Galeotti sono stati i lieviti e le loro straordinarie capacità di trasformare gli alimenti attraverso la fermentazione. È stato a partire da questi funghi che Sara Provenzano, passo passo, ha tracciato la strada che l’ha portata a essere una delle pochissime mastro birraie in Sicilia.
Trentatré anni, originaria di Mascali, nel catanese, ha iniziato ad appassionarsi al mondo dei lieviti dopo la laurea in Scienze e Tecnologie alimentari. “Volevo approfondire questo ambito ma non volevo dedicarmi ai classici lievitati da forno – racconta. Così mi sono avvicinata al mondo della birra del quale mi affascinava il processo produttivo e ho fatto uno stage al Birrificio dell’Etna a Carruba di Riposto”. Da allora sono passati otto anni, durante i quali Sara ha continuato a studiare e approfondire, fino a diventare il mastro birraio dell’azienda.
“All’inizio non è stato facile – afferma – perché dovevo muovermi in un mondo prevalentemente maschile nel quale non mi sentivo tanto a mio agio. Piano piano però sono riuscita a inserirmi e oggi va benissimo. Quello brassicolo è un mondo bellissimo – continua – nel quale ci si può confrontare e crescere. C’è competizione ma ha sempre caratteristiche costruttive”.
Il Birrificio dell’Etna oggi ha una produzione di circa mille e duecento ettolitri all’anno e punta a conquistare nuovi mercati fuori dal territorio nazionale.
“Ho cercato di dare il mio tocco siciliano a tutta la produzione – spiega Sara Provenzano. Abbiamo due linee, una che si chiama Ciclope per pub e pizzerie ed una premium dedicata alla mitologia che invece racchiude sette stili diversi di birre”. Si spazia, ad esempio, dalla Session IPA con frutti tropicali e una bassa gradazione alcolica ad una Blonde Ale con succo di zenzero, malti e luppoli tutti di provenienza italiana. “Ma quella che più mi rappresenta – conclude, è la Ephesto, una rossa con nocciole dell’Etna, una Belgian Dubbel di sei gradi e mezzo che amo molto perché ha carattere”.