Il Navy Pier di Chicago si è trasformato per due giorni nella capitale del vino italiano. Con 250 aziende, oltre 1.500 buyer e una partecipazione istituzionale di primo piano, si è aperta la seconda edizione di Vinitaly.Usa, la rassegna firmata Veronafiere e Italian Trade Agency che rilancia il legame strategico tra Italia e Stati Uniti in un momento cruciale per il commercio mondiale del vino.
«Il mercato americano non è sostituibile – ha dichiarato il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida inaugurando l’evento –. La grande presenza di operatori e importatori ci conferma che il vino italiano continua a essere cercato, voluto, amato. Il Sistema Italia è al fianco del settore per promuovere le sue qualità inimitabili».
Accanto a Lollobrigida, il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ribadito il ruolo del comparto come motore della diplomazia economica. «Il Governo – ha spiegato – è al fianco di un settore strategico, con l’obiettivo di portare l’export nazionale a 700 miliardi entro fine legislatura». Tajani ha inoltre annunciato la nascita di una Task Force Dazi a tutela delle imprese, parte del nuovo Piano d’Azione per l’Export che punta a rafforzare la presenza italiana nei mercati extraeuropei e a consolidare quella negli Stati Uniti.
Per Federico Bricolo, presidente di Veronafiere, Vinitaly.Usa rappresenta «la risposta del vino italiano ai dazi e all’incertezza economica». L’edizione 2025, ha spiegato, integra in un unico format Vinitaly, wine2wine Business Forum, la Vinitaly International Academy, Vinitaly Tourism e SOLExpo, «per rafforzare un presidio su un mercato strategico e ancora ricco di opportunità».
Una strategia condivisa anche da Matteo Zoppas, presidente di ITA – Italian Trade Agency, che ha parlato di «un impegno concreto a favore degli imprenditori del vino italiano in un momento di incertezza». L’obiettivo, ha aggiunto, «è offrire sostegno tangibile al sistema Paese e promuovere nuove occasioni di business grazie a un selezionato network di buyer e importatori».
Secondo l’Osservatorio Uiv-Vinitaly, basato sui dati Iwsr, il 75% dei consumatori americani di vino italiano si concentra in quindici Stati, guidati da California, New York, Florida, Texas e Illinois. Tuttavia, le prospettive di crescita guardano ora a nuovi segmenti: i giovani Millennial e Gen Z, in particolare latinoamericani e afro-discendenti, che vivono in aree come South Carolina, Georgia o Texas, mostrano tassi di interesse per il vino superiori alla media nazionale. È questo il pubblico su cui Vinitaly.USA intende scommettere, puntando a intercettare gusti e linguaggi diversi.
Negli Stati Uniti, primo mercato per i vini italiani d’importazione (38% di quota complessiva), il giro d’affari per i produttori del Belpaese supera i 2,2 miliardi di dollari l’anno, ma i benefici economici per i partner americani superano i 10 miliardi, a dimostrazione del valore condiviso di questa relazione.
Tra i buyer presenti a Chicago figurano nomi di primo piano come Volio Fine Wine Imports, Terlato Wines, Vias, Winebow e Eagle Eye Wines. Il forum wine2wine, ospitato nell’ambito della rassegna, affronterà anche il tema dei dazi con ospiti internazionali, tra cui Benjamin Aneff, presidente della U.S. Wine Trade Alliance.
La cerimonia d’apertura ha visto la partecipazione di rappresentanti istituzionali italiani e statunitensi, tra cui l’ambasciatore d’Italia negli Usa Marco Peronaci, il presidente di Fiere Italiane Usa Maurizio Muzzetta e il presidente della NIAF Robert Allegrini. Ospite speciale dell’edizione 2025, Kristian Ghedina, ex campione di sci e sommelier AIS ad honorem, in veste di ambassador di Vinitaly.USA.
Dopo Chicago, il tour mondiale del brand fieristico di Veronafiere proseguirà in Giappone, Serbia, Albania, Thailandia e India, per poi tornare nel 2026 con tappe in India, Polonia, Norvegia e Cina, prima della 58ª edizione di Vinitaly a Verona.
Vinitaly.Usa, insomma, conferma la volontà del vino italiano di non restare spettatore dei cambiamenti globali, ma protagonista. Un sistema che reagisce, costruisce alleanze e guarda lontano — con un calice saldo e lo sguardo verso nuovi mercati.