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La fiera

Assaggi a colpo sicuro al Vinitaly: i 10 vini di Giancarlo Gariglio (Slow Wine)

01 Aprile 2014
Giancarlo Gariglio Giancarlo Gariglio

Ripetendo una felice consuetudine, anche quest'anno segnaliamo le etichette imperdibili, assolutamente da degustare, al Vinitaly, consigliate dagli esperti e critici del vino.

Lista che vuole essere una bussola per orientarsi nel mare magnum del salone oramai alle porte. Quindi, prendete nota, o meglio, stampate. Non ve ne pentirete. La prima tornata dei must della 48 esima edizione porta la firma di Giancarlo Gariglio, curatore insieme a Fabio Giavedoni, della Guida Slow Wine di Slow Food. 

Marotti Campi, Rubico – Lacrima di Morro d'Alba PAD 7/hall 7 stand C6/7/8/9
Un vitigno che va scoperto e valorizzato come sa far solo Lorenzo Marotti Campi. Delicato, profumato, elegante e conveniente.

Vajra, Barolo d'Albe 2009, PAD 10 / G4
Il barolo all'ennesima potenza, profumato di viola, territoriale al massimo, pura espressione di questo terroir unico. E anche in questo caso per la bottiglia, il prezzo non è male.

Marco e Vittorio Adriano, Barbaresco Basarin 2010, PAD 10 / C1
Non chiamatelo fratello minore del Barolo perché per realizzare un vino così, in una vigna con pendenze alluncinanti, bisogna avere i “barbis” come si dice in piemontese! Sapido, gustoso, lungo, da una cantina di cui sentiremo parlare tanto in futuro.

Badia a Coltibuono, Chianti Classico 2011, PAD 9 / D9
Il vino più bello del mondo, perché nasce dal paesaggio vitato più suggestivo del nostro Paese: pievi, boschi, abbazie… Un rosso paradigmatico, che ti fa ritrovare nel bicchiere la bellezza del Sangiovese.

Corzano e Paterno, Passito di Corzano 2001, PAD 9 / E5
Chi l'ha detto che i vini dolci in Italia non sono all'altezza di quelli francesi? Zittiamo gli scettici facendogli degustare questa perla dorata.

Collefrisio, Trebbiano d'Abruzzo Zero 2013, PAD 12 / D4
Floreale, succoso, godibile. Alla faccia di chi pensa che questo vitigno non ci possa regalare emozioni, e cosa da non sottovalutare fa bene anche al portafoglio.

Ronco del Gelso, Doc Isonzo Toc Bas 2012, PAD 6 / C6
È vero, ci manca tanto chiamarlo Tocai, però non piangiamoci addosso è stato bello ma non possiamo più farlo. Ci consoliamo assaggiando questo magnifico Friulano che è l'emblema di una grandissima regione bianchista.

La Montecchia – Conte Emo Capodilista – Godimondo 2012 PAD 4 / C1
Suolo vulcanico, clima a dispetto di quanto se ne pensi mediterraneo. Siamo sui Colli Euganei con questo splendido Vino Quotidiano a base di Cabernet Franc.

Corte Sant'Alda, Valpolicella Cà Fiui 2012, PAD 12, stand A5 / D6 n. 13
Siamo stanchi del Ripasso, siamo del partito della Valpolicella fatta bene (lo abbiamo anche scritto nella nostra nuova rivista: www.slowwinemagazine.com). Corte Sant'Alda ha pochi rivali su questa tipologia.

I Custodi delle Vigne dell'Etna, Ante 2011, PAD 12 A5 / D6 n. 2
Un bianco che sconvolgerà i vostri pregiudizi sui bianchi siciliani. Ma non voglio neppure sentir parlare di Borgogna. Qui siamo sull'Etna e basta!