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Storie siciliane in un bicchiere. La mixology secondo Villa Igiea

08 Settembre 2025
Salvatore Calabrese al cocktail bar Igiea Terrazza Salvatore Calabrese al cocktail bar Igiea Terrazza

La nuova carta firmata da Salvatore Calabrese e il dialogo con Giorgio Bargiani accendono l’Igiea Terrazza. Dai Marsala ai jazz club di New Orleans.

Icona della hotellerie palermitana e mediterranea, luogo-simbolo dove una Belle Époque ancora vitale si confronta con il ventunesimo secolo, Villa Igiea si svela con il fascino di una residenza aristocratica: i saloni affrescati, la posizione privilegiata tra Monte Pellegrino e il mare, l’ambizione di ospitare viaggiatori speciali. Protetta dal caos del centro storico, questa casa inaugurata per i Florio da Ernesto Basile nel 1900 offre il lusso discreto di un albergo nel quale design e architettura sono raffinati ma mai ostentati, rivelando un’estetica unica.

Non fa eccezione l’Igiea Terrazza, cuore pulsante e cocktail bar dell’hotel, che da oltre un secolo accoglie viaggiatori e celebrità. Tra volte in arenaria e affreschi di Gino Morici, il bancone è il palcoscenico privilegiato della dimora e del talentuoso bartender di casa Nicola Loiacono.

Qui, non raramente, è possibile incontrare personalità come Salvatore Calabrese, una delle figure più influenti nel panorama della mixology internazionale. Originario di Maiori e conosciuto come “Il Maestro”, Calabrese ha legato il suo nome a bar leggendari di Londra, come il Duke’s, il Lanesborough Hotel o il Salvatore at Fifty. Oggi è consulente per Rocco Forte e collabora con locali come Donovan Bar al Brown’s Hotel e Velvet presso il Corinthia di Londra. Tra i cocktail entrati nella storia, il “Liquid History” (con Cognac di pregio, molto rari e invecchiati), il “Breakfast Martini”, fino al celebre “Martini Diretto”. Il suo approccio unisce rigore tecnico e leggerezza teatrale, un’arte dell’accoglienza che ha ridefinito il ruolo del bartender in Europa e non solo.

Invitato a disegnare la nuova identità del bar di Villa Igiea, Calabrese propone una carta che racconta la Sicilia come terra cosmopolita, capace di influenzare culture lontane e, al tempo stesso, di restare fedele alle proprie radici. Ne è testimone il menu “La Sicilia nel mondo”: dieci cocktail inediti che tracciano una geografia sentimentale dei viaggi e delle migrazioni siciliane. Dal “Perpetuum”, che lega il Marsala Florio alla tradizione britannica, al “Tanguero”, omaggio all’incontro tra Palermo e Buenos Aires; dal “Tiger Rag”, che evoca il jazz di New Orleans grazie al siciliano Nick La Rocca, fino alla “Stella di Luca”, dedicata all’astronauta Luca Parmitano. Ogni drink è un racconto di partenze e ritorni, di contaminazioni culturali, di memorie custodite in forma liquida.

Durante una recente serata all’Igiea Terrazza, oltre Calabrese, era presente tra gli ospiti Giorgio Bargiani, head mixologist del Connaught Bar di Londra, premiato come International Bartender of the Year 2023. Interessante il dialogo che si è creato tra Palermo e Londra attraverso i due professionisti: un incontro tra maestri di diversa generazione, accomunati da un’idea internazionale di mixology eppure rispettosa e identitaria.

Tra i racconti di Bargiani c’è il Negroni Vintage e il Martini Trolley, quest’ultimo un cocktail dal servizio iconico offerto al Connaught Bar (ma anche da Calabrese): un carrello mobile viene portato al tavolo dell’ospite e attrezzato con una selezione di gin e vodka premium, vermouth, strumenti da miscelazione, bicchieri ghiacciati, ghiaccio e guarnizioni. Il cocktail viene preparato davanti al cliente con gesti lenti e precisi, che esaltano l’attesa e trasformano il drink in un’esperienza. Al Connaught Bar se ne servono circa 25.000 all’anno. Nella stessa sera, Bargiani ci presenta l’idea del Martini del Connaught, una miscela con tre Vermouth e cinque gocce di Bitter a scelta (Dr. Ago, Lavanda, Cardamomo). L’assaggio vale il viaggio, ma la sensazione algida del diretto di Calabrese è insuperabile. Chapeau a entrambi.