Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Cibo e dintorni

Quando la birra fa la storia: l’Hofbräuhaus, dall’angelo Aloisius al Putsch del Führer

15 Settembre 2025
Il tendone dell’Hofbräuhaus all’Oktoberfest di Monaco di Baviera Il tendone dell’Hofbräuhaus all’Oktoberfest di Monaco di Baviera

La birra dell'Oktoberfest celebra una corsa di cavalli che oggi è un rito collettivo da sei milioni di visitatori

C’è chi entra in una birreria per distrarsi e chi, come i bavaresi, ci scrive la storia. A Monaco, i soffitti affrescati dell’Hofbräuhaus, il birrificio della casa reale Wittelsbach, odorano di luppolo, di salsicce bianche con senape dolce al sesamo, di stinco di maiale e di Spätzle al formaggio. I lunghi tavoli di legno sono il palcoscenico di brindisi e cori stonati, ma anche di intrighi politici, complotti e colpi di Stato.

L’Hofbräuhaus è la birreria più celebre di tutte. Fu fondata nel 1589 da Guglielmo V di Baviera (detto il Pio) per rifornire la corte ducale, e i cortili del birrificio divennero presto il salotto buono della città. Qui non si contano i litri di birra serviti, né le leggende nate fra un boccale e l’altro.

Una, ad esempio, racconta che nel 1632 Monaco, assediata dagli svedesi, si salvò offrendo al nemico denaro e 23.168 litri della preziosa Hofbräu Maibock. Non pochi.

Un’altra, più metafisica, ha per protagonista Aloisius. Vale la pena di prenderne nota perché nelle date dell’Oktoberfest, tra il 20 settembre e il 5 ottobre, potreste trovarlo appeso al soffitto del tendone dell’Hofbräuhaus in forma di “angioletto”. Nato dalla mente di Ludwig Thoma, scrittore, giornalista e satirico tedesco, che nel 1911 pubblicò il racconto Der Münchner im Himmel (“Il monacense in paradiso”), Aloisius Hingerl è un fattorino delle ferrovie di Monaco. Semplice e di poche parole, ha una sola grande passione: la birra. Un giorno, mentre è al lavoro, Aloisius muore all’improvviso per un colpo apoplettico e va subito in Paradiso. Lì viene accolto dagli angeli e destinato a una vita di pace eterna. La cosa, tuttavia, non gli piace molto e dopo pochi giorni è triste e insofferente: niente birra, niente amici, niente Hofbräuhaus. Solo cori angelici e contemplazione. Vedendo la sua insoddisfazione, Dio decide di assegnargli una missione: diventare messaggero celeste in favore del governo bavarese. L’incarico: ispirare i politici con consigli assennati. Aloisius scende quindi sulla terra… ma, appena mette piede a Monaco invece di andare al Parlamento si ferma all’Hofbräuhaus. Ordina una Maß, poi un’altra, e un’altra ancora. Da allora, racconta la leggenda, è ancora lì, a bere birra, senza memoria del suo importante incarico.
Due i bersagli della satira di Thoma: i politici bavaresi e lo stereotipo del monacense medio. I primi, senza ispirazione divina perché il loro messaggero è distratto dalla birra, i secondi più interessati ai piaceri epicurei che alle responsabilità.
Oggi Aloisius è una mascotte molto amata: la si trova raffigurata in disegni, vetri decorati, souvenir turistici, perfino in libri da colorare per bambini. È l’anima dell’Hofbräuhaus, l’angelo che pende dal soffitto del Zelt e che preferisce il boccale a nuvole bianche su cielo azzurro (il riferimento è alla bandiera della Baviera).

Ma Monaco non è solo folklore. Nel XX secolo le sue birrerie divennero anche crocevia di politica e due episodi in particolare meritano di essere ricordati. La prima è la “Battaglia dell’Hofbräuhaus” un episodio poco noto ma significativo della storia di Monaco. I fatti sono questi: nel 1921 la Repubblica di Weimar era una realtà fragile con inflazione e disoccupazione alle stelle. Monaco era una pentola a pressione: nazionalisti, monarchici, comunisti, socialisti, si trovavano spesso assieme a sorseggiare una Helles. Le birrerie erano luoghi di socialità, ma anche palchi improvvisati per comizi e dibattiti. Tra gli “emergenti” c’era il leader di un piccolo ma aggressivo Partito dei lavoratori (il NSDAP, identificato poi come “Nazionalsocialista”) che si chiamava Adolf Hitler. Il 4 novembre di quell’anno decise di tenere un comizio all’Hofbräuhaus, tra simpatizzanti, curiosi, ma anche avversari politici socialisti e comunisti. Poco dopo il suo inizio partirono le prime urla di contestazione che lo accusavano di agitare la folla con menzogne e nazionalismo esasperato. I sostenitori reagirono e in un attimo la birreria si trasformò in un campo di battaglia: lanci di boccali di birra, sedie e tavoli rovesciati, risse a pugni. Fu una vera e propria zuffa generale, che durò ore. Le cronache parlarono di un caos “indescrivibile” e Hitler fu costretto a cambiare aria. Per i nazionalsocialisti, però, quella notte segnò un punto di svolta. La reazione convinse Hitler che il movimento aveva bisogno di una “forza paramilitare” per proteggere i comizi e garantire l’ordine. Pochi giorni dopo, riorganizzò in maniera più strutturata le SA (Sturmabteilung), le “camicie brune”, che avrebbero accompagnato il partito nella sua triste ascesa.
Il secondo è il cosiddetto “Bürgerbräu-Putsch”: un paio di anni dopo, forte dell’esperienza di cui sopra, il giovane Hitler fece irruzione con 600 fedelissimi nel Bürgerbräukeller, una grande sala da migliaia di posti. Era l’8 novembre 1923: sparò al soffitto e annunciò che la rivoluzione nazionale era iniziata. La cosa piacque poco ai bavaresi che il giorno dopo, mentre Hitler e i suoi erano in marcia verso le istituzioni convinti di poter replicare il colpo di Stato di Mussolini a Roma, lo arrestarono nella piazza Odeonsplatz. Nello scontro a fuoco morirono 16 nazisti e 4 poliziotti, ma il tentativo di rovesciamento fallì miseramente. Hitler fu arrestato e processato per alto tradimento. Condannato a cinque anni di prigione, ne scontò solo uno, ma sufficiente per scrivere il primo volume di un libretto chiamato Mein Kampf.

Hofbräu Oktoberfestbier
A settembre non possiamo non proporre la “birra della festa”, l’Oktoberfestbier, quest’anno dal 20 settembre al 5 ottobre. Ogni anno, oltre sei milioni di visitatori celebrano la birra di Monaco. La prima edizione risale al 1810, in occasione del matrimonio tra il principe Ludovico di Baviera e Teresa di Sassonia. Tra i festeggiamenti nuziali, una grande corsa di cavalli in un prato situato alla periferia della città, che dal quel momento verrà chiamato “Theresienwiese”, in bavarese “Wiesn” in onore della sposa. Per l’occasione fu allestita la tenda del birrificio della real casa per provvedere al benessere degli ospiti. La festa ebbe talmente successo che si decise di ripeterla ogni anno. Oggi il solo tendone della Hofbräuhaus può contenere circa 10.000 persone.
L’Oktoberfestbier, una birra “speciale”, può essere prodotta solo dai sei birrifici “entro le mura” della città e solo da metà luglio a fine settembre. È a bassa fermentazione, con malto d’orzo chiaro e malto di Monaco, luppoli Herkules, Perle e Select. Il metodo è a infusione, tipico delle chiare “Märzen/Oktoberfest”: si porta la miscela malto-acqua gradualmente a temperature più alte, in blocco, senza togliere e aggiungere parte del mosto. Il colore è giallo oro luminoso, come un pomeriggio di settembre sulla Isar (visitate il Giardino Inglese e lo capirete). La schiuma è compatta con una carbonazione vivace e capace di tenere il ritmo della Festa. Ricordiamo, infatti, che questa birra va servita nel boccale da un litro e bevuta lentamente. Al naso si apre con profumi di cereale dolce, miele d’acacia e un accenno di pane appena sfornato. I luppoli fanno capolino con una nota floreale verde e delicata, quasi di prato falciato, che resta in sottofondo. In bocca è morbida e rotonda, con un ingresso che ricorda biscotti e caramello chiaro. La dolcezza è bilanciata da un amaro sottile, elegante, che rinfresca senza soverchiare. L’alcol (6,3%) si sente appena, regalando calore e corpo senza appesantire. Il finale è asciutto, con una persistenza di cereale tostato che chiama subito ad una nuova beva. È la birra che incarna lo spirito dell’Oktoberfest: generosa, conviviale, pensata per essere bevuta a litri, per musica e tante risate più che per meditazioni solitarie. Eccellente con arrosto di maiale, stinchi, pollo allo spiedo e insalate particolari come ravanelli, cetrioli freschi, cipolle rosse e formaggio Emmental. Il prezzo per una Maß, il boccale da un litro, servita nel Zelt di Hofbräuhaus all’Oktoberfest è di 15 euro circa per l’edizione 2025. Prezzo della bottiglia da 0,50 lt. nel canale GDO, circa 2 euro.

Hofbräu Oktoberfestbier
Malto: malto chiaro e malto Monaco
Luppoli: Herkules (Hallertau), Perle (Hallertau) e Spalter Select (Hallertau)
Alcol: 6,3% Vol.
Ibu: 23
Temperatura di servizio: 9°C
Peso del mosto: 13,7% Gew.
periodo di produzione: luglio – settembre