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Scenari

Pesca, nuova stretta Ue. L’allarme di Coldiretti e Unci AgroAlimentare: “Misure insostenibili”

27 Novembre 2025
Pescatori in mare Pescatori in mare

Un taglio dello sforzo a strascico del 64% e del 25% per i palangeri, oltre a riduzioni nell’Adriatico del 12% per la pesca demersale a cui si aggiunge per i pelagici una contrasione del 10%. Senza contare l’introduzione di nuovi limiti previsti alle catture di gamberi di profondità nel Levante, nello Stretto di Sicilia e nel Mar Ionio. Sono queste alcune delle misure contenute nella proposta della Commissione Ue sulle possibilità di pesca per il 2026 che ha suscitato timori e una levata di scudi da parte delle associazioni di categoria.

Un testo che “rappresenta un ulteriore attacco a una filiera che ha già pagato più di ogni altra in Europa il prezzo di restrizioni, chiusure, tagli allo sforzo e sacrifici imposti dalla politica comunitaria negli ultimi anni”, sottolinea infatti Daniela Borriello, responsabile nazionale Coldiretti Pesca. “Questa proposta – prosegue la Borriello – non tiene conto della netta riduzione della flotta italiana, dell’avvenuta chiusura di ampie aree di pesca, delle zone interdette per motivi ambientali e degli enormi sacrifici sostenuti dal settore. Le misure – prosegue – ignorano anni di adeguamenti, investimenti e l’impegno portato avanti dall’Italia anche sul tema della sostenibilità”.

Coldiretti Pesca denuncia così una volta di più “la distanza di Bruxelles dalla realtà operativa delle marinerie italiane. Le nuove misure, se approvate, comprometterebbero la continuità aziendale di centinaia di imprese, la sopravvivenza economica delle comunità costiere e la capacità dei cittadini di continuare a consumare pescato italiano, fresco e sicuro. L’Europa non può nascere per distruggere la pesca, ma per tutelarla, garantendo un equilibrio reale tra sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Coldiretti Pesca chiede ora al Governo di portare con la massima determinazione al prossimo Consiglio Agrifish tutte le incongruenze di queste misure che vanno riscritte, corrette e riequilibrate in modo radicale”.

Anche per Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale di Unci AgroAlimentare, “Ancora una volta l’Ue prende di mira la pesca, penalizzando imprese e lavoratori italiani con misure punitive, che rischiano di compromettere seriamente e definitivamente il settore. Una linea che respingiamo e contrastiamo con fermezza, perché assolutamente ingiusta e inaccettabile”. Le proposte della Commissione europea – prosegue il dirigente dell’associazione del mondo cooperativistico – sulla regolamentazione della pesca nel Mar Mediterraneo “sono insostenibili”, si tratta di restrizioni che “non potranno mai essere applicate senza un definitivo crollo del comparto, già duramente colpito”.

Nonostante i pescatori e le organizzazioni di rappresentanza siano sempre state disponibili al confronto e pronte ad assumersi le proprie responsabilità, per modernizzare il settore e renderlo più sostenibile in termini di protezione dell’ambiente e di conservazione dello stock ittico e la biodiversità dei nostri mari, “le politiche di Bruxelles si dimostrano irragionevoli e ostili, non tenendo in alcun conto le esigenze degli operatori e le ricadute delle decisioni assunte dalle istituzioni comunitarie. Non a caso abbiamo sempre denunciato mancanza di volontà e capacità di ascolto, un vero e proprio deficit democratico, che tristemente in questi anni abbiamo dovuto constatare”.

“Burocrati, tecnocrati e politici poco inclini a considerare le ragioni del lavoro, i destini di intere famiglie, le prospettive di numerose imprese e delle comunità costiere che vivono delle attività di pesca, il futuro di un’intera filiera produttiva, fiore all’occhiello dell’agroalimentare italiano, ma anche la possibilità e il diritto dei consumatori di approvvigionarsi di prodotti nazionali di qualità, dimostrano di non guardare agli interessi generali e di agire in modo irrazionale e ingiustificato. Le misure che l’Unione europea intende imporre infatti risultano ancora più immotivate alla luce della profonda e drammatica evoluzione del quadro della pesca italiana, che ha visto una significativa diminuzione delle imbarcazioni delle marinerie del nostro Paese e un ampliamento delle aree interdette alla pesca, con una conseguente riduzione dell’impatto delle attività”.

“Siamo quindi pronti – ha concluso Scognamiglio – a dare battaglia in tutte le sedi, affinché siano respinte le proposte della Commissione, che è chiamata ad ascoltare le istanze di lavoratori e imprese, e si avvii un nuovo percorso completamente diverso, nel quale si valutino in maniera equilibrata anche le compatibilità economiche e occupazionali. Consideriamo positivamente la posizione assunta dal sottosegretario Patrizio La Pietra, a nome del Ministero e del governo, di netta critica della linea Ue e l’intenzione di respingere tali misure in seno all’organismo dell’Agrifish, chiedendone una radicale modifica”.