una Münchener Hell e una Münchener Dunkel. Non le etichette più emblematiche, certo; ma ben rappresentative di una condotta imprenditoriale estremamente pragmatica e concreta
RAUCHBIERBRAUEREI SCHLENKERLA
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